Netti: “Grande Sud per una politica GIOVANE”

 

“I giovani al primo posto nella nostra offerta politica”

 “La Meritocrazia è un sistema di valori che mette in evidenza, premia l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza, dove “provenienza” indica un’etnia, un partito politico, l’essere uomo o donna; ma in Italia “provenienza” è soprattutto famiglia di origine. Per i giovani in Italia e soprattutto in quella del Sud è davvero difficile parlare di vera e propria emancipazione. La famiglia d’origine gravita come un macigno sulle scelte future, siano esse positive o negative per l’individuo. “

Lo dichiara in una nota, Francesco Netti, coordinatore provinciale dei giovani di Grande Sud Caserta che continua: “Il mercato del lavoro in Italia ha subito profondi cambiamenti dagli anni ’90 con l’introduzione della Riforma Biagi che ha cercato di abbassare la percentuale di giovani disoccupati. Il risultato è stato proprio questo col passare degli anni, ma l’errore è stato quello di scaricare la “flessibilità” solo sulle new entry prive di qualunque ammortizzatore sociale e di tutte quelle tutele che invece hanno riguardato gli over. Si è venuto a creare così il fenomeno del precariato giovanile. Mentre in Europa, infatti, si è avuto accanto all’introduzione di contratti flessibili anche quella di ammortizzatori sociali universali, in Italia si è conservato il vecchio sistema di ammortizzatori sociali affiancandolo al nuovo sistema di contrattualistica di lavoro. Ed il risultato finale è stato a valle il generarsi di un mercato del lavoro duale, dove gli over sono rimasti iper-protetti e gli under, privi di qualunque tutela e poco protetti anche a livello sindacale.Inoltre, si assiste alla minore partecipazione delle donne – specie di quelle coniugate – al mercato del lavoro e alla ridotta natalità i cui tassi in Italia e Spagna toccano livelli bassissimi con uno o due figli per donna.L’attuale impianto imposto dalla Riforma Fornero ha smussato le differenze tra under ed over nel mercato del lavoro soprattutto nel periodo di ingresso da parte dei giovani. Ma non basta. L’introduzione di ammortizzatori sociali universali come l’ASPI e la mini ASPI che andranno a sostituire piano piano il vecchio sistema di ammortizzatori sociali è solo l’inizio. Manca nell’impianto strutturale la vera riforma. Quella del reddito minimo garantito. In tutta Europa e nei paesi più evoluti in generale esiste un sistema di tenuta sociale che si struttura a partire dall’assunto fondamentale che ogni individuo a prescindere da sesso, religione e situazione familiare di partenza ha diritto ad un reddito minimo garantito come diritto fondamentale sancito dalla Costituzione. Passare ad sistema fiscale basato  quindi sull’individuo, non legato al proprio stato familiare, libero di scegliere la propria strada ed incoraggiato da un sistema di protezione sociale efficace e coerente con i sistemi produttivi attuali e con la struttura del mercato globale. Solo in questo modo possiamo allinearci alle maggiori economie mondiali. Infatti, non è più il PIL ad essere l’indicatore per la potenza economica di uno stato ma un ultimo indice riferito al benessere della sua popolazione. Più la popolazione ha tutele sociali, in termini di integrazione ed inclusione sociale, più la potenza economica di uno stato che vuole definirsi moderno cresce. In questo senso, in Italia siamo ancora molto indietro rispetto a Paesi come Germania, Austria, Francia o Canada e Australia. Proprio quest’ultima vanta il migliore stile di vita al mondo. Perdere il lavoro non sarà più un dramma con mutui o affitti attivi per un giovane. Sarà un sistema di welfare organizzato e trasparente a livello statale a garantire la continuità nella sua vita lavorativa. Importanti tentativi sono stati fatti nell’ambito dell’inclusione lavorativa da parte di istituzioni quali Italia Lavoro o iniziative specifiche regionali, soprattutto in Campania, con incentivi all’assunzione di giovani under 35 per contratti a tempo determinato o indeterminato o per la loro mobilità nazionale o estera con programmi di mobilità specifici. Non basta. La percentuale di giovani, anche laureati, che beneficiano di opportuni bandi di inclusione lavorativa o di mobilità sono è troppo bassarispetto al resto d’Europa. E questo a valle porta i giovani italiani ad avere un gap nella conoscenza delle lingue e della internalizzazione del mondo aziendale.

Un’attenta politica non si può fermare al solo problema degli ammortizzatori sociali, ma anche ad una migliore collaborazione scuola – impresa, al fine di rendere più competitiva e globalizzata la preparazione professionale orientandosi verso il concetto di LIFE LONG PROGRAM, ossia formazione continua lungo tutto l’arco di vita di un lavoratore.  Ultimo capitolo è quello riservato all’imprenditoria giovanile. Esistono dei particolari finanziamenti a seconda dell’investimento di impresa richiesto. Canali specifici come Invitalia, Banche o Patronati possono sembrare a prima vista convenienti per chi vuole mettersi in proprio e sviluppare un progetto di imprenditoria. In realtà, sono tante le garanzie richieste ad un giovane che vuole sviluppare un proprio business, che impediscono la reale riuscita del suo progetto. Inoltre, manca un reale supporto all’analisi delle idee di business, ma anche una efficace mentalità di imprenditorialità, che dovrebbe partire ed essere stimolata stesso all’interno dei percorsi scolastici e soprattutto accademici, un po’ come avviene in Università inglesi o europee.  Il nostro meridione è terra di monumenti, sole, bellezze naturali e tanto tanto talento. Tanti, infatti, sono i nostri cervelli che emigrano non trovando spazio e comprensione in una terra che tutto sembra volere tranne che sfruttare quelli che potrebbero andare a costituire la nuova classe dirigente meridionale. Ebbene se andiamo a scavare a non molti anni fa nella storia dei nostri antenati, troviamo le “Leggi Leuciane”, istituite da re Ferdinando IV di Borbonee andavano a normare tutta una serie di diritti civili della società borbonica ai tempi della Rivoluzione Francese del 1789. In particolare, si promulgavano ideali di uguaglianza sociale ed economica e si poneva grande attenzione al ruolo della donna tanto da sancirne l’uguaglianza con gli uomini, per la prima volta nella cultura occidentale. Questo era nel 1789. E oggi? Bisogna ripartire da quello che di più prezioso abbiamo. La natura, i beni turistici, il sole, la produzione agroalimentare.I giovani protagonisti del rinnovamento. Ma la Politica deve fare la sua parte. Deve essere più inclusiva, fare formazione, selezionare chi realmente vuole far carriera e chi è semplicemente sostenitore o simpatizzante, far crescere i propri talenti, coltivarli, proporli e supportarli durante la candidatura. Insomma, un partito radicato, sia nella quotidianità che nel mondo accademico e formativo.Il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro. Il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in R&S. I traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti. Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato. 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Questi sono gli obiettivi che ritroviamo nell’agenda Europa 2020 proposta da Barroso, come risposta coordinata a livello europeo di crescita. Ed in questa sfida il Sud che riceve aiuti speciali da Bruxelles in quanto zona quadro non può trovarsi spiazzato e non pronto. Manca vera e propria progettazione soprattutto in ambito di fondi comunitari.

Questo – conclude il coordinatore arancione – è ciò che ci proponiamo di portare avanti. A gonfie vele. Col SUD in Europa e con la migliore risorsa di cui disponiamo, I GIOVANI.”

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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