NOMEN OMEN: NEL NOME IL PRESAGIO

di RAFFAELE CARDILLO

Non riusciamo a capacitarci, come certune persone possano occupare così importanti ruoli di vertice in ambito aziendale, quando sono palesemente imbottiti di teorie di conduzione del potere, in aperta antitesi di quelli che sono i canoni, sarebbe meglio dire erano, dirigenziali universalmente consacrati come ottimali.
Quelli che più sconvolge è che dette perle innovative, vengano sviscerate in un aperto consesso, senza riserve e con la consapevolezza di estrinsecare un nuovo messaggio messianico, con una matrice che cozza e mira ad annientare la classe lavoratrice, annullando tutte quelle garanzie ottenute dopo anni di lotte sindacali.
Una vera rivoluzione copernicana quella enunciata all’Università Luiss di Roma, da Francesco Starace amministratore delegato dell’Enel: una “lectio magistralis” formulata con rigore, senza fronzoli, sulle nuove tecniche di gestione del potere, sul come focolai di dissenso e renderli innocui.
Una procedura che si ispira ai migliori thriller, al mondo spionistico, ove ci sono infiltrati, agenti provocatori, doppiogiochisti , in un gioco perverso di luci e di ombre che rendono il quadro d’assieme dannatamente fosco.
Ebbene il nostro innovatore Starace, un cognome che evoca sinistre iatture, omonimo del famigerato Achille finito a testa in giù a Piazzale Loreto, un “nomen omen” ossia nel nome il presagio, il destino; dicevamo con un linguaggio freddo e mirato, ufficializza una metodica che a mezzo dei cosiddetti , s’insinua nei gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole rovesciare, creando malessere al suo interno, colpendo le persone che si oppongono al cambiamento, additandole come elementi perturbatori e comminando loro punizioni esemplari, instillando timore e paura negli altri membri del gruppo che, resosi conto di non essere sufficientemente protetti, accettano il nuovo verbo, rinunciando in maniera definitiva a quella dignità lavorativa, ottenuta dopo decenni di lotta senza quartiere, contro l’odiata classe padronale.
Una lezione di aziendale applicata con fredda lucidità, seguendo i dettami di un mondo globalizzato ormai senz’anima, dove a confronto i criminali dell’Isis, possono considerarsi dei benefattori dell’Umanità! O tempora, o mores!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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