Nuova direttiva europea sulla depurazione…

regi lagni inquinati

Mentre la ristrutturazione dei grandi impianti campani è ancora al palo…

Tutti lo sanno, nessuno lo conferma, ma i fatti parlano…

In Regione Campania, la gestione degli impianti del P.S. 3 (Cuma, Acerra, Marcianise, Foce Regi Lagni e Napoli Nord) è ancora in fase di stallo ed è ancora in corso un contenzioso milionario contro la Hydrogest. E’ inutile riaffermare che gli impianti necessitano di una completa ristrutturazione, edile e impiantistica.

Intanto è stata approvata una nuova direttiva europea che nasce dalla chiusura di un altro contenzioso, questa volta tra la Commissione Europea e il Regno Unito apertosi nel 2003 e riguardante il trattamento delle acque a seguito di piogge intense.

La domanda è: chi ha deciso che le acque di pioggia sono pulite e tali da non arrecare danni all’ambiente se scaricate direttamente ?

Basterebbe andare alla foce dei Regi Lagni in concomitanza delle prime intense piogge di settembre e ci si renderebbe conto che le acque di pioggia, in quel caso, sono addirittura più inquinate delle acque di fognatura.

Secondo molti esperti, infatti, lo scarico diretto a mare e/o in un corpo idrico deve essere valutato costantemente attraverso un monitoraggio in continuo.

Facciamo un esempio: dopo mesi di siccità (periodo estivo da giugno a inizio settembre) sulle strade, ma anche nei terreni, si accumula un po’ di tutto.

Quando a fine settembre arriva un temporale capace di “ripulire” tutto, dove va a finire il “ripulito” ? Ovviamente a mare.

Anche laddove lo scarico avvenisse in periodo di non balneabilità, chi ripulisce successivamente i fondali ? Chi raccoglie tutto il materiale galleggiante ?

Il problema è che a fine settembre non ci sono bagnanti a lamentarsi della sporcizia che viene scaricata e, quindi, il problema non viene affrontato anche perché ci si trincera attraverso la “eccezionalità” dell’evento; ma siccome stiamo parlando della sicurezza e della salute pubblica, siamo sicuri che tale evento eccezionale non possa essere seriamente pericoloso ?

­­­

Il fatto è che, ad oggi, non è stato ancora possibile realizzare un sistema di monitoraggio in continuo all’ingresso e all’uscita dei principali depuratori campani, figurarsi realizzare lo stesso sistema alle foci dei principali fiumi e canali artificiali. Fino a che non ci saranno dati sufficientemente attendibili, difficilmente si programmerà un’attività di tale importanza.

La nuova direttiva europea va proprio in questa direzione: il danno dovuto all’eccezionalità deve essere sempre comprovato e dimostrabile, non basta “credere” che quando piove molto, tutto ciò che non viene trattato dagli impianti di depurazione è automaticamente “pulito”. Anche se qualcuno penserà che tale concetto aumenterà i costi per trattare sempre più portate, molti ritengono, invece, che ciò consentirà di allargare i confini della depurazione a sistemi su più ampia scala come la fitodepurazione.

Ing. Angelo Morlando

ArpaCampania Ambiente

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *