PIEDIMONTE MATESE-VI PRESENTO LA CASA DEI BALOCCHI

Nella sua casa-museo esposte circa 10 mila bambole di tutti i tipi, forme e dimensioni. Tra queste le quattro più ricercate nel mondo. Colleziona inoltre, oggetti esclusivi dal 1600 in poi

VI PRESENTO LA CASA DEI BALOCCHI

Si ritiene mamma del giocattolo  più diffuso nel mondo. Un grande amore il suo, nato  durante l’infanzia.Vive con il marito nel suo museo permanente

di Giuseppe Sangiovanni

 

Benvenuti nella casa dei balocchi … e delle meraviglie.  La casa -museo di Esther Marinelli, una gentile signora bionda di Piedimonte Matese, comune dell’alto casertano, distante circa 40 km dalla Reggia di Caserta . Dimora non comune, abitata dalla simpatica Esther(e consorte), sensibile depositaria delle memorie storiche  italiane, casa che  dona  sincera e inaspettata emozione alle persone che vi si accostano come ospiti o visitatori occasionali. E sono tantissimi. Fino a due anni fa nel museo viveva anche il figlio Carmine, felicemente convolato a nozze. Uno specchio del passato(oggetti e cimeli di tutti i tipi datati dal 1600 in poi) custodito con cura e passione nata nel corso dell’infanzia, trascorsa  dalla donna nel collegio. Oltre diecimila, le bambole esposte nel museo permanente: altrettante riposte nel mega-laboratorio situato all’ultimo piano dello storico palazzo di proprietà. Una sorta di clinica delle bambole, dove Esther, con grande amore, rianima, aggiusta e restaura le sue creature, vere e proprie anime viventi per lei, che considera figlie adottive. Bambole di tutti i tipi, ambitissime dai collezionisti. Spiccano tra le migliaia, la Shirley Temple della Bonomi e  le quattro sorelle Furga,  tra le bambole più ricercate nel mondo del collezionismo, che Esther indica al cronista con occhi lucidi, emozione e partecipazione. “Ho sempre amato le bambole-racconta Esther- quasi tutte le foto della mia infanzia mi ritraggono con una bambola,  sono state le mie amiche, quelle che non si allontanavano mai da me, sempre presenti nei momenti belli e meno belli. Le ammiravo in silenzio, con una sorta di venerazione: mi trasmettevano sensazioni di calma e serenità. Le ho sempre vissute come simbolo di eterna giovinezza, piccole creature immortali che non mi avrebbero mai abbandonato. L’importanza che queste bambole hanno per me, per la mia vita, comporta una costante ricerca dei motivi che mi hanno spinto a cercarle, a desiderare di possederle sempre più. E’ stata un’emozione grande trovarle una ad una, nei mercatini o grazie ad amici fidati,collezionisti. Alcune erano sciupate, sporche, rovinate: la mia passione, il mio amore, mi hanno spinta a ridar loro quella dignità perduta”. Casa Marinelli testimonia in modo evidente l’amore per  il passato che non c’è più, un passato assai presente, attraverso cimeli, quadri, foto, figure devozionali, oggetti militari, scarpe di cardinali. “Questi sono piatti e specchiera dei Savoia e in questa una cucina giocattolo degli anni “50, di Agostino Marchesini, pezzo quasi unico, c’è persino il pollo nel forno: questo è un pacchetto di sigarette, ha 120 anni”. Una casa ricca di fascino, un museo permanente, vissuto giorno e notte da Esther  e consorte. All’esterno, nel giardino, gli amici di Esther, gli amatissimi animali domestici: Chicca, il gatto, Cesina, la civetta, Clara e Pasquino, due caprette e Gino, un paffuto e ubbidiente maialino nero,che finge di addormentarsi alle indicazioni di Esther. Animali che seguono fedelmente la padrona per le strade della cittadina casertana. Esther, continuerà a cercare bambole e altri oggetti del passato? “Certo, la mia ricerca continua”. Un conoscente le ha suggerito la realizzazione di un museo permanente interattivo, dove i visitatori potranno  interagire e toccare quasi con mano tutto quello che è esposto qui. Esther vorrebbe che la sua collezione risultasse ancora più viva e stimolante, che insegnasse qualcosa di fondamentale ai bambini e grandi. Con Barbie, Cicciobello e oggetti del passato, messi in rete, potrà raggiungere il suo nobile obiettivo. Per non dimenticare.

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *