Pubblicato il bilancio sociale al 31.12.2019 di Agrorinasce.

COMUNICATO STAMPA
28 dicembre 2020
Pubblicato il bilancio sociale al 31.12.2019 di Agrorinasce.
Risultati eccezionali nella valorizzazione dei beni confiscati
Oltre venti anni di lavoro sono descritti nel bilancio sociale di Agrorinasce al 31.12.2019 pubblicato
da Agrorinasce giusto sei mesi dopo l’approvazione del bilancio da parte dei Comuni soci. Sei mesi
di intenso lavoro che Agrorinasce ha svolto insieme al Dipartimento di Economia di Capua
dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”, con il Prof. Danilo Tuccillo e la
supervisione del Prof. Giuseppe Sannino, durante i quali sono stati sintetizzati i risultati di oltre 20
anni di lavoro di Agrorinasce specie nell’opera di valorizzazione dei beni confiscati alla camorra.
“In questa fase abbiamo deciso di pubblicare la versione breve e sintetica del lavoro di Agrorinasce
– dichiara il direttore generale Giovanni Allucci – rinviando ai mesi successivi la pubblicazione della
versione più lunga con la descrizione sintetica di tutti i progetti di valorizzazione dei beni confiscati
e non solo di alcuni. Un impegno che avevamo assunto con i Sindaci, le istituzioni nazionali e
regionali e le tante realtà sociali e i cittadini che vivono questi territori. Ringrazio il Dipartimento
di Economia della nostra Università per il lavoro svolto. Il nostro impegno è quello di pubblicare
annualmente il bilancio sociale, raccontando come abbiamo fatto con la prima edizione le storie
delle tante realtà che gestiscono i beni confiscati per finalità sociali”
Alla luce dei dati presentati e dei risultati raggiunti fino ad oggi, si può affermare senza alcun dubbio
che i Comuni soci di Agrorinasce abbiano positivamente investito su Agrorinasce e sui beni
confiscati. Impossibile non riconoscere il contributo dato da Agrorinasce nato oltre 20 anni fa
operando in un contesto ambientale che presentava gravi criticità sociali e economiche, certamente
più di oggi. “Il contesto è sicuramente migliorato rispetto a 20 anni fa – continua Giovanni Allucci
– ma il nostro lavoro è quanto mai importante anche oggi, anche alla luce degli ultimi gravi
avvenimenti che si stanno susseguendo nel Comune di S. Maria La Fossa e in altre realtà della
Campania e in Italia. Ormai vi è poi un’ampia consapevolezza, leggendo anche il rapporto annuale
dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alle
criminalità organizzata, che ancora oggi i Comuni da soli non sono in grado di promuovere percorsi
efficaci di recupero e di valorizzazione di beni confiscati alle mafie. Quello che sta accadendo nei
nostri Comuni e in altri Comuni sui beni confiscati è molto grave, non bisogna indietreggiare nella
lotta alle mafie”.
Eppure nei Comuni di Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, S.
Maria La Fossa e Villa Literno, da sempre considerati ‘difficili’ sono stati raggiunti risultati
eccellenti. Non a caso, per gli addetti ai lavori e in tante istituzioni pubbliche, Agrorinasce è nel
comparto della valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, la realtà pubblica più importante d’Italia.
I dati esposti nel presente bilancio sociale lo confermano:

  • In poco più di 20 anni, dal 1998 al 2019, sono stati attivati nel recupero e valorizzazione del
    patrimonio confiscato alla camorra 48,23 milioni di euro, di cui circa 31 milioni di euro
    direttamente affidati ad Agrorinasce e 17,25 milioni di euro gestiti dai Comuni o dai soggetti
    gestori individuati da Agrorinasce. Un dato incontrovertibile che ha avuto evidenti ricadute
    occupazionali nella fase realizzativa dei lavori, ma anche nella successiva fase di
    valorizzazione e, infine, nel cambiamento di ‘mentalità’ generato soprattutto nelle nuove
    generazioni.
  • Oltre l’80% dei finanziamenti pubblici sono finanziamenti europei e nazionali, a
    dimostrazione della capacità di progettazione e di rendicontazione dei fondi pubblici e della
    credibilità istituzionale guadagnata sul campo in tutti questi anni.
  • Gli oltre 65 soggetti gestori di beni confiscati alla camorra unitamente ai 218 posti di lavoro
    creati nella fase di gestione dei beni confiscati, rappresentano risultati davvero importanti. Un
    coinvolgimento ampio di soggetti del terzo settore, del privato, delle comunità cristiane e degli
    enti pubblici, che operano insieme ad Agrorinasce nei più disparati settori sociali, socio
    sanitari, produttivi e pubblici.
  • L’analisi dei servizi sociali e socio sanitari offerti nel territorio conferma l’ampio utilizzo dei
    beni confiscati in quasi tutte le categorie sociali e socio sanitari, con alcuni ambiti di
    eccellenza specie nella disabilità mentale e nell’assistenza ai minori affetti da autismo. Sono
    ormai migliaia i beneficiari dei servizi sociali e socio sanitari offerti dalle numerose
    cooperative sociali e associazioni che operano sul territorio.
    L’importanza della ‘collaborazione istituzionale’ traspare in modo evidente dalla lettura del bilancio
    sociale ed è quanto mai attuale nel rilancio delle attività che Agrorinasce e i Comuni soci stanno
    affrontando. Il direttore generale assicura il lavoro e l’impegno di Agrorinasce continuerà e sarà
    rafforzato nel breve periodo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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