REFLUI, LA CORTE DI GIUSTIZIA UE CONDANNA L’ITALA. D’ASCENZI: “ILGOVERNO TACE SU INVESTIMENTI”

 

La Repubblica italiana “è venuta meno agli obblighi discendenti dalla direttiva” (Dir. 91/271/CEE), in quanto non ha garantito che gli agglomerati urbani con una popolazione superiore ai 15mila abitanti siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane e che quelle che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte al trattamento. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea, dopo che la Commissione europea nel 2009 aveva avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto delle norme Ue, fino a ricorrere, il 21 giugno scorso, alla Corte di giustizia.
Sono un centinaio i Comuni non a norma, con ben 8 Regioni coinvolte (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Liguria). Reggio Calabria, Trieste, Rapallo, Capri, Frascati, Porto Cesareo, Cefalù, Ragusa sono solo alcune delle località in cui, dopo la sentenza emessa dalla Corte, bisognerà avviare in fretta opere per mettersi in regola con la direttiva Ue, la cui data di scadenza per l’attuazione era fissata al 31 dicembre 2000. 
Le iniziative dovranno essere realizzate al più presto possibile se si vuole evitare di incorrere in una nuova procedura d’infrazione, con tanto di multa per lo Stato Italiano. Per ora, infatti, si legge nella sentenza, “la Repubblica italiana è condannata alle spese”.
Per Mauro D’Ascenzi, vice presidente di Federutility, “le sanzioni sono solo l’inizio di una catena devastante. Cambiano i Governi, a parole tutti dicono che si deve investire nell’acqua, ma neanche stavolta con il provvedimento anticrisi l’esecutivo inserisce una norma che stimoli gli investimenti. Si preferisce – continua D’Ascenzi – usare i soldi pubblici per pagare multe anziche’ per realizzare depuratori. Pensare che basterebbe inserire due righe nella legislazione per impegnare la Cassa Depositi e Prestiti a prestare denaro alle aziende dell’acqua, ovviamente a prezzi di mercato ed ovviamente dietro garanzie di restituzione certa. Sarebbe l’avvio di un circolo virtuoso di progetti già esistenti, senza alcun onere a carico dello Stato”.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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