Riflessioni di Elio Romano

 

Oggi proprio mi sono trovato ad affrontare una coppia di articolo per Il Mattino, edizione di Caserta. Tema del giorno: il capodanno, la chiusura del 2012, l’inizio del 2013, eventi, iniziative, economia. Insomma, tante cose da sintetizzare, capire, comprendere e leggere sul territorio. Roba difficile nei tempi ristretti giornalistici, ma spero di aver fatto un buon lavoro (domani mattina vedremo e leggeremo). Nella sostanza mi sono davvero divertito. Non mi capita spesso. Le notizie sono sempre molto serie, ma oggi ho appreso di tre fatti che credo sia interessanti e che, forse, meriterebbero molto più spazio sulle colonne dei giornali.

Il primo viene da Sessa Aurunca. Mi sento con le mie fonti in merito ai botti di Capodanno, chiedendo se fosse assurda un affermazione in merito alla diminuzione dei fuochi su tutto il territorio. Loro mi rispondono: “Come assurda, è la verità. Questo anno non c’è stato neppure un ferito per i botti!”. Siccome ho sempre seguito la linea del “pessimismo antropologico” non credo proprio che questo OK (che durante la Guerra di Indipendenza americana indicava “Zero Killed” ovvero Nessun morto, ferito in azione) sia dovuto ad una nostra redenzione nel loro uso, credo che l’economia ha martellato pesante. Chi ha comprato i fuochi ha preso quelli leciti, gli altri, tra incessante attività delle Forze dell’Ordine ed incapacità di spesa, hanno preferito starsene alla finestra a mirare quelli altrui. Risultato: un azzeramento dei feriti ed una diminuzione nell’uso dei fuochi pirotecnici. Mica poco.

Le altre due notizie le ho dovute accorpare, anzi mi duole non averne dato ulteriore risalto, ma gli spazi cartacei sono quelli e ci si deve adattare. Entrambe provengono da Falciano del Massico e riguardano le tradizioni. Dopo 23 anni, dal 1989 a voler essere precisi, una associazione ha riscoperto il Buchi Buchi. Penso che tu lo conosca, è un canto tradizionale che parla dell’anno vecchio e di quello nuovo. Io, personalmente, lo ascoltavo nell’infanzia e purtroppo non lo posso ascoltare più per assenza di cantanti. Una riscoperta comune a Sessa Aurunca, dove hanno ripreso la tradizione popolare come ha scritto su Il Mattino, edizione di Caserta, anche l’amico e collega Oreste D’Onofrio. Che dici, questa associazione meritava di essere presente nell’edizione di domani?

L’ultima cosa che ha suscitato in me interesse riguarda la processione dell’Epifania alla Chiesa di San Pietro e Madonna del Rosario. Sempre a Falciano stiamo. Qui i fedeli con a capo il parroco sono soliti prendere il bambinello, portarlo in giro per le strade ed esporlo al fuoco acceso la notte di Natale. Un gesto rituale, dove il fuoco è il fuoco sacro della vita, credo!

Sto fatto del fuoco è bello, a parte perché non lo avevo sentito da nessuna altra parte prima (sicuramente per mia colpa) anche perché a Falciano del Massico accendono un enorme fuoco la notte di Natale esponendone Gesù bambino al suo influsso, poi lo conservano per tutte le feste e chiudono con la manifestazione di domani pomeriggio. Come a benedire l’intero periodo natalizio del fuoco sacro dello Spirito Santo, della vita o di quello che simboleggia con esattezza (scusami la mezza profanità, ma sai bene che non sono l’uomo più ferrato della terra in fatto di fede cattolica).

Ti porgo i miei saluti e se pubblichi questo commento fammi sapere, così magari ci faccio anche un link sul mio blog personale per tenere il segno di tutte le cose che ti mando (poi facciamo un singolo conto… scherzo!).

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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