SAN NICOLA LA STRADA –Prostituzione, Viale Carlo III^ come i quartieri a luci rosse olandesi, i residenti del galoppatoio ovest protestano

 

Vialone Carlo III

di Nunzio De Pinto

 In Italia alcuni luoghi simbolo vengono resi noti da un monumento, come Napoli per il Maschio Angioino, Caserta per la Reggia vanvitelliana, Roma per il Colosseo e via dicendo. La città di San Nicola La Strada viene riconosciuta dalle “puttane e transessuali”, italiane e straniere, soprattutto dell’est europeo, che hanno trovato nel Viale Carlo III^ il terreno fertile per esercitare il mestiere più antico del mondo, tanto, anche se dal 2007 il sindaco Pascariello ha emesso l’ordinanza contro la prostituzione ed i suoi clienti, non c’è uno, dico uno straccio di vigile urbano, poliziotto, carabinieri, finanziere, forestale, vigile del fuoco, croce rossa, protezione civile ecc… ecc… che muova un solo dito. La prostituzione lungo il viale Carlo III^ è un’industria che lavora 365 giorni all’anno senza alcuna soluzione di continuità. Anche d’inverno il numero della “lavoratrici del sesso”, che fanno felici i porci uomini, il numero non si riduce, anzi raddoppia. Dal primo calar del sole, già alle cinque del pomeriggio le vedi al lavoro anche sotto i balconi di casa. Capita sempre più spesso sul galoppatoio ovest, dove una volta era allocata il Comando della locale Polizia Municipale, ora è un via vai di prostitute e clienti che, con il favore delle tenebre, si mettono a lavorare sotto i balconi dei residenti che sono costretti a subire l’onta della vergogna perché non possono invitare né amici né parenti a casa loro per non far vedere che abitano proprio dove lavorano le “puttane”. Voi invitereste un vostro amico o un parente a casa vostra in queste condizioni ? E non parliamo dei bambini che vedono queste “signorine” al lavoro e chiedono al loro papà cosa sta facendo quella “signora” al freddo, senza immaginare che quella “Signora” altri non è che un transessuale, un travestito. Per il papà è troppo difficile e penoso spiegargli quanto fa schifo questa vita e che se avesse le possibilità se ne andrebbe in una zona “nobile”, in una di quelle zone dove abitano i potenti ed i ricchi e sotto i cui balconi non vedranno mai una “signorina” o un “signorino”. I residenti del galoppatoio ovest e di via Galvani sono anni che chiedono che la zona sia “bonificata”, manco ci fosse una montagna di spazzatura, anzi, per loro sarebbe meglio avere la spazzatura sotto casa perché in questo modo le prostitute andrebbero in un altro posto. Che città è quella i cui residenti si augurano di avere tonnellate di spazzatura sotto casa invece delle prostitute ? Chi è stato in vacanza ad Amsterdam non ha potuto fare a meno di visitare i cosiddetti quartieri a luci rosse. Forse sarebbe arrivato il momento di intavolare una discussione seria sul fatto che forse è arrivato il momento di creare questi quartieri a luce rossa o, i vecchi, ma mai dimenticati, “casini” di epoca fascista, almeno le togliamo dalla strada e le facciamo anche pagare le tasse, che ne dite ? Ma la “colonia” di prostitute (perché di una colonia si tratta, essendoci donne italiane, serbe, moldave, ucraine, polacche, senza dimenticare una spruzzata di transessuali, giusto per accontentare anche i palati più depravati) siamo sicuri che le tasse non le vorrebbero pagare.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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