SAN POTITO SANNITICO.L’abbattimento di Palazzo Izzo, ultimo caso di aggressione all’identità culturale di una comunità.

 Il Sindaco di San Potito Sannitico, Angiolo Conte, ha appena bloccato con una ordinanza sindacale i lavori che hanno interessato Palazzo Izzo, in pieno centro storico a San Potito Sannitico. “Interessato” è null’altro che un eufemismo: Palazzo Izzo è stato abbattuto in due giorni ed ora in Piazza Roma svettano nel nulla i due antichi portali in pietra attraverso cui sono passati, oltre che generazioni di San Potitesi, anche i tanti turisti che hanno frequentato le innumerevoli manifestazioni degli ultimi anni. Grazie al Sindaco per l’immediato intervento, per aver bloccato le ruspe e contribuito a salvare quel poco che resta, ma la gravità della distruzione è purtroppo imponente. E’ imponente soprattutto per il “vulnus”, ha ribadito il Presidente della sezione Matese di Italia Nostra Ugo Iannitti (nella foto), per il danno che l’abbattimento ha causato alla integrità della identità culturale e sociale della comunità di San Potito e dell’intero Matese. Un Centro Storico, in particolar modo in un piccolo borgo rurale, non è un casuale aggregato di edifici che si sono sovrapposti negli anni e nei secoli: è il risultato armonico di una comunità che ha interagito con il territorio, è testimonianza dei modi di vivere, di abitare, di lavorare degli uomini e delle donne, è il frutto di secoli di rapporti tra il territorio agrario, vuoto di edifici ma pieno di natura, di lavoro, di tradizioni, di cultura millenaria ed il pieno del costruito, luogo di aggregazione sociale e culturale. L’abbattimento del Palazzo Izzo, come di ogni altro singolo elemento storico ed architettonico, ha significato scardinare la pietra d’angolo di tale unità, è un piccolo e significativo buco attraverso cui passa l’idea negativa che un centro storico sia null’altro che un vecchiume di cui liberarsi in fretta. E’ invece necessario rendersi conto, tutti noi cittadini del Matese, che ogni ipotesi di sviluppo non può prescindere dalla tutela del nostro patrimonio di memorie, in primo luogo di quelle storiche ed architettoniche. Nessuno vuole dei presepi intoccabili, continua Iannitti, ma occorre opporsi con forza alla cultura della disaffezione, che non può provocare altro che guasti e certo non un reale e duraturo sviluppo economico. Ciò è vero in primo luogo per San Potito, che nel corso degli ultimi anni era diventato uno dei paesi più visitati della nostra provincia, con tante manifestazioni che hanno portato migliaia di persone in visita. Sarebbe interessante ed opportuno effettuare una valutazione sulle ricadute economiche di tali presenze, sui benefici per l’intera popolazione di San Potito, e rendersi conto che ciò che attira un visitatore &egrav e; anche, e forse soprattutto, un vecchio e glorioso palazzo del 1749. Diviene così non solo necessario,conclude Ugo Iannitti, ma indispensabile che la ricostruzione di Palazzo Izzo, dov’era e com’era, sia chiesta da tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo reale di questo territorio, diverso dalla pura e semplice edilizia, dalla apertura di “locali commerciali” in una piccola piazzetta di un centro storico. Noi di Italia Nostra siamo i primi a chiederlo, lo faremo in tutti i modi ma soprattutto tenendo sempre desta l’attenzione.

Pietro Rossi

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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