SANTA MARIA LA FOSSA AREA MERCATO CHIUSA PER LAVORI STRAORDINARI DI RECUPERO VETRO ABBANDONATO

 

Area Mercato chiusa

di Peppino PASQUALINO

     Il coordinamento del servizio di raccolta differenziata – come ci racconta Gerarda Piscopo, la coordinatrice del servizio di raccolta differenziata sul territorio “fossataro” – è stato costretto a disporre la provvisoria chiusura dell’ingresso all’area mercato per permettere agli operatori una più agevole azione di ripulitura per rendere nuovamente fruibile la struttura mercatale.

Uno scempio, un vero e proprio scempio (vedi foto) e uno “schiaffo” alla cittadinanza e agli operatori del settore ecologico ogni giorno impegnati sul territorio per raccogliere gli scarti riciclabili e tenere in ordine le strade. Una grandissima quantità di bottiglie in vetro abbandonate dappertutto e sui muretti che delimitano l’area della vicina struttura sportiva sorta sui terreni prima sequestrati e successivamente confiscati alla malavita organizzata.

Penosa la vista dell’intera area ricoperta letteralmente dai vetri rotti, quindi da rimuovere nel più breve tempo possibile per scongiurare incidenti alle persone, ai bambini che molto spesso frequentano la vasta area con le biciclette e ai cittadini e operatori commerciali che il prossimo venerdì frequenteranno la zona per il settimanale appuntamento del mercato.

     L’area mercato, struttura cittadina intitolata al sindacalista Del Prete ucciso dalla camorra, sorta a ridosso della zona golenale del fiume Volturno, spesso si trasforma in luogo di appuntamento per coppie in cerca di intimità e per gruppi di ragazzi e giovani, e la sua grande superficie si presta da tempo per ospitare sagre locali, spettacoli musicali e iniziative popolari. Un luogo per grandi e piccini che ieri si è trasformato improvvisamente in un palcoscenico di sfogo delle “squilibrate” esuberanze giovanili.

“Ragazzate”? No, un vero e proprio atto vandalico scopre l’altare di una condizione giovanile (ahimé) spoglia di valori e scavando nel “DNA” di tale comportamento ingiustificabile si trova una scarsa educazione ambientale e vuoto senso civico (per fortuna non in tutti) che si tramanda da genitori a figli. L’atteggiamento dell’abbandono di centinaia di bottiglie di birra la dice lunga: prima sull’uso smodato di bevande alcooliche e secondo sulla mancanza di rispetto nei confronti di quegli uomini e donne che svolgono il loro lavoro quotidiano per rendere pulito e decoroso l’habitat urbano. E’ emerso anche il disprezzo per se stessi; e sì perché il posto, senza l’intervento di ripristino, si sarebbe conservato in quella condizione disastrosa al prossimo raduno degli stessi che lo hanno ridotto in quello stato.

A parte i progetti educativi svolti da “Lega Ambiente” agli inizi degli anni ’80 e dall’ufficio di protezione civile presso le scuole elementari e medie locali agli inizi di questo millennio nulla più è stato fatto per erudire le giovani generazioni al rispetto per la natura e per l’ambiente in generale.

Intanto la scena e le immagini dello scempio sono rimbalzate sui social e sicuramente hanno investito le coscienze degli “autori” con la speranza che l’atto commesso possa essere cancellato da un comportamento futuro orientato al rispetto dei luoghi in cui si vive.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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