SANTA MARIA LA FOSSA COMMERCIO LOCALE: TEMPO DI BILANCI DOPO IL “CONFINAMENTO” (LOCK DOWN PER GLI INGLESI)

 

Tony e Tanya

di Peppino PASQUALINO

Tutti sappiamo quante vittime abbiamo dovuto contare durante questa pandemia e tante ancora se ne stanno annunciando; ma un’altra sfaccettatura di questo <pericolo> ha puntato il dito contro le attività commerciali, quelle costrette a dovere chiudere e successivamente trasformarsi in camaleontici comportamenti. Con questa durissima prova hanno dovuto fare i conti anche gli operatori del commercio locale, in particolare quelli dei piccoli centri, lontani dalle grandi conurbazioni. E siamo andati a sondare il polso dell’economia locale per scoprire quali strategie hanno dato una mano a “respirare” un “clima commerciale” migliore. Per questo abbiamo scelto un settore merceologico di medio-alto consumo: prodotti per la casa.

“Dopo lo spavento iniziale a non potere operare, quale è stata la strategia messa in campo per alleviare il deficit creato dal “confinamento” (lock down per gli appassionati degli inglesismi)” – è la domanda che abbiamo posto a Tanya De Domenico che con il coniuge, Antonio Astarita, napoletano, titolare del suo punto commerciale, è stata messa alla prova durante questa triste esperienza della storia commerciale “fossatara”.

“La tecnologia questa volta ci ha mostrato il suo lato umano – esordisce Tanya De Domenico – ci ha aiutato tantissimo, tramite <WhatsApp> abbiamo ricevuto gli ordini e abbiamo avuto la possibilità di scambiare foto per poter fornire il giusto prodotto, evitando così dei <resi> che sarebbero stati motivo in più di contatto”.

E aggiunge: “il servizio di pagamento elettronico a distanza ci ha evitato quanto più possibile il contatto con il cliente e, sfruttando gli <stati WhatsApp>, abbiamo inserito giornalmente le foto delle scaffalature, creando così una sorta di <percorso virtuale in negozio>, facilitando quindi la lista spesa a distanza”.

     Dal 12 marzo al 4 maggio è stata una scelta obbligata il restare chiusi nel pomeriggio, anche per contenere i costi gestionali che non saranno recuperati neanche durante gli eventi tradizionali (festività patronali e sagre).

Un sostegno comunale “indiretto” lo individuiamo nel momento in cui la Protezione Civile locale ha lanciato l’iniziativa della “spesa solidale”, infatti aggiunge la De Domenico: “questa iniziativa ha dato una spinta ai consumi perché la popolazione ha risposto bene facendo impennare la vendita dei prodotti alimentari e di facile consumo casalingo”.

I prezzi non hanno ricevuto spinte al rialzo, tranne (anche per una elementare legge di mercato) per i prodotti igienizzanti per i quali si è dovuto scomodare perfino il Governo nell’ammonire i soprusi dei furbi commercianti a livello nazionale.

“Abbiamo sfruttato il pomeriggio di chiusura per dedicarci alla comunicazione – continua Tanya De Domenico – e siamo stati costantemente presenti sui social (Istagram, Facebook, Whatsapp) aggiornando di continuo la <finestra> dei nostri prodotti”.

E conclude con molta soddisfazione e orgoglio Tony Astarita, il titolare dell’attività: “durante la chiusura al pubblico molti clienti ci hanno dimostrato il loro affetto regalando fiori e inviando messaggi speciali di ringraziamento.” E ancora: “abbiamo usato il numero aziendale anche negli orari di chiusura per tenere compagnia ad una tipologia di clienti che si era fatta prendere dallo sconforto per la situazione di chiusura forzata; con le giuste parole abbiamo trasmesso positività. Insomma, evitando di piangerci addosso e agendo con innovazione e idee commerciali nuove abbiamo ottenuto risultati prima impensabili”.

     Certo non tutte le categorie commerciali “fossatare” hanno fatto registrare gli stessi risultati ma mediamente gli sforzi compiuti dagli operatori commerciali hanno sostenuto l’intera cittadinanza.

 

 

 

 

 

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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