SANTA MARIA LA FOSSA L’ISOLA CHE NON C’È! …FATE PRESTO!

di Peppino PASQUALINO

     <FATE PRESTO!>, tutti i “capelli d’argento” ricorderanno il titolo de’ il Mattino del 25 novembre del 1980, a due giorni dall’impressionante sussulto dell’appennino meridionale che mise in ginocchio l’irpinia e la lucania. Ed è proprio il caso, senza nessuna esagerazione, di dire <fate presto> a riaprire questa benedetta (o maledetta, ndr) isola ecologica, già chiusa per oltre un anno e riaperta per poche settimane per poi rinserrare ancora una volta i cancelli. 

     Percorrere le strade del centro urbano, al cospetto di una pulizia dei luoghi alquanto accettabile, senza proiettare il pensiero a ciò che sono le periferie è come godersi una bellissima autovettura allontanando la mente dalle cambiali da pagare. E basta allontanarsi dal centro e raggiungere le località viciniori, spesso quelle più amene (almeno così dovrebbero essere, nrd), <Porto delle femmine>, <Canale>, <Vota Palazzo>, <Sgarrupata>, <Melaino> e infine la strada cantierizzata in itinere che dall’incrocio con la provinciale 333 conduce al costruendo (dai tempi petrini, ndr) depuratore.

     Gli scarti di costruzione gettati nei pressi delle rive del Volturno sarebbero quelli meno pericolosi e inquinanti, mentre preoccupano le plastiche, i fusti che hanno contenuto smalti e solventi, legname dismesso, mobili, divani, suppellettili, radio vecchie, televisioni, pezzame, pneumatici di ogni dimensione, vetro, e in determinati luoghi perfino alimenti forniti dalla Caritas nei giorni di distribuzione dei beni alimentari.

     I fossi laterali che costeggiano la strada di servizio al costruendo depuratore ormai sono diventati sede perenne di frigoriferi e congelatori, oltre a mobili di ogni sorta e rifiuti di ogni genere che ormai hanno raggiunto notevoli quantità proprio a ridosso della struttura idraulica. Questo è il risultato in mancanza di una struttura recettiva qual è l’isola ecologica; certo c’è tanta (purtroppo, ndr) gente senza scrupoli che anche in presenza dell’isola ecologica continuerebbe a gettare suppellettili dappertutto ma occorre <ora, subito, adesso> riaprire la struttura di raccolta e pubblicizzare massicciamente tale ripresa del servizio.

     E a questo proposito tanta gente si chiede: ma che fine ha fatto il monitoraggio territoriale? Che fine ha fatto quella rete di videosorveglianza tanto sbandierata che dovrebbe dare sicurezza alla cittadinanza e smascherare gli autori degli sversamenti abusivi? Occorrerebbe perseguire ogni sforzo investigativo possibile per risalire anche ad un solo autore, comminare una ammenda esemplare e diffondere l’iniziativa territorialmente allo scopo di scoraggiare tali delittuosi comportamenti.

     Ma una cosa è certo, l’appello da rivolgere alle autorità preposte alla salvaguardia della salute e alla sicurezza pubblica: <FATE PRESTO!>       

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *