SANTA MESSA DOMENICA 11 NOVEMBRE

Domenica 11 Novembre 2018          
S. Martino di Tours

32.a di Tempo Ordinario
1Re 17,10-16; Sal 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44

Loda il Signore, anima mia.

PREGHIERA DEL MATTINO 
Signore Gesù, il Vangelo di oggi ci presenta due atteggiamenti opposti. Il primo consiste nell’abusare della propria posizione e del potere, per interesse personale. È la sete di lodi, la corsa agli onori e agli applausi, l’avidità e la cupidigia; in questo caso, anche il bene che si fa è contaminato dall’egoismo. Il secondo atteggiamento consiste in una bontà umile ed illimitata, pronta ad offrire, a te e al prossimo, ogni sua risorsa, fino all’ultimo soldo e pronta, infine, a offrire se stessa. Sotto questo aspetto, la vedova del Vangelo assomiglia a te, che ci hai dato tutto e che, alla fine, ti sei offerto in sacrificio per noi. I due atteggiamenti sono come due specchi. Dammi il coraggio di rispecchiarmici spesso.

ANTIFONA D’INGRESSO 
La mia preghiera giunga fino a te; tendi, o Signore, l’orecchio alla mia preghiera. (Sal 88,3)

COLLETTA 
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo…

PRIMA LETTURA  
La vedova fece con la farina una piccola focaccia e la portò ad Elia.
Dal primo libro dei Re 1Re 17,10-16
In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 145) 
R. Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
R. Loda il Signore, anima mia.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
R. Loda il Signore, anima mia.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
R. Loda il Signore, anima mia.

SECONDA LETTURA  
Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti. 
Dalla lettera agli Ebrei 9,24-28
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Parola di Dio. 

CANTO AL VANGELO (Mt 5,3) 
R. Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
R. Alleluia.

VANGELO  
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 
+ Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore. 

OMELIA 
La liturgia di oggi ci presenta due donne vedove: quella di Sarepta, che aiuta il profeta Elia, rinunciando al suo cibo, e quella del Vangelo, che offre i suoi due spiccioli, “tutto quanto aveva per vivere”. La loro generosità è ancora più manifesta, se confrontata con l’atteggiamento dei ricchi spavaldi e degli scribi che “divorano le case delle vedove”. La divisione ricchi e poveri è una contrapposizione usuale della Sacra Scrittura, ma non basta essere poveri per camminare sulla retta via, né essere ricchi per camminare sulla via dell’ingiustizia. Il Signore non guarda lo stato patrimoniale, ma lo stato del cuore. E così pure, non pensare che tutti i farisei   sinonimo di ipocrita   siano sempre tali. D’altronde il pericolo dell’ipocrisia è insito in ogni persona. Una volta ancora Gesù ci riporta all’interiorità, alla valutazione che non si ferma alla superficie e alla quantità. Ci rifà l’elogio della povertà, che è donazione, fiducia e piccolezza. Quella vedova che non era sfuggita al suo sguardo, era veramente povera di spirito, nascosta, proprio l’antitesi di coloro che “amavano primeggiare in lunghe vesti, ricevere i saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe”. Gesù sa cogliere la verità della persona al di là delle apparenze, osservando la condotta di ciascuno nel quotidiano. Gesù diceva alla folla: “Guardatevi dagli scribi”. Egli insegnando nel tempio, offre i criteri per distinguere i veri dai falsi maestri. Il cammino secondo il Vangelo, è il passaggio dal potere al servizio, dalla esibizione al nascondimento, dalla ricchezza alla povertà. Non soltanto come atteggiamento morale, ma come imitazione reale della povertà che Gesù stava per portare a termine nella sua vita con la sua la passione e la sua morte in croce. Il Vangelo lo rileggiamo nella seconda lettura, proprio attraverso il tema del sacrificio: “Ha dato tutto quanto aveva per vivere, tutta la sua vita”. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE 
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa’ che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE 
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla; in pascoli di erbe fresche mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE 
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE 
Ricordiamoci di questa vedova che, preoccupata per i poveri, e senza temere per se stessa, donò tutto ciò che aveva per vivere, pensando solamente al futuro, come Cristo stesso ci testimonia. Poiché gli altri, egli dice, hanno dato del loro superfluo, ma lei, senza dubbio più povera di molti poveri, per cui due piccole monete erano tutta la sua offerta ma, nell’anima, più fortunata di tutti i ricchi, non interessandosi che alle sole ricchezze della ricompensa eterna, avida del tesoro celeste, si privò in un attimo di “ogni bene che, tratto dalla terra, tornerà alla terra” (Gen 3,19). Essa ha dato ciò che aveva al fine di possedere ciò che non vedeva. Ha dato dei beni mortali per conquistare quelli eterni. Questa poveretta non ha trascurato la legge disposta e stabilita da Dio riguardo al conseguimento del futuro, ed è il motivo per cui il divino fornitore non l’ha dimenticata, e il giudice del mondo in persona ha emesso la sua sentenza in suo favore, e ha fatto nel Vangelo l’elogio di colei che sarebbe stata incoronata nel momento del giudizio. Prestiamo dunque al Signore, con i doni del Signore; poiché noi non possediamo nulla senza i suoi doni, e non esistiamo senza il suo consenso. E soprattutto: che cosa possiamo considerare come nostro, noi che a causa di un debito immenso e privilegiato non apparteniamo a noi stessi, e non solo perché siamo creati da Dio, ma anche perché riscattati? Gioiamo di essere stati riscattati dal sangue prezioso del Signore stesso, prezzo per mezzo del quale abbiamo cessato di essere vili e senza valore, poiché la libertà di coloro che non sono sottomessi alla giustizia è più spregevole della servitù. Ed infatti un tale uomo “libero” è schiavo del peccato e prigioniero della morte. Rendiamo dunque al Signore i suoi beni; diamo a colui che riceve in povertà; diamo, dico, nella gioia e riceviamo da lui, come egli dice, con allegria.
SAN PAOLINO DI NOLA


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Gibran
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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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