SANTA MESSA DOMENICA 15 MAGGIO

LA PAROLA
15 maggio 2016
Domenica
San Torquato
Pentecoste – P
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra
Liturgia: At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, Gesù Cristo, aiutaci ad osservare i tuoi comandamenti e ad amarti. Dal Padre, mandaci lo Spirito Santo perché rimanga nei nostri cuori e ci mantenga nel tuo amore. Lo Spirito faccia vivere in noi tutto quello che tu ci hai insegnato, affinché sia sempre fonte di meditazione, di forza e di ispirazione della nostra vita. In tutta la nostra vita riconosciamo la presenza interiore della Santa Trinità che tu ci hai donato dopo avercela conquistata. Signore Gesù, con il Padre e con lo Spirito Santo, mantienici nella tua pace.

ANTIFONA D’INGRESSO
L’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito, che ha stabilito in noi la sua dimora. Alleluia.

COLLETTA
O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (At 2,1-11)
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
Dagli Atti degli Apostoli
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 103)
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Togli loro il respiro; muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-17)
Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Parola di Dio.

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.

CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia.

VANGELO (Gv 14,15-16.23b-26)
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Parola del Signore.

OMELIA
È molto bello che l’Amore di Dio, riversato oggi sulla sua chiesa nascente, nella persona degli apostoli, radunati in preghiera con Maria nel cenacolo, si manifesti in lingue di fuoco. Noi siamo soliti dire che l’amore brucia, è vero: purifica rinnova, santifica e vivifica perché quel fuoco viene da Dio ed è per tutti noi. Scese quel giorno, in quella prima pentecoste, ma ripete la sua azione per sempre, sino alla fine dei tempi. L’amore di Dio è lo Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità, è l’essenza e la perfezione dell’amore, perché sgorga dal cuore del Padre e del Figlio suo, Gesù Cristo. È il Paràclito, il consolatore, l’avvocato, la verità, l’energia vitale per ognuno e per la chiesa. Ci era stato promesso come garanzia di una unione indissolubile con Cristo e con il Padre. I primi ad essere interiormente trasformati furono gli stessi apostoli: inizialmente titubanti, ignari, deboli poi resi impavidi ed araldi coraggiosi, pronti a tutto, fino al martirio. Il cammino della chiesa dai suoi esordi, costantemente sarà guidato da quello Spirito, che supererà ogni insidia, conserverà integro il deposito della fede, sarà segno visibile di unità e di pace. Le forze degli inferi non prevarranno contro di essa. Con quello stesso Spirito una schiera, che nessuno può contare, ha conseguito la santità fino all’eroismo. Spira ancora quello Spirito sulla chiesa di oggi e sugli uomini del mondo, segnando il cammino dell’umanità sulle vie della sapienza e della concordia. Molti, è vero, camminano ancora a luci spente o si affidano alla tenue luce della ragione umana, ma sta crescendo il bisogno di luce autentica, di amore vero, di solidarietà operativa, di giustizia a tutto campo. Pare che la pentecoste di quest’anno ci colga particolarmente assetati di luce e di verità. Urge quello Spirito per il nostro mondo dopo i fallimenti di ogni genere. Urge alla chiesa, sempre bisognosa di rinnovamento, sempre protesa a nuove illuminazioni dello Spirito. Urge ai pastori e ai sacerdoti perché siano testimoni di verità con la parola e con l’esempio. Urge a coloro che governano le sorti del mondo perché diventino operatori di pace. Urge alle famiglie affinché attingano amore autentico e siano capaci di fedeltà e di indissolubilità. Urge ad ogni credente in Cristo perché non abbia a mancare l’obiettivo finale della propria esistenza. Urge a chi scrive questi pensieri affinché sappia diffondere speranza e dare luce ai cuori. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Manda, o Padre, lo Spirito Santo promesso dal tuo Figlio, perché riveli pienamente ai nostri cuori il mistero di questo sacrificio, e ci apra alla conoscenza di tutta la verità. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre”. Alleluia.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che hai dato alla tua Chiesa la comunione ai beni del cielo, custodisci in noi il tuo dono, perché in questo cibo spirituale che ci nutre per la vita eterna, sia sempre operante in noi la potenza del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Come sempre, percepiamo il suo essere e la sua vita attraverso le manifestazioni divine.
Lo Spirito Santo è un essere trascendente che non appartiene alla creazione, ma che la precede e la domina. Lo Spirito Santo non appartiene nemmeno al mondo degli spiriti umani, ma li pervade, li ispira e li innalza al di sopra dei loro mezzi. Come il Figlio, lo Spirito Santo conosce tutto. Offenderlo significa offendere Dio.
Si tratta di un essere divino poiché è principio della divinizzazione degli uomini. La formula del battesimo lo pone perciò giustamente sullo stesso piano delle altre due persone della Trinità.
Lo Spirito Santo è chiamato “spirito” non perché più incorporeo rispetto al Padre o al Figlio, ma perché non si è incarnato. Già nell’Antico Testamento la sua azione è del tutto invisibile, si rivolga essa agli uomini o alle cose. Le parole o le realtà materiali che lo indicano sono puramente simboliche e, del resto, sempre scelte fra le più evanescenti: vento, alito, acqua, fuoco. Solo la colomba sembra costituire un’eccezione, ma essa esprime solo la funzione pacificatrice dello Spirito, e il testo sacro sottolinea che si tratta di una mera similitudine. Lo stesso vale per il “Paraclito”.
Questo spiega il fatto che lo Spirito sia meno conosciuto del Verbo fatto carne, che ha assunto la nostra stessa natura. Questo spiega anche come lo Spirito sia il principio di azione nell’intimo dell’anima umana. Il Verbo incarnato agisce all’esterno con le sue parole e le sue azioni, e all’interno per mezzo dello Spirito Santo.
Ciò che costituisce una novità nella rivelazione dello Spirito Santo nel Nuovo Testamento è il farci scoprire che è una persona: agisce come una persona, con tutto quanto ciò comporta, cioè con una essenziale spontaneità nelle promesse e negli atti. Si fa un’eccezione alla grammatica, usando non un pronome che si riferisce a una cosa, ma a una persona.
Lo Spirito è paragonato al Figlio, il cui carattere di persona si manifesta nell’Incarnazione. Lo Spirito è l’altro Paraclito, cioè l’avvocato che continua l’opera del Figlio sulla terra. Può fare numero con i cristiani, come avviene quando gli apostoli dicono: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi”.
Lo Spirito Santo è detto “santo” non perché sia più santo del Padre e del Figlio, ma per distinguerlo dallo spirito malvagio e, soprattutto, perché santifica gli uomini, cioè li pervade, li purifica dal male, li rende simili a Dio e permette loro di raggiungere la santità divina.
L’azione per mezzo della quale lo Spirito rende gli uomini figli di Dio, permettendo loro di invocare Dio come “Padre”, rivela da sé il ruolo eterno dello Spirito stesso. È nello Spirito che il Figlio si compiace nel suo essere figlio, ed è grazie allo Spirito che si realizza l’unità delle tre persone divine.
Tale santificazione è descritta come un’azione distinta dello Spirito Santo, ma non come un’azione separata, poiché proviene dal Padre, passa attraverso il Figlio e ritorna al Padre. Sbaglia chi ha creduto di attribuire allo Spirito un regime diverso, come sbaglia chi reclama per lo Spirito un ruolo troppo distinto.
Tentare di chiarire quale sia il ruolo dello Spirito Santo nello svolgimento del piano di salvezza, significa ripeterlo tutto quanto. Infatti, benché la Trinità sia coinvolta interamente in ogni episodio, è lo Spirito Santo, ultimo in ordine logico ed ontologico, che tocca direttamente l’uomo salvato. Ciò si è realizzato anzitutto nel seno della Vergine Maria per l’esistenza dell’umanità di Cristo. Lo stesso accadrà per ogni moto psicologico di Cristo, e, specialmente, per l’atto di redenzione, così come era stato annunciato da Isaia. Ecco perché lo Spirito Santo unito alla sua umanità è chiamato a ragione lo “Spirito di Gesù”. Comunicato ai cristiani la sera di Pasqua e la mattina di Pentecoste dalla fonte sovrabbondante del cuore trafitto, lo Spirito ha in loro la sua dimora, facendo sì che nei cristiani risieda così la Trinità: “Non sapete che siete i templi dello Spirito Santo?”. È una presenza attiva e operante, che rende i cristiani capaci di credere, di sperare e di amare, che valorizza ogni loro qualità e capacità in vista della salvezza o del loro ruolo ecclesiale. Anche il corpo è “pneumatizzato”, “spiritualizzato” dal soffio dello Spirito, e preparato così al suo stato di gloria. È lo Spirito che ispira la Chiesa secondo la funzione di ciascuno e che mette tutti i membri della Chiesa in relazione gli uni con gli altri.
Qualunque sia la terminologia invalsa, lo Spirito Santo è il principio immediato di ogni contatto con Dio. È comunicato in ogni sacramento che ne rinnova la funzione in chi ne beneficia, secondo modalità diverse e in vista di bisogni diversi: battesimo, penitenza, ordine, matrimonio, sacramento dei malati. In due sacramenti, però, esso svolge una funzione particolare: nel sacramento della cresima, dove riafferma la sua presenza, già tratteggiata nel battesimo e nel sacramento dell’Eucaristia dove egli sostituisce al pane e al vino il corpo e il sangue di Cristo e per mezzo del quale si comunica ai comunicanti attraverso la sovrabbondanza della sua presenza nel cuore di Cristo.
Questo ruolo dello Spirito Santo come persona della Trinità è specificamente distinto dall’azione di Dio nel mondo e nella storia.
Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Annunciando la sua manifestazione ormai prossima, soprattutto nel Vangelo secondo Giovanni, Gesù afferma la sua eterna unione con il Padre, ma anche l’invio che il Figlio può farne. Non seguo qui gli orientali che ci rimproverano il “filioque”, trovo tuttavia che il modo di procedere dello Spirito “dal Padre” e “dal Figlio” sia in qualche modo diverso. Infatti, quali che siano le formule, il Padre è l’origine eterna del Figlio e dello Spirito Santo, ma, avendo il Padre dato tutto al Figlio, il Figlio riceve anche il potere di inviare con lui lo Spirito Santo. Il Padre è l’origine immediata e il Figlio l’origine mediata dello Spirito Santo.
Mons. CHARLES
SEZIONI DEL SITO:
Bibbia (CEI 2008)
Bibbia per ragazzi
Ebook gratuiti
Calendario Liturgico
Lettere da un amico
Oroscopo Cristiano
Corso Fondamenti Cristianesimo

SEMPRE NEL SITO:
Dizionario Termini Religiosi
Aforismi e citazioni cristiane
Daily Readings
E molto altro ancora… su LaParola.it

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *