Santa Messa Domenica 16 Giugno

LA PAROLA


16 giugno 2013
Domenica
S. Aureliano
11.a Tempo Ordinario (C) – III

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, dammi la ricchezza di amore di questa donna peccatrice, dammi la sua capacità di dono e di servizio. Dammi l’umiltà di continuare a riconoscere la grandezza del tuo perdono e la forza di chi sa di doverne ogni momento rinnovare l’esperienza.
Fa’, o Signore, che ognuno di noi che, consapevolmente o no, ti cerca con cuore sincero possa come la peccatrice ascoltare la tua voce dirgli: “La tua fede ti ha salvata: va’ in pace!”.

ANTIFONA D’INGRESSO
Ascolta, Signore, la mia voce: a te io grido. Sei tu il mio aiuto, non respingermi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,7.9)

COLLETTA
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (2Sam 12,7-10.13)
Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai.
Dal secondo libro di Samuele
In quei giorni, Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro.
Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti.
Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l’Ittita”.
Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 31)
R. Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie iniquità”
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R.

SECONDA LETTURA (Gal 2,16.19-21)
Non vivo più io, ma Cristo vive in me.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati
Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge, ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.
In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (1Gv 4,10b)
R. Alleluia, alleluia.
Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,36- 8,3)
Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Parola del Signore

OMELIA
Gesù è stato accusato di essere amico dei peccatori. Ebbene sì, vuole esserlo. Ma in che senso? Il Vangelo di oggi lo spiega. In quei tempi era costume che si invitassero i maestri itineranti. Prima del pasto, erano obbligatori alcuni gesti di ospitalità come, ad esempio, offrire dell’acqua e salutare con un abbraccio. Ecco che una donna, conosciuta come peccatrice, mostra nei confronti di Gesù un’ospitalità eccessiva, mentre Simone non è certo prodigo in gesti. Di fronte alla sua perplessità, Gesù racconta una parabola sul perdono. La donna si converte, piange lacrime di contrizione e di ringraziamento. Gesù dichiara: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato”. Gesù la conferma nella sua fede: davanti agli occhi di tutti riconcilia la peccatrice con Dio e la reintegra nella società degli uomini onesti. Abbiamo, dunque, qui l’esempio della contrizione perfetta. Il confessore ripete nella formula dell’assoluzione le parole che nell’epilogo Gesù rivolge a questa donna. Gesù era un infaticabile viaggiatore che annunciava il vangelo. Lo accompagnavano non solo i discepoli, ma anche le donne. Egli le ha associate alla sua attività apostolica, ha accettato il loro servizio e il loro aiuto materiale, comportandosi così in modo rivoluzionario per quell’epoca. Gesù restituisce pienamente alla donna la sua dignità di essere umano: agli occhi di Dio è pari all’uomo.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
O Dio, che nel pane e nel vino doni all’uomo il cibo che lo alimenta e il sacramento che lo rinnova, fa’ che non ci venga mai a mancare questo sostegno del corpo e dello spirito. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato”, disse il Signore della donna peccatrice. (Lc 7,47)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Signore, la partecipazione a questo sacramento, segno della nostra unione con te, edifichi la tua Chiesa nell’unità e nella pace. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Chi parla così? La sposa. E quale sposa? L’anima assetata di Dio. E a chi parla? Al suo Dio. Non si potrebbero trovare nomi più teneri per esprimere la tenerezza reciproca di Dio e dell’anima, che quelli di Sposo e sposa. Tutto è loro in comune, non posseggono nulla di proprio, né da parte. Unica è la loro eredità, una sola è anche la carne che essi costituiscono insieme, come dice la Scrittura.
Se dunque la parola amore si addice specialmente e in particolar modo allo Sposo, non è senza buone ragioni che si dà il nome di sposa all’anima che ama. La prova che ella ama, è quella che chiede a Dio un bacio. Ella non desidera né la libertà, né una ricompensa, né un’eredità, e neppure un insegnamento, ma un bacio, come una casta sposa, spinta da un santo amore e incapace di nascondere la fiamma di cui arde…
Sì, il suo amore è casto poiché ella desidera solamente colui che ama, e non qualcosa che gli appartiene.
Il suo amore è santo, poiché ella non ama con il pesante desiderio della carne, ma nella purezza liberatrice dello spirito.
Il suo amore è ardente, poiché, inebriata di questo stesso amore, ella dimentica la grandezza di colui che ama. Non è infatti lui, dice Dio, che con uno sguardo fa tremare la terra? Ed è a lui che ella domanda un bacio. Non è ubriaca? Sì è… ubriaca d’amore per il suo Dio.
Oh, che forza nell’amore! Oh, che fiducia e che libertà nello Spirito! Come dimostrare più chiaramente che l’amore perfetto bandisce la paura?
Fratelli, la ragione per cui si ama Dio, il motivo dell’amore di Dio, è Dio stesso. E la misura di questo amore è di amarlo senza misura.
SAN BERNARDO

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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