Santa Messa Domenica 17 Marzo

LA PAROLA

 
17 marzo 2013 
Domenica
S. Patrizio (mf)
5a di Quaresima – I

PREGHIERA DEL MATTINO
Fa’, o Signore, che proviamo in questo giorno la gioia della tua misericordia. Ristabilisci in noi la nostra vera natura: che nessun peccato, nostro o di un altro, ci scandalizzi tanto da impedirci di vivere nella tua vicinanza o nella vicinanza dei nostri fratelli. Concedi che tra le meschinità che soffocano la vita quotidiana possiamo vivere il perdono, in modo che coloro che non ti conoscono si sentano attirati da questa novità, così umana, così generatrice di vita, che non può avere origine che da te solo, che sei così grande.

ANTIFONA D’INGRESSO
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà; salvami dall’uomo ingiusto e malvagio, perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

COLLETTA
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio e vive e regna con te…

PRIMA LETTURA (Is 43,16-21)
Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 125)
R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

SECONDA LETTURA (Fil 3,8-14)
A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (cf. Gl 2,12-13)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io ono misericordioso e pietoso.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Parola del Signore.

OMELIA
È vicino il momento in cui Cristo farà la rivelazione più radicale – e la più incomprensibile per l’uomo – della sua potenza: morire sulla croce. È uno “scandalo per gli Ebrei, follia per i popoli pagani” (1Cor 1,23).
Già prima Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della croce, che li stupì e confuse. Quello che osservavano, nel comportamento sociale, è che l’uomo utilizza la debolezza degli altri per affermare il proprio potere. Ma Gesù diceva loro: “I re delle nazioni… e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così” (Lc 22,25). E i farisei che pretendono di usare una povera donna, colta in flagrante delitto di adulterio, per compromettere Gesù, gli danno in effetti l’occasione di insegnare con un esempio i suoi nuovi metodi.
In primo luogo Gesù mette in evidenza l’ipocrisia dei farisei: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Dopo, toglie loro qualsiasi argomentazione. Mette in evidenza la loro ignoranza colpevole della legge che insegna che Dio, essendo potente sovrano, giudica con moderazione e governa con indulgenza, perché egli opera tutto ciò che vuole (Sal 115,3). Infine – e questo è il punto più importante del Vangelo -, Gesù insegna alle folle che non esiste più grande manifestazione di potere che il perdono. La morte stessa non ha un così grande potere. In effetti, solo il potere di Cristo, che muore crocifisso per amore, è capace di dare la vita. E soltanto il potere che serve a dare la vita è vero potere.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Donna, nessuno ti ha condannata?”. “Nessuno, Signore”. “Neppure io ti condanno; d’ora in poi non peccare più”. (Gv 8,10-11)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo, poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
La legge aveva comandato di lapidare le adultere. Ora, la legge non poteva prescrivere un’ingiustizia; e se qualcuno parlava contro ciò che la legge comandava era colpevole di iniquità. Così si dissero fra di loro i farisei a proposito di Gesù: “Egli ha fama di essere vero, emana dolcezza; è sulla giustizia che dobbiamo attaccarlo. Portiamogli una donna colta in flagrante delitto di adulterio, e diciamogli ciò che comanda la legge a questo proposito”…
Che cosa risponde il Signore Gesù? Cosa risponde colui che è la Verità? Cosa risponde colui che è la Saggezza? Cosa risponde colui che è la Giustizia stessa così chiamata in causa? Gesù non dice: “Ella non sia lapidata”, poiché non vuole dare l’impressione di parlare contro la legge. Eppure si guarda bene dal dire: “Sia lapidata”, poiché egli non è venuto per perdere ciò che è stato ritrovato, ma per cercare ciò che è perduto. Allora che cosa risponde? Guardate come egli sia pieno di giustizia, di saggezza, e di verità! “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Risposta luminosa! Come li fa tornare in se stessi! Le loro azioni erano esterne, ma essi non guardavano a fondo nel proprio cuore. Essi vedevano l’adulterio, ma non osservavano se stessi… Ora, chiunque, si osservi attentamente si scopre peccatore. È inevitabile. Dunque, o rendete la libertà a questa donna, o subite con lei il castigo della legge. Se Gesù avesse detto: “Non si lapidi l’adultera”, sarebbe stato colpevole d’ingiustizia. Se avesse detto: “Sia lapidata”, sarebbe sembrato privo di dolcezza. Egli dirà dunque ciò che deve dire il dolce e il giusto: “Chi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”. È la voce della giustizia. Che la colpevole sia punita, ma non dai colpevoli; che la legge sia fatta osservare, ma non da coloro che violano la legge. È esattamente la voce della giustizia. Colpiti da questa giustizia come dal ferro di una lancia, essi tornarono in se stessi e, scoprendosi peccatori, “se ne andarono uno per uno”.
SANT’AGOSTINO

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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