Santa Messa Domenica 20 Febbraio 2011

LA PAROLA DI OGGI
20 febbraio 2011
Domenica
S. Silvano – VII tempo ordinario (A) – III

PREGHIERA DEL MATTINO
O Dio, nostro creatore e redentore, attraverso il tuo continuo perdono a coloro che si smarriscono nei tuoi sentieri, tu accordi anche la vita dell’anima e del corpo. Stendi la tua mano su di noi, poveri paralitici colmi di errori. Così il tuo perdono ci condurrà di nuovo a te, la nostra persona tumefatta riprenderà vigore, e noi potremo camminare verso la gloria che tu ci prometti.

ANTIFONA D’INGRESSO
Confido, Signore, nella tua misericordia.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza,
canti al Signore che mi ha beneficato.

COLLETTA
O Dio, che nel tuo Figlio spogliato e umiliato sulla croce hai rivelato la forza dell’amore, apri il nostro cuore al dono del tuo Spirito e spezza le catene della violenza e dell’odio, perché nella vittoria del bene sul male testimoniamo il tuo vangelo di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Lv 19,1-2.17-18)
Ama il tuo prossimo come te stesso.
Dal libro del Levitico
Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui.
Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 102)
R. Il Signore è buono e grande nell’amore.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.

SECONDA LETTURA (1Cor 3,16-23)
Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Dal libro del Levitico
Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente,
perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia.
E ancora: Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani.
Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro:
Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro!
Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO
R. Alleluia, alleluia.
Chi osserva la parola di Gesù Cristo,
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
R. Alleluia.

VANGELO (Mt 5,38-48)
Amate i vostri nemici.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:”Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.
Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,
affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?
E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Parola del Signore.

OMELIA
La legge del taglione era rivolta a far sentire sulla pelle del colpevole quanto aveva fatto ad un altro. Era un principio punitivo che conteneva in sé un insegnamento, certo primitivo, ma pur sempre necessario rispetto allo scatenarsi della vendetta omicida (Cf. Gn 4,23s). La regola “occhio per occhio, e dente per dente” viene portata a compimento abolendo la parità di violenza fisica della punizione, per puntare direttamente sull’appello alla coscienza. Ad uno schiaffo non si deve rispondere con uno schiaffo. Gesù colpito da una guardia con uno schiaffo non gli ridà uno schiaffo, ma gli rivolge un fortissimo appello alla coscienza (Gv 18,22). E’ la coscienza che deve essere sollecitata nel colpevole, non per inchiodarlo nel tormento di un perenne rimorso senza via d’uscita, come spesso si tenta di fare con le invettive lanciate sui colpevoli alle porte dei tribunali, ma perché giunga a ravvedersi nel profondo del cuore.
Gesù non ci invita ad un distacco passivo dal colpevole per una forma di sottile di disprezzo, ma ad un agire positivo. Il “porgi l’altra guancia” è certamente un’immagine, un’immagine rivolta a far superare la legge del taglione, ma contiene anche il messaggio di una positività verso l’altro.
Ma a quali situazioni Gesù guarda, perché non può ridursi a semplice immagine il porgere l’altra guancia? Guarda ai suoi seguaci colpiti, umiliati, schiaffeggiati a causa della sua fede in lui. Guarda quando uno che crede in lui riceve uno schiaffo, perché, mosso da carità, si è esposto a difesa di un debole che viene colpito. Pensiamo all’Ordine dei Mercedari che prevedeva la carità di darsi schiavi ai turchi affinché altri venissero liberati. Pensiamo a san Massimiliano Kolbe che si presenta per sostituire un uomo preso da disperazione perché condannato a morire di fame e di sete.
Gesù non abolisce la legittima difesa, poiché essa è una dura necessità di questo povero mondo, ma non vuole che sia intrisa di odio. E se l’odio volesse attaccare il bene supremo dell’amore presente nel cuore di un discepolo di Cristo, se volesse mettere alla prova la sua capacità di durare nell’amare, se volesse spegnere in lui l’amore, l’amore invece crescerà accettando tormenti e umiliazioni. L’amore non può mai spegnersi. Se davanti ad un discepolo si para una croce a sbarrargli il cammino, l’amore gli darà la forza di prendere sulle spalle quella croce e procedere, e l’amore crescerà poiché la croce fa crescere l’amore.
L’avidità degli uomini può usare del potere giudiziario di un tribunale per estorcere ad un povero una tunica, facendola passare come pegno dovuto per un prestito di denaro non restituito. Una situazione fatta apposta per sgomentare, frustrare, maledire. Il dare anche il mantello non è segno di viltà, ma di rinuncia all’ira, alla rabbia, allo sdegno, per affidarsi a Dio. Il dare il mantello non è gesto di disprezzo rabbioso, né azione irresponsabile, ma manifestazione di fiducia in Dio che provvederà ben presto (Cf. Es 22,26). Tale testimonianza di paziente fiducia scuoterà la coscienza dell’estorsore che potrà giungere a ravvedersi.
Chiaro che Gesù presenta dei casi tipo per un insegnamento che vale universalmente. Ora c’è il caso di essere costretti a servire un oppressore che impone che si porti il peso della sua merce. Era il caso dei soldati romani che spesso obbligavano ebrei a trasportare gravi pesi. Gesù dice che non bisogna lasciarsi prendere dall’ira, dalla rabbia, dalla maledizione, quando si è sottoposti a tale umiliante sopruso, ma, al contrario, bisogna disporre l’animo alla pazienza come se si dovessero fare due miglia, anziché una. Il portare il carico rinunciando all’ira, all’odio, all’astio diventerà un appello alla coscienza dell’oppressore, un invito a considerare il perché di tanta dignitosa mansuetudine.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, quest’offerta espressione della nostra fede; fà che dia gloria al tuo nome e giovi alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Annunzierò tutte le tue meraviglie.
Io te gioisco ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Il pane che ci hai donato, o Dio, in questo sacramento di salvezza, sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
“Amerai il tuo prossimo” è comandamento scritto nel libro del Levitico (19,18). L’amore verso il prossimo era circoscritto verso il proprio connazionale, verso l’alleato, ma non verso il nemico; tuttavia, “Odierai il tuo nemico” non si trova scritto da nessuna parte della Scrittura, sebbene la sostanza si ritrovi nel quadro della guerra santa contro le città della Palestina.
L’odio verso il nemico non era di cieca brutalità, poiché era supportato da un compito di giustizia da compiere contro gli empi. Gesù abolisce radicalmente l’odio verso il nemico, verso l’empio, verso il persecutore. Al contrario, bisogna amare i nemici per avere un amore universale che superi l’amore verso connazionali, alleati e amici.
Amare chi ci ama non è fare niente di straordinario che demarchi profondamente l’agire pagano da quello cristiano. Il cuore deve essere duro contro il male, ma non contro il persecutore di fronte al quale bisogna porsi con la nobiltà conferita dalla fortezza della fede e dell’amore.
Il compito di giustizia da attuare verso gli empi è segnato dalla giustizia del Cristo che ha espiato i nostri peccati, cosicché ogni uomo ha al suo attivo la salvezza operata da Cristo. La giustizia da compiere presso gli empi è quella di annunciare Cristo, testimoniare Cristo.
Al posto della giustizia punitiva operata dalle armi si ha la giustizia di misericordia operata dalla croce di Cristo. Il mondo sarà portato alla pace, quella vera, non dalle armi, ma dalla partecipazione alla passione di Cristo. Portare la pace nel mondo era il desiderio di san Paolo, come di tutti i santi, come deve essere il nostro. Per questo disegno di pace Paolo non esitava a partecipare ai patimenti di Cristo, nel dono di completarli, come dice nella lettera ai Colossesi (1,24): “Do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa”. Chiesa che deve crescere nella santità ed estendersi nel contempo a tutte le genti. Il mondo è ostile, trama agguati e violenze, verbali o meno, contro chi annuncia l’amore, perché il mondo odia l’amore, ma Dio protegge sempre la Chiesa, ogni cristiano che sia veramente tale, come abbiamo ascoltato: “Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia” e anche “Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani”. La Chiesa procede portando la croce, non avanza senza la croce. Portare la croce è certo il risultato di tutte le virtù, ed è la forza per cambiare il mondo. Certo, “Prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16) ci dice il Signore al riguardo degli uomini, per non cadere nei loro tranelli, nei loro raggiri; ma pur prudenti non dobbiamo mai sottrarci alla croce, sotto pretesto di poter portare, senza danni, ugualmente Cristo nel mondo. Quanti prudenti la cui prudenza è viltà! Quanti vedendo gli eroi di Cristo sotto le croce pensano che hanno fatto l’errore di non essere prudenti. La prudenza usata per scansare la croce è perdente, sterile, carnale. L’abbracciare la croce non porta a sconfitta, a fallimento. Grandi gli orizzonti che ci stanno davanti, grande l’impresa che dobbiamo compiere: quella di portare a Cristo il mondo con la forza dell’amore, testimoniato con l’accettazione della croce. Amen. Ave Maria. Vieni, Signore Gesù.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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