SANTA MESSA DOMENICA 23 APRILE

LA PAROLA
23 aprile 2017
Domenica
San Giorgio (mf)
2.a Domenica di Pasqua – II
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre
Liturgia: At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

PREGHIERA DEL MATTINO
Cristo risorto, tu hai reso saldi i tuoi apostoli concedendo loro lo Spirito Santo. Illumina il mio spirito, concedimi la saggezza di compiere la volontà di tuo Padre. Signore, concedimi la grazia di essere degno di diffondere la luce del Vangelo e di realizzare il tuo amore attraverso i miei atti e con una vita pura, là dove vivo e lavoro. Creatore del mondo, accendi nel mio cuore il fuoco d’amore che permetterà di riunire tutti i tuoi fedeli in una famiglia cristiana unita. Riempi il mio cuore, e quello di tutti i credenti, di gioia, di pace e di calma. Amatissimo Gesù, i canti di lode e di adorazione della tua gloria risuonino all’unisono per tutta la terra, nei secoli dei secoli.

ANTIFONA D’INGRESSO
Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia.

COLLETTA
Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (At 2,42-47)
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune.
Dagli Atti degli Apostoli
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 117)
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
“Il suo amore è per sempre”.
Lo dica la casa di Aronne:
“Il suo amore è per sempre”.
Dicano quelli che temono il Signore:
“Il suo amore è per sempre”.
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti;
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

SECONDA LETTURA (1Pt 1,3-9)
Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Dagli prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con -, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la meta della vostra fede: la salvezza delle anime.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (Gv 20,29)
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.

VANGELO (Gv 20,19-31)
Otto giorni dopo venne Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente!”. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore.

OMELIA
Le piaghe alle mani e al costato identificano Gesù e lo fanno riconoscere nel suo primo saluto alla comunità dei discepoli, ancora timorosa e sbigottita. Certamente la fede nella risurrezione fa fatica a prendere consistenza. E’ una verità inimmaginabile per la mente umana. E’ l’evento che completerà la nuova creazione, che Gesù è venuto a costituire per l’umanità. Allora è plausibile ritrovarci anche noi dalla parte di Tommaso all’annuncio degli altri: “Abbiamo visto il Signore”. Perché si crei questa sicurezza occorre smontare o sfumare le nostre convinzioni, giacché il disfacimento del corpo, il nostro annientamento costituiscono una vera tomba sepolcrale. Riconosciamo sì l’immortalità dell’anima, tuttavia, la sua impalpabilità, il suo essere spirituale ci porta nell’astratto. L’esigenza di Tommaso di “vedere per credere” per sé è legittima. Non si crede per leggerezza. Ma è disapprovabile il suo modo di pretendere, di condizionare il suo credere a una richiesta di un segno tangibile, rifiutando anche apertamente la testimonianza unanime della sua comunità. “Se non vedete segni e prodigi non credete”, era stato già un lamento precedente di Gesù. Il Maestro, pur riservando una beatitudine particolare per coloro che credono: “beati quelli che pur non avendo visto crederanno”, si accosta benevolmente a questo fuggitivo discepolo “otto giorni dopo”, per illuminarlo con la sua presenza e con la sua parola. Tommaso si sente umiliato a tale vista e professa energicamente più degli altri la sua fede: “Mio Signore e mio Dio”. Questo “credo” pasquale è l’attestato più alto della risurrezione. A questa fede si può giungere per vie più o meno diritte, ma per la maggior parte dei casi per vie contorte, come Tommaso. “Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli”, li fa ancora il Signore nel tempo, che è occasione di salvezza, “perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché credendo, abbiate la vita eterna nel suo nome”. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli con bontà, Signore. l’offerta del tuo popolo e dei nuovi battezzati: tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi e non essere incredulo, ma credente”. Alleluia.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
L’amore di Dio per gli uomini si manifesta soprattutto negli avvenimenti della Pasqua, che sono il punto culminante della missione di Cristo.
In generale, Pasqua significa la festa della risurrezione. Tuttavia, in un senso più esteso, biblico, la Pasqua rappresenta la festa di tutto ciò che ha portato alla salvezza dell’umanità, cioè la festa della passione, della morte, della risurrezione e dell’ascensione di Cristo. Allo stesso modo, per gli Ebrei la Pasqua evoca tutti gli avvenimenti che si riferiscono alla loro liberazione dalla schiavitù in Egitto.
Secondo il progetto di Dio, Cristo doveva soffrire ed entrare nella sua gloria (Lc 24,25-28). Ed è stato così: “Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato” (Fil 2,8-9). È solo attraverso la morte e la risurrezione che Cristo ha potuto vincere appieno la morte e il peccato. La vittoria completa di Cristo comprende la sua morte e la sua risurrezione.
Proprio come Cristo, il cristiano d’oggi non può vincere la morte e il peccato se non per mezzo della propria morte e risurrezione spirituali. Per essere salvati dobbiamo essere legati a Cristo. Partecipando alla Messa, i credenti si immergono nel Cristo che oggi li salva di nuovo. Il flusso della vita di Cristo penetra costantemente la nostra vita quotidiana attraverso i sacramenti dispensati dalla Chiesa.
Per purificarsi dal peccato gli Ebrei si servivano, durante le loro cerimonie, di acqua. Si lavavano le mani prima di mangiare e soprattutto prima di procedere ad un sacrificio.
San Giovanni Battista ha ripreso l’antica tradizione delle abluzioni degli Ebrei, sotto forma di un’idea messianica.
Egli preparava gli uomini alla venuta di Cristo con il battesimo di acqua e di penitenza. “Io vi battezzo con acqua… ma colui che viene dopo di me è più potente di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3,11).
Infatti, il battesimo istituito da Cristo avviene nel fuoco dello Spirito Santo, e tuttavia non può fare a meno dell’acqua, del segno sensibile. Immergendosi nelle acque battesimali, i cristiani agiscono come se si facessero sotterrare con Cristo. L’acqua sommerge l’uomo e lo inghiotte, come una tomba. Il peccatore annega nelle acque battesimali; quello che riemerge è un uomo nuovo, giusto. L’immersione e la risalita rappresentano i due contrari: la morte e la risurrezione.
L’assoluzione dei peccati riempie l’anima di forze divine. A partire di qui, l’uomo cammina, non ha più bisogno di lenire le sue ferite, tutto si svolge come se fosse nato una seconda volta, con l’anima sana, forte, paziente. Il perdono ricevuto lo obbliga ad avere pietà degli altri, a compatire coloro che soffrono. Mangiando il pane eucaristico, diventiamo tutt’uno con colui che anima la vita della nostra anima, Cristo, e ci troviamo riuniti in seno alla stessa famiglia, quella dei credenti. Noi tutti diveniamo una cosa sola in Cristo, e da questo momento non è più possibile vivere unicamente per se stessi, limitarsi alla propria persona: si vive anche per i propri fratelli. Cristo risorto manda gli apostoli dai suoi fratelli: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi!”. All’amore di Dio non si può rispondere che con l’amore, il rispetto per l’uomo. È impossibile amare Dio dimenticando l’uomo che soffre. È difficile per l’uomo tacere quando ha il cuore pieno. Ed è ancora più difficile quando nessuno capisce la vostra pena, la vostra disperazione, quando si è dimenticati da tutti. Compatire chi soffre, considerare la disgrazia altrui come la propria, è una grande qualità del cuore.
Ogni parola sincera, ogni incoraggiamento, ogni consolazione, tutto ciò che è buono e bello sul piano spirituale, conforta l’anima di chi soffre.
L’amore del prossimo non può essere egoista, ed è il motivo per cui è meraviglioso, maestoso. È importante essere sinceri quando ci si sacrifica per gli altri. Il Signore ha accettato il sacrificio di Abele perché era offerto con sincerità. Ha rifiutato quello di Caino poiché era quello di un avaro. Solo un sacrificio sincero onora Dio come conviene. È per questo che nei salmi si dice più di una volta che Dio non accetta i sacrifici ipocriti.
J. PETROSIUS

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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