SANTA MESSA DOMENICA 4 Agosto

LA PAROLA


4 agosto 2013
Domenica
S. Giovanni M. Vianney (m)
18.a Tempo Ordinario – II

PREGHIERA DEL MATTINO
Mio Signore e mio Dio, io mi preparo ai miei compiti e ai miei progetti di oggi. Tu desideri che ci prendiamo cura di noi, come degli altri, e che le nostre azioni siano utili. E desideri allo stesso tempo che la nostra vita sia coronata dal successo affinché conosciamo la tua gioia. Aiutami a fare il mio lavoro e a compiere i miei doveri con coscienza; fa’ anche che sia caritatevole e amico nei confronti di tutti coloro che compiono con me il loro lavoro. Fa’ che riesca in ciò a cui aspiro, ma non lasciare che il lavoro diventi per me un idolo. Fa’ che non perda mai di vista il principale comandamento, quello di amarti e di amare il prossimo. Fa’ che non consideri i guadagni e i beni come i valori essenziali per la vita. E fammi capire che tutto quello che avviene è opera dell’amore. Permetti dunque che io porti il mio aiuto generoso agli altri dividendo con loro i miei beni, per diventare ai tuoi occhi ricco delle opere dell’amore.

ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

COLLETTA
Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida; rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Qo 1,2; 2,21-23)
Che profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica?
Dal libro del Qoelet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 89)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.

SECONDA LETTURA (Col 3,1-5.9-11)
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dal lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (Mt 5,3)
R. Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 12,13-21)
Quello che hai preparato, di chi sarà?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.

OMELIA
Il messaggio essenziale del Vangelo di oggi è talmente chiaro che, in realtà, non ha bisogno di interpretazione: “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché la vita di un uomo non dipende dai suoi beni”. E “arricchitevi davanti a Dio!”.
Ma, siccome conquistare dei beni è un’aspirazione fondamentalmente umana, vale quindi la pena entrare nei dettagli della parabola del ricco stolto raccontata da Gesù. La ricchezza conferisce agli uomini una certa sicurezza, permette loro di disporre della propria vita, di non dipendere completamente dagli altri o dallo Stato, di organizzare la propria sfera di vita, di occuparsi di cose che fanno loro piacere, di concretizzare grandi missioni o grandi scopi. In questa misura, i beni sono necessari per una giusta esistenza. Gesù non mette in questione il buon impiego dei beni e delle ricchezze. Ma afferma che beni e ricchezze portano gli uomini a sentirsi lontani da Dio e dal prossimo, a pensare di essere assicurati contro la miseria, la vecchiaia e la morte e a soddisfare i piaceri di questo mondo. E ancora, per molti uomini, il successo materiale è il simbolo della benedizione di Dio. Pensano di avere compiuto bene il loro ruolo nella vita quando acquisiscono ricchezza e considerazione. E che Dio non possa pretendere di più da loro. Ora, anche per essi, il principale comandamento è l’ultimo criterio che permetterà di giudicare la loro vita.
Ecco perché la ricchezza deve essere per ognuno un mezzo di azione: un mezzo per impegnarsi per gli altri. Aiutando coloro che sono nello sconforto e condividendo con generosità, si sarà veramente ricchi: ricchi agli occhi di Dio.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Fatevi un tesoro inesauribile nei cieli”, dice il Signore. (Lc 12,33)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Accompagna con la tua continua protezione, Signore, il popolo che hai nutrito con il pane del cielo, e rendilo degno dell’eredità eterna. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Tra sé e sé l’uomo ricco si chiedeva: “Che farò? Costruirò dei magazzini più grandi!”. Perché dunque le terre di quest’uomo avevano dato tanti frutti dato che egli ne avrebbe fatto un cattivo uso? È perché si veda manifestarsi con più splendore l’immensa bontà di Dio che concede la sua grazia a tutti: ai giusti e agli ingiusti, ai cattivi e ai buoni. Tali erano i benefici di Dio nei confronti di questo ricco: una terra feconda, un clima temperato, sementi abbondanti, buoi per il lavoro e tutto ciò che garantisce la prosperità. E lui, cosa dava in cambio? Cattivo umore, misantropia ed egoismo. È così che ringraziava il suo benefattore.
Egli dimenticava che noi tutti apparteniamo alla stessa natura umana, non pensava che avrebbe dovuto abbandonare il superfluo ai poveri, disdegnava questo precetto divino: “Non rifiutare una buona azione a chi la chiede; che benevolenza e fedeltà non ti abbandonino mai! Dividi il tuo pane con colui che ha fame!”.
Tutti i profeti, tutti i dottori gli gridavano questi precetti, ma egli faceva orecchie da mercante. I suoi granai scoppiavano, troppo piccoli per il grano che egli vi accumulava; ma il suo cuore d’avaro era in un difficile imbarazzo, poiché non voleva disfarsi di nulla, e non riusciva ad accumulare tutto! Questo problema lo tormentava invano, e gli causava mille preoccupazioni. “Che farò?” si ripeteva.
Chi non avrebbe pietà di un uomo così perseguitato? Tragedia dell’opulenza, miseria del bene acquisito e tormento del bene atteso! Non sono più ricchezze che gli procura la terra, ma sospiri, preoccupazioni, fastidi, orribili seccature. Come un povero, egli si dispera. Ecco il suo dramma, le preoccupazioni che lo rodono! “Cosa farò?”, si chiede. La risposta è semplice: aprirò i miei granai e ristorerò gli affamati!
SAN BASILIO MAGNO

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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