SANTA MESSA DOMENICA 8 MARZO

LA PAROLA
8 marzo 2015gesu-7
Domenica
S. Giovanni di Dio (mf)
3.a di Quaresima – III
Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25

PREGHIERA DEL MATTINO
Padre celeste, fa’ che prendiamo coscienza della gloria della tua presenza e colmaci di meraviglia e di rispetto quando prendiamo coscienza del tuo amore per noi. Tu ci chiami ad essere un popolo scelto per cantare le tue lodi. Togli dai nostri cuori l’indifferenza e ogni attaccamento ai beni temporali, che ci impediscono di vedere la tua presenza nella creazione e nei nostri cuori. Aiutaci a cercare di conoscerti in Cristo e ad affidarci senza riserve al tuo amore, affinché la nostra vita sia in te, per Gesù Cristo nostro Signore.

ANTIFONA D’INGRESSO
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché libera dal laccio i miei piedi. Volgiti a me e abbi misericordia, Signore, perché sono povero e solo. (Sal 25,15-16)

COLLETTA
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Es 20,1-17)
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell’Èsodo
[In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me.] Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
[Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo.] Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro;ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
[Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».]
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 18)
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,22-25)
Annunciate Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (cf. Gv 3,16)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 2,13-25)
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola del Signore.

OMELIA
È istintivo nell’uomo il desiderio di “vedere” Dio. La nostalgia della casa paterna non si estingue neanche quando viene colpevolmente abbandonata, anzi la lontananza spesso l’accresce. Per questo gli uomini di ogni tempo e di ogni religione hanno cercato di sentire sempre più viva la presenza della divinità, identificandola in diversi modi e collocandola in luoghi particolari, dove poter esprimere meglio i propri atti di culto. Il tempio, in modo particolare quello di Gerusalemme, è un culmine ed un approdo; viene realizzato per volere divino, che quasi ne diventa l’artefice e l’ architetto. Lì stabilisce la dimora con il suo popolo e per questo assume una sacralità ed una inviolabilità riferite alla stessa persona di Dio. “La mia casa è casa di preghiera” e come tale va usata e rispettata. I credenti percepiscono di fatto quella misteriosa presenza e vedono in quelle mura il segno visibile della propria fede, della propria appartenenza, della stessa identità religiosa. Scorgono giustamente nel tempio anche la patria ultima e celeste, il che ne accresce il fascino e il rispetto. Il Cristo più volte aveva fatto il suo ingresso in quel luogo sacro santificandolo ulteriormente con la sua presenza e giungerà ad identificare la sua persona di Figlio di Dio con il tempio stesso. Parlando della sua morte dirà: “Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo riedificherò”. L’evangelista ci ricorda che egli parlava del tempio del suo corpo. Comprendiamo quindi lo sdegno che anima il Signore Gesù nel vedere profanato quel luogo, nel vederlo trasformato in una spelonca di ladri. Comprendiamo anche i gesti che compie nel rovesciare a terra quella merce e quel denaro e nel scacciare con la frusta i venditori. San Paolo ammonirà i primi cristiani dicendo loro: “Cercate le cose di lassù e non quelle della terra!”. Nei vecchi libri che dettavano le norme di comportamento, ora caduti purtroppo in disuso, si leggeva in un capitolo importante come comportarsi nell’entrare e nello stare in chiesa. Dovremmo rievocare quelle norme che riguardano in prima persona, lo stesso Signore e indirettamente anche il nostro prossimo. Essere maleducati con il nostro prossimo è già cosa grave e disdicevole, molto di più quando lo siamo con il nostro Signore. L’episodio ci offre anche una opportuna occasione per esaminarci sulle questue e su denaro che circola nelle nostre chiese.
(Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Molti, vedendo i segni che Gesù faceva, credettero in lui. (Gv 2,23)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa’ che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Si è spesso sentito dire che Mosè, dopo aver fatto uscire Israele dall’Egitto, costruì una tenda nel deserto grazie ai doni dei figli di Giacobbe. Bisogna osservare, come dice l’apostolo Paolo, che tutto ciò avveniva in senso figurato. Siete voi adesso, fratelli miei, il tabernacolo di Dio, come spiega l’apostolo: “Voi siete il tempio di Dio!”. Tempio, in cui Dio regnerà in eterno, voi siete il suo tabernacolo, il suo nuovo riparo poiché egli è in cammino con voi; egli ha sete in voi, ha fame in voi. Siete voi questo riparo, fratelli miei, nel deserto della vita, fino a quando arriverete alla Terra Promessa. Allora avrà luogo la vera dedicazione, allora sarà edificata la vera Gerusalemme, non più in forma di una tenda, ma di una città. Ma se noi siamo dei veri figli d’Israele nello Spirito, se siamo usciti con lo Spirito dalla terra d’Egitto, offriamo tutti i nostri beni per la costruzione del tabernacolo: “Ognuno riceve da Dio il suo dono particolare, chi un dono, chi un altro”. Che tutto sia dunque comune a tutti! Che nessuno consideri suo il carisma ricevuto da Dio; che nessuno invidi il carisma che avrebbe ricevuto il proprio fratello; ma stimi che ciò che è suo è veramente il bene di tutti, non dubiti che il bene di suo fratello è anche il suo. Dio agisce in modo che ognuno abbia bisogno degli altri: ciò che uno non ha, può trovarlo nel proprio fratello.
Così sarà conservata l’umiltà, la carità crescerà, l’unità sarà manifesta nell’intero Corpo di Cristo.
SAN AELREDO DI RIELVAUX

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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