Scrive una mamma di Civitavecchia

rifiuti2_thumb[1]Scrive una mamma di Civitavecchia, ma potrebbe essere una mamma, o un papà, di uno qualunque dei tanti siti in Italia oggetto di pressioni ambientali fuori ogni buon senso che la dice lunga su come la comune percezione dell’habitat salubre sia la condizione primaria per una vita degna di un paese civile. Sì civile, intendendo il primo grado di regole di una convivenza che mette in ordine i valori a cui ispirarsi. Prima la vita e la salute, poi l’economia e il lavoro, poi…ecc.

Ecco perché non bisogna desistere, vincendo ignoranza e inedia che troppo spesso hanno afflitto le nostre comunità e lavorare partendo dalla conoscenza, e dunque dalle scuole per dare alla cultura e alla formazione gli strumenti per difendere l’ambiente e il futuro dell’intero pianeta cominciando dal proprio condominio, quartiere, paese, città, regione….

In questi anni in tanti, me compreso, hanno approcciato al problema, prima con superficialità poi sempre con più voglia di approfondire le ragioni di tale disastro e favorire proposte di uscita, soluzioni possibili, confrontandosi con i tanti che la pensano diversamente , sostenendo con passione la propria idea ma sempre rispettoso di chi non la condivide e usando sempre il peso della ragione e del valore della proposta, la sola cosa che consente di superare i rigidi schemi che spesso si incontrano lungo questo percorso. Ma è proprio dal confronto con i tanti diversamente acculturati su tali argomenti che si affinano le competenze, lo studio, la prospettiva e se Dio vuole la possibile soluzione.

Ed è lungo questa strada difficile, ma l’unica possibile per la nostra sensibilità, che seguiteremo ad impegnarci insieme e al fianco di tanti straordinari amici di viaggio che abbiamo incontrato.

E a tutti i frequentatori della mailing  auguriamo un Natale sereno e un 2014 prodigo di buone notizie .

 

FrancoM

 

 

 

“Perché andrei via da Civitavecchia?”

 

Perché nella mia città ci sono due centrali di cui una a carbone, uno dei porti più grandi del Mediterraneo con il relativo traffico automobilistico, una boa petrolifera off shore, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a legge Seveso, un centro, unico in Europa, per l’inertizzazione e lo smaltimento di armi chimiche, tre discariche esaurite, una per rifiuti speciali e una da poco autorizzata per quasi un milione di mc di rifiuti.

Perché a meno di 20 Km dalla mia città stanno già operando per costruire una centrale nucleare. Perché, come se non bastasse, vogliono venire qui a smaltire e bruciare i rifiuti di Roma. Perché nella mia città la raccolta differenziata non supera l’8%.

Perché l’Amministrazione Comunale ha detto NO alla riconversione a carbone e dopo 40 giorni e 26 milioni di euro versati dall’ENEL nelle casse del Comune ha cambiato idea e dato parere positivo. Perché dalla centrale a carbone, che ENEL definisce “pulito”, usciranno 6 milioni mc/h di emissioni all’ora e 10 milioni t/a di anidride carbonica;

 

Perché il 56% dei bambini della mia città soffre di allergie ed asme nell’indifferenza totale. Perché nella mia città ci sono le percentuali di mortalità e morbilità per tumori alle vie respiratorie, leucemie e linfomi, tra le più alte nel Centro Italia;

Perché da aprile ad oggi nella mia città sono morte più di cinquanta persone tra i 30 e i 55 anni per malattie neoplastiche.

Perché le sogliole del nostro mare hanno una percentuale di mercurio 10 volte superiore alla norma. Perché nella mia città l’acqua è avvelenata e da oltre tre anni viene dichiarata potabile solo grazie ad una deroga governativa. Perchè le nubi nere, rosse e grigie che escono dalle ciminiere vengono definite effetti ottici.

Perché nella mia città è in corso un processo per schiavitù e nessuno ha detto una parola. Perché le mafie si sono infiltrate negli appalti della centrale e del porto e tutti negano l’evidenza. Perché nella mia città vogliono cementificare ogni minimo spazio rimasto libero.

Perché nella mia città prima ancora che i polmoni hanno inquinato le coscienze.

 

Però resto qui

Perché non posso accettare che la mia terra venga ulteriormente avvelenata e distrutta. Perché voglio continuare a lottare e non perdo la speranza che tutto questo si possa fermare.

Perché quando mia figlia mi chiederà “ Come avete potuto permettere tutto questo” voglio poterla guardare negli occhi e dirle “io ci ho provato”.

Simona Ricotti

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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