SONNO DISTURBATO? IL SEGRETO PER DORMIRE BENE

 

Tutti i modi per combattere l’insonnia: il clima giusto in camera da letto, il menu per addormentarsi, i rimedi naturali per fare sogni d’oro

Sonno disturbato? Il segreto per dormire bene
Il 20% degli italiani soffre di un sonno disturbato, nel senso che dorme poco e male, fatica ad addormentarsi, non riesce a sfruttare la notte al meglio per il dovuto riposo dell’organismo.

Tradotto in numeri, fanno 12 milioni di nostri connazionali alle prese con forme più o meno spiccate di insonnia, che, regolarmente, al risveglio, accusano irritabilità, distrazione, stanchezza e pericolosi colpi di sonno.
Dormire male non permette di ripristinare i livelli normali di diversi neurotrasmettitori e ormoni, con conseguenti ripercussioni sul sistema immunitario e neurovegetativo. Il sonno è un bisogno fisiologico dell´uomo, costituisce il distacco dalle fatiche quotidiane e serve al recupero di energia in funzione di una nuova giornata. Ecco perché “curare il sonno può allungare la vita”, come non si stancano di ricordare gli esperti dell’Associazione italiana di medicina del sonno in occasione di ogni edizione della “Giornata del Dormiresano – progetto Morfeo”.

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Tutte le cause ed i guai dell’insonnia
Da anni, ormai, il progetto Morfeo “fotografa” le notti degli italiani. Secondo i dati registrati, il 67,1% degli insonni ha disturbi cardiovascolari, una percentuale tripla rispetto a chi dorme bene, mentre il 39% degli infartuati soffriva di insonnia prima dell’attacco. Ma nonostante questi numeri, sono pochi coloro che si rivolgono ai medici: solo il 16% di chi avrebbe bisogno di terapie segue un trattamento ad hoc, il 56% non si cura affatto, il 40,5% rifiuta ogni aiuto e il 7,3% ricorre a un pericoloso fai-da-te.
L’insonnia è causata in molti casi da problemi psichici. Secondo Giovanni Muscettola, psichiatra dell’università Federico II di Napoli, il 50% dei problemi di sonno è “collegato a una malattia psichiatrica, ma anche a disturbi d’ansia generalizzati, attacchi di panico, stress post-traumatico, schizofrenia e altri quadri clinici. Si calcola che il 20-35% degli insonni sia depresso, e spesso l’insonnia è la prima spia di depressione, ma a volte è un sintomo residuo”.

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Anche se l’insonnia colpisce trasversalmente, non risparmiando neanche i bambini, sono le donne rispetto agli uomini a soffrirne di più. La ragione? Sono più inclini a depressione e malattie psichiatriche.

C’è insonnia e insonnia
L´insonnia non si manifesta soltanto con difficoltà ad addormentarsi, ma anche con la difficoltà a riposare correttamente durante l´intera notte, rallentando l´addormentamento, anticipando il risveglio o interrompendo il corso del sonno.
Il sonno, e di conseguenza l´insonnia, non è tutto dello stesso tipo, perché ci sono persone che hanno bisogno di dormire 12 ore per notte per sentirsi riposate e quelle, invece, che ne dormono 3 senza accusare alcun disturbo il giorno dopo. È dunque importante, per definire i disturbi legati all´insonnia, tenere conto del fatto che non si può definire insonne chiunque, perché non è tanto la durata del sonno, quanto la qualità a determinare l´efficienza fisica e mentale durante il giorno.

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Sono tre i tipi di insonnia: il primo è quello definito insonnia iniziale, cioè è presente una difficoltà ad addormentarsi a cui può seguire un sonno anche prolungato, ma che la persona riferisce insoddisfacente. Il secondo tipo è l´insonnia centrale, caratterizzata da numerosi e a volte prolungati risvegli, infine il terzo tipo, l´insonnia terminale, spesso conseguenza del secondo, ma definito come un mancato ripristino del sonno dopo un risveglio precoce notturno.
Tutti e tre i tipi di insonnia possono essere episodi sporadici oppure cronici.
L’insonnia sporadica è un disturbo occasionale transitorio e di solito è legata a situazioni momentanee e soprattutto di tipo ansioso. L’insonnia cronica è invece un disturbo persistente nel tempo e che riduce sensibilmente il benessere e l´efficienza della persona.
Per quanto riguarda le cause, si distinguono un’insonnia detta primaria e una secondaria; nella primaria non è riconoscibile nessuna chiara causa: è dunque quella più difficile da trattere con soluzioni mirate, proprio perché le origini sono difficili da individuare. Nella secondaria è possibile riconoscere sia cause fisiche che psichiche.

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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