TERRA DEI FUOCHI E L’INSOLVENZA DELLE ISTITUZIONI

di Raffaele CARDILLORIFIUTI ingombranti

Che cosa sta facendo lo Stato e per esso la Regione Campania per mezzo del suo Ente preposto, vedi Arpac, per il fenomeno tristemente famoso “terra dei fuochi”?

Niente, assolutamente niente!

La politica che dovrebbe attendere, vigilare e adottare le misure necessarie per scoraggiare questo fenomeno, assume i soliti atteggiamenti di compromesso tendente a sminuirne la portata e dilazionando nel tempo eventuali interventi che potrebbero, perlomeno, arginare e contenere, seppure in via limitata, questa tremenda iattura che affligge il popolo campano.

Noi riteniamo che, di là dai soliti proclami di facciata, ventilato, periodicamente, da qualche solitario in cerca di notorietà, il problema vada affrontato mettendo in campo delle vere e proprie unità di crisi, dei tavoli operativi con personalità di spessore e di alto profilo, squisitamente immuni da qualsiasi tentativo di corruzione, con capacità gestionali di livello e scientemente determinati nel perseguire gli obiettivi senza tentennamenti di sorta.

E’ fondamentale e necessario che ci siano dei coinvolgimenti, che le istituzioni non facciano mancare il necessario supporto, sia dal punto di vista economico che operativo.

Potrebbe essere efficace, a nostro parere, valorizzare la figura professionale della “guardia ambientale”, remunerata nella giusta misura e investita dei necessari poteri atti a garantire la tutela dell’eco-sistema e disarmando i turpi piromani, gli untori del ventunesimo secolo.

A latere, comunque, occorrerebbe l’implicazione dell’Unione Europea, quale organismo sovranazionale, che dovrebbe far sentire la sua vicinanza e solidarietà a uno Stato membro afflitto da una calamità di vasta portata.

Chiaramente non bisogna perdere di vista l’incentivazione di un razionale ritiro dei rifiuti e programmare la costruzione di termovalorizzatori, a dispetto dei suoi detrattori che ne contestano la validità.

Noi consideriamo gli inceneritori forse gli unici strumenti necessari per contenere questa catastrofe, supportata naturalmente da una corretta raccolta differenziata che rappresenta il vero punto debole di questa catena.

Assistiamo, infatti, che gli operatori del settore mal digeriscano queste direttive e che compiano assurde e deleterie commistioni, diventa, quindi, determinante il rispetto delle regole per la riuscita di questa titanica impresa.

Siamo in piena emergenza e non c’è più tempo per i rinvii, i cittadini sono esausti, le continue esalazioni di materiale tossico stanno mettendo a dura prova la loro già precaria condizione di salute e l’insorgere di malattie neoplastiche sta mietendo numerose vittime con un crescendo apocalittico, una sorta di pandemia tumorale circoscritta nelle aree delle province di Napoli e Caserta.

Migliaia di roghi tossici appestano l’aria dei luoghi circostanti, vapori mefitici ed esalazioni fetide la rendano irrespirabile, una sorta di anossia altamente letale per l’organismo umano.

Quello che più colpisce è che, nonostante il caso di specie, si stia radicalizzando con tutte le sue funeste conseguenze, si assiste a un’estatica indifferenza da parte degli organi costituiti, quasi un accettare supinamente l’evento senza un barlume reattivo, un “armageddon” ineluttabile.

Che fare noi poveri derelitti che viviamo in questa terra?

Dovremmo attuare anche noi il grande “esodo”, la fuga dall’Egitto, e migrare in terre più ospitali?

Ci assale lo sconforto e proprio mentre scriviamo, nonostante stiamo tappati in casa, il lezzo nauseabondo dei fuochi pervade l’ambiente, contribuendo a destabilizzare le nostre funzioni respiratorie.

E la vita … continua!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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