V Domenica di Quaresima (C)

 

 

Crisi nel mestiere più antico del mondo

“Commento di don Franco Galeone”

 

*  La domenica “della donna adultera”. Le tre letture di questa domenica sono legate da un filo comune: la novità. Liberarci del passato non è facile. Non si tratta solo di liberare la mente da imparaticci scolastici, ma dalla nostra identità, intesa come il nocciolo duro delle nostre garanzie e sicurezze. Germoglia il nuovo e non ce ne accorgiamo! Ci sono alcuni che non appartengono alla chiesa e che promuovono la vita e la cultura; non hanno ricevuto il nostro Vangelo e tuttavia sono capaci di decifrare meglio di noi i segni dei tempi. Tante segnaletiche del nostro passato conducono in direzione sbagliata, indicano un punto di raccolta dove non c’è più nessuno. Sono segni rimasti intatti da secoli. Sono vuote crisalidi! L’uomo è altrove!         

*  Il Vangelo di questa domenica è pregnante di insegnamenti! Anzitutto è un documento di legislazione antifemminista, di pregiudizi maschilisti, di disordine sociale. Infatti, si condanna, in questa società ebraica come in altre società, la donna adultera ma non l’uomo che violenta, maltratta, stupra, protegge, o, nel migliore dei casi, paga alla donna il suo servizio. Non è scritto, ma si legge tra le righe: l’uomo in questione ha ripreso i suoi pantaloni e se n’è andato indisturbato; neppure un accenno a lui; tutte le responsabilità sono scaricate sulla donna, che viene spiata, catturata, e solo Cristo la libera dalla lapidazione.

* Il perbenismo è una malattia diffusa; siamo tutti iscritti al club della “gente per bene”; ci piace distribuire etichette a destra e a manca. Facciamo campagne contro le prostitute, i drogati, i criminali… per sentirci sicuri del nostro benessere, non per assumere la nostra parte di responsabilità. I valori mancano anche in noi cristiani, ma è più comodo parlare di società senza valori, e trovare i capri espiatori. Dà una gioia diabolica il poter scagliare la pietra contro gli altri! Non ci guardiamo più allo specchio e così pensiamo di essere puliti!  Nessuno di noi può scagliare la pietra contro nessuno. Siamo convinti di essere onesti, non abbiamo coscienza del peccato; la nostra “onestà”, però,  sarà la  nostra morte, il nostro occhio, sempre esteriore, è  incapace di leggere nel profondo.

*  La nostra colpa non ha via di uscita? Il Vangelo ci porta il suo lieto annuncio: il peccato, sotto lo sguardo di Cristo, si scioglie, si sciolgono i nostri poveri tribunali, come si è sciolta la turba dei lapidatori, e si resta soli di fronte a Cristo ad ascoltare stupiti che la colpa non è motivo di condanna, ma che ogni colpa può diventare un felice ricordo, una “felix culpa!”. Sotto lo sguardo di Cristo, la colpa è cancellata, la sua terribilità appare improvvisamente una povera cosa, non solo non giudicabile, ma già giudicata e perdonata. Siamo restituiti alla vita, perdonati, con uno spirito nuovo. E’ davvero semplice! Cristo ci chiede di non perdere tempo lungo la strada; il peccato è spesso solo una stupida perdita di tempo. Un cordiale SHALOM a tutti gli amici lettori. Se qualcuno vorrà mettersi in contato, la mia mail è: francescogaleone@libero.it

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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