V Domenica Tempo ordinario/C – Domenica 6 febbraio 2022 Lasciarono tutto e lo seguirono

Prima lettura: Eccomi, manda me! (Is 6,1). Seconda lettura: Così predichiamo e così avete creduto (1Cor 15,1). Terza lettura: Lasciato tutto, seguirono Gesù (Lc 5,1).

1)La domenica “della vocazione”. La chiesa ci invita a riflettere sulla “chiamata” di Dio, e lo fa attraverso alcuni personaggi. Ma tutti hanno la stessa reazione: si sentono indegni, incapaci, inadeguati. Isaia, dichiara di essere un uomo dalle labbra impure (Is 6,5). Pietro chiede a Gesù di allontanarsi da lui perché sa di essere un peccatore (Lc 5,8). Paolo afferma che il Risorto si è manifestato anche a lui, ma “come a un aborto” (1Cor 15,8). Geremia obietta: “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane” (Ger 1,6) e Mosé: “Mio Signore, io non sono un buon parlatore, sono impacciato di bocca e di lingua” (Es 4,10). E ricordiamo anche Francesco d’Assisi, che non volle diventare sacerdote, perché si riteneva indegno!

Prima lettura (Is 6,1-8)

2)Ci sono esperienze della nostra vita che non possono essere raccontate con parole. Le emozioni, i sentimenti, le esperienze spirituali … non sono facili da descrivere. Ecco perché Isaia, volendo presentare la storia della sua vocazione, non può che ricorrere a delle immagini. Sarebbe ingenuo interpretare come cronaca quanto ci viene narrato in questa lettura. Dio non ha bisogno di sedersi, né di coprirsi con un manto per ripararsi dal freddo, né di essere assistito dai serafini quasi fossero sue guardie del corpo. Isaia non ha avuto un’apparizione, ma un’esperienza interiore che racconta in forma di visione. Un giorno, mentre forse si trovava in preghiera nel tempio di Gerusalemme, si rende conto che il Signore lo chiama a essere suo profeta. Rimane sconvolto, capisce che quella è la volontà del Signore dell’universo, che ha il suo trono nei cieli ed è assistito dai serafini che cantano senza fine: “דוֹשָׁ ק דוֹשָׁ ק דוֹשָׁ ק (“6,3). Prende coscienza della propria debolezza e indegnità. Come potrà lui, uomo dalle labbra impure, annunciare la Parola del Dio tre volte santo? (v.5). Isaia vede un cherubino prendere il fuoco sacro, toccargli le labbra e cancellare la sua iniquità (w.6-7). Ora non può più resistere alla chiamata del Signore. Risponde: “Eccomi, manda me!” (v.8).                       Dal Vangelo (Lc 5,1-11)

3)La pagina del Vangelo di Luca risulta composta da tre scene ben distinte: a) Gesù, che insegna dalla barca, alle folle; b) il miracolo della pesca; c) la trasformazione: da pescatori di pesci a pescatori di uomini. Ogni vita è una vocazione, e ogni vocazione è legata ad una missione da compiere. Dio ha sempre chiamato gli uomini a collaborare al suo disegno di salvezza. Tra la chiamata di Dio e la missione c’è di mezzo la libera risposta dell’uomo. La chiamata è una libera proposta di Dio fatta a un uomo libero. Ancora oggi Dio continua a chiamare! Sono molti coloro che rispondono con generosità? Solo Dio lo sa!

4) Non si può conoscere Dio e continuare a vivere come prima. Dio non entra nella nostra esistenza senza sconvolgerla. Pietro lo ha imparato sin dal suo primo incontro con Cristo. Prima di incontrarlo, Pietro aveva una buona opinione di sé, faceva affidamento sulle sue abilità, ma il passaggio di Cristo ha distrutto il suo orgoglio. Da quando Pietro lo ha conosciuto, ha veramente conosciuto se stesso. Cristo lo ha preparato alla dignità di capo supremo della chiesa attraverso la rivelazione della sua debolezza. Lui, così impetuoso, così sicuro di sé, così pronto all’iniziativa, ha supplicato Cristo di allontanarsi da lui, peccatore. Avrebbe certo avuto ancora bisogno di esperienze dolorose, di fallimenti, di tradimenti, prima di poter dire a Cristo, così umilmente, così tristemente: “Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo!” (Gv 21,15).

5) Tutto era cominciato sulla riva del lago, un bel mattino in cui Cristo aveva scelto la barca di Pietro, perché era molta la folla che voleva vedere e ascoltare Gesù. Mentre Gesù parlava, Pietro lo ascoltava, con orgoglio, perché Cristo era sulla ‘sua’ barca; il discorso non lo toccava; a Pietro interessava la pesca, ed era di cattivo umore perché la pesca era andata male. Gesù lo sa e, finito di parlare, gli dice: “Prendi il largo, si va a pescare”. Pietro non è d’accordo: Gesù sarà anche un ottimo predicatore ma è di certo incompetente per quanto riguarda il tempo: si pesca di notte e non di giorno! “E’ inutile! Abbiamo faticato tutta la notte; io conosco il mio mestiere”. “Andiamo ugualmente!”, insiste Cristo e avviene il miracolo. Nel suo lavoro, proprio sul suo terreno, Cristo lo batte; gli dimostra che ha bisogno del Signore anche per il suo lavoro. Pietro non è stato convertito da una predica (capita molto raramente!), ma da una pesca, che lo svuota della sua ultima soddisfazione di sé: “Allontanati da me, Signore, sono un peccatore!” (Lc 5,8). Così comincia una vera vocazione cristiana! In certi momenti, la religione cessa di essere un articolo di lusso, una prova della nostra buona educazione, un segno della nostra cultura. Avvertiamo che per compiere il nostro quotidiano lavoro, per continuare ad amare nostra moglie, nostro marito, per accettare un figlio, per vivere come per sopravvivere, bisogna pregare, essere aiutati da altri, da un Altro! 6) Cosa devono fare i discepoli di Gesù? A questa domanda Luca non risponde con ragionamenti, ma con un racconto: la chiamata dei primi tre apostoli. L’episodio si svolge sul lago di Genèsaret. Gesù è pressato dalle folle e, viste due barche di pescatori, sale su quella di Pietro, lo prega di scostarsi un po’ da terra, si siede e si mette ad ammaestrare la gente (w. 1-3). Il quadro è poco realistico (basti pensare a quanto sia scomodo, parlare da una barca a una gran folla). La scena è volutamente idealizzata per trasmettere alcuni insegnamenti:

> Il primo è la libera e gratuita iniziativa di Gesù; i verbi importanti del racconto sono vide, salì, pregò, disse. L’iniziativa è di Gesù che sceglie le cose e le persone (Mc 3,13). Perché sale proprio su quella barca? Perché proprio questi? Sta qui la gioia e la domanda di chi è chiamato: perché io e non altri?

> Notare anche il contesto in cui è ambientato l’episodio: sulla riva del lago e in un giorno feriale, mentre gli uomini sono impegnati nel loro lavoro, mentre stanno sudando per guadagnarsi da vivere. Non è solo durante la liturgia del sabato e negli ambienti e luoghi di culto che Gesù annuncia la Parola di Dio. Egli la proclama in tutti i contesti, in quelli sacri e in quelli profani, perché essa illumina, ispira, guida ogni attività dell’uomo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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