VANGELO

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli Lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il Figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un Profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

L’impedimento all’azione di Gesù arrivava dall’incredulità sulle sue opere di molti conoscenti, non erano solo prevenuti, anche invidiosi della fama del concittadino che si diffondeva ovunque. “E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì”.

Questa frase apparentemente sembra contraddittoria, in realtà esprime due cose esatte: per l’incredulità dei paesani non poteva compiere prodigi ma di sua iniziativa impose le mani a pochi malati e lì guarì. Il Vangelo precisa che sono stati pochi quelli guariti, a sottolineare che una minima percentuale dei conoscenti aveva fiducia in Gesù.

Eppure, non aveva fatto né compiuto nulla di male, ma loro non riuscivano ad accettare la notorietà del giovane “falegname, il Figlio di Maria”. Non avevano la capacità di discernere e di apprezzare ciò che per tutti gli altri era una benedizione di Dio.

Ecco la ragione della scarsissima stima che in tutta la regione avevano di Nazaret. Lo disse anche Natanaele che diventerà l’Apostolo Bartolomeo: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” (Gv 1,46). Su Nazaret aleggiava un giudizio pesante a causa del pessimismo e della scarsa operosità di molti abitanti.

Come Gesù si recò nella sua cittadina e non fu compreso da quasi tutti i paesani, lo stesso avviene inevitabilmente ai suoi seguaci che tramandano fedelmente i suoi insegnamenti. Lo ha detto il Signore agli Apostoli e a tutti i Consacrati per non sorprendersi dinanzi alle reazioni scomposte di molti cristiani: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato Me” (Gv 15,18).

Gesù quando arriva a Nazaret e avverte il clima di sfiducia e diffidenza verso Lui, si sorprende molto e rimane amareggiato. Il suo stupore spiega che in tutti gli anni trascorsi a Nazaret non aveva mai dato motivo di critica nei suoi riguardi. Di questo siamo sicuri. “E si meravigliava della loro incredulità”.

A Nazaret tutti conoscono Gesù per il suo lavoro e per la famiglia a cui appartiene, come accade per tutti. È l’artigiano, il Figlio di Maria. Fece il medesimo lavoro di suo Padre qui in terra. La sua Famiglia, che custodiva il più grande tesoro, il Verbo di Dio fatto Uomo, fu una delle tante, amata e stimata da tutti.

La meditazione di questo passo, nel quale indirettamente si riflette la vita che Gesù aveva condotto a Nazaret negli anni precedenti, ci aiuta a esaminare se la nostra vita ordinaria, fatta di lavoro e di normalità, è via di santità, come lo fu quella della Sacra Famiglia. Lo sarà se facciamo in modo di viverla con perfezione umana, con onestà e, insieme, con Fede e senso soprannaturale.

Oggi ricordiamo San Giovanni Bosco, un grande imitatore di Gesù per la capacità di amare tutti, di dimenticarsi per proteggere i bambini, per la sua insistenza nel predicare la lotta al peccato, per la gioia che trasmetteva. La vera gioia permane nel cristiano se lotta il peccato, se consegue vittorie sul peccato.

La gioia umana è apparente e passeggera, non coinvolge l’anima e la persona non si troverà mai pienamente nella gioia. Quella che viene individuata come gioia è solo esteriore, illusoria e arriva dalle circostanze festose del momento, anche dalle persone che condividono il pasto o un avvenimento.

Questa gioia dura poco ed evapora, si esaurisce e molti ricorrono alle droghe e all’alcool quando si ritrovano nuovamente vuoti e soli.

Gesù a Nazaret è andato per portare la Grazia ma non l’hanno accolta, hanno scelto di seguire la propria opinione senza capire che un’opinione se non è supportata da prove, rimane un’interpretazione soggettiva e molto spesso lontana dalla realtà.

Sulle cose di Dio non può esistere una convinzione personale, questo avviene dove non c’è umiltà, docilità e amore per la Verità.

Gesù vuole aiutare tutti e visita le anime che Lo invocano. Vuole trovare una Fede elevata e la retta intenzione per donare Grazie.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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