VANGELO (Gv 14,27-31)

Martedì 20 maggio 2014

5ª Settimana di Pasqua
 
+ Gesù che parla alla genteVi do la mia pace.
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, Io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che Io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che Io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così Io agisco». Parola del Signore
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nel mondo si parla continuamente di pace, hanno scritto migliaia di libri e tenuto conferenze ovunque, è una richiesta di pace come assenza di guerra. Questo intende il mondo quando cerca la pace, questo significa la bandiera della pace con i colori dell’arcobaleno, che in realtà è un simbolo omosessuale. Quanti trattati e concordati disattesi dai potenti del mondo, dopo avere consumato anni di tempo inutilmente, a cercare una convenienza vicendevole.
Il mondo ha una concezione troppo umana della pace, è opposta alla vera pace insegnata da Gesù e che solo Lui può donare.
Il Signore non solo chiede di fermare ogni guerra e di non prepararne altre, è in grado di infondere nella persona la vera pace spirituale con l’azione ineffabile del suo Spirito. Mentre il mondo spreca parole, denaro, anni in discussioni sterili per raggiungere accordi bilaterali, il cristiano contemplativo dedito alla preghiera, si riempie della Grazia di Dio, portatrice di ogni bene.
Rimane quasi impossibile far comprendere ai potenti di turno la necessità di rivolgersi a Gesù, sono appartenenti ad altre Religioni o anticlericali o adoratori del potere, sono determinati inoltre a non concedere nulla agli avversari, sia per l’adorazione dei beni materiali sia per non perdere prestigio dinanzi alle Nazioni che governano.
Nel mondo quando le persone parlano di pace in famiglia o in qualsiasi altro luogo, non intendono quella pace che viene da Dio e che si ottiene non con il denaro ma con l’osservanza dei Comandamenti. Il significato che viene dato alla pace è sempre quello della non violenza, è sempre esteriore, non si pensa alla vita interiore. Pensano a questo solo i credenti che hanno compreso l’indispensabile presenza della pace interiore.
I credenti che cercano la pace come dono di Gesù, diventano miti, buoni e più avveduti. Vogliono portare la pace agli altri.
È già una grande vittoria stabilizzare la pace come rifiuto della violenza o dei litigi tra familiari, parenti e, soprattutto, vicini di casa. Però spesso è una pace armata, si sopportano per evitare denunce e ripicche impulsive e sconsiderate. È una pace apparente piena di rancore e di odio, un’avversità profonda soffocata dal timore di scontrarsi in modo violento, sia verbalmente sia fisicamente. Il più delle volte per situazioni ridicole.
Questa pace del mondo è artificiosa, apparente, ingannevole. Rifuggite questa pace che si chiama ipocrisia, siate sempre veritieri.
 È preferibile il silenzio ai comportamenti ambigui e simulatori, come è più corretto esternare secondo la necessità, con carità e rispetto il proprio pensiero benevolo e pacificatore che fingere. Noi però vogliamo fare di più, stiamo facendo un cammino spirituale che ci deve portare all’eliminazione della vecchia mentalità piena di egoismo, faziosità, pregiudizio, cattiveria, ingiustizia, iniquità e dissolutezza.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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