VANGELO (Gv 1,45-51)

Lunedì 24 agosto 2015
XXI settimana del Tempo Ordinario

SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

+ VANGELO (Gv 1,45-51)
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo episodio ha suscitato nei lettori attenti, una particolare curiosità per due ragioni: la prima viene dalla bassissima considerazione che Natanaele -poi diventato Bartolomeo-, aveva nei confronti di Nazaret: “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”. Non era una sua opinione, ma il sentire comune che disprezzava la cittadina.
Si trattava di un pregiudizio come se ne formano tanti, lì non erano tutti delinquenti e non erano contro la Legge di Dio, sappiamo che quando esiste una rivalità tra paesi confinanti, si può trasmettere una maliziosa diffamazione con molta facilità, anche intenzionalmente.
Il fenomeno si può intendere come campanilismo e ci sono due versioni che interpretano questo termine. Per campanilismo si intende l’attaccamento alla propria città, ai suoi usi e alle sue tradizioni. E questa spiegazione non fa una grinza. Mentre la difesa di tali valori può talvolta determinare uno spirito di rivalità anche molto acceso con i centri vicini.
Il campanilismo viene soprattutto interpretato in senso positivo, come sinonimo di “difesa delle tradizioni”, ma sfuggono molto spesso comportamenti che arrivano anche all’odio e all’invidia, anche senza concrete motivazioni. Nasce una sorta di rivalità con i paesi vicini, anche senza esserci contrasti.
Contro Nazaret circolavano voci negative e allo stesso tempo infondate, e Gesù ebbe parecchie difficoltà quando i suoi nemici ricordavano la sua provenienza. Il giudizio è stato uno degli ostacoli più dolorosi per Lui, si è scontrato con pregiudizi inesistenti, non avevano alcuna accusa onesta da muovere a Lui e ai pochi cittadini di Nazaret.
Era stata la considerazione di Nazaret da parte di alcuni a inquadrarla con riferimenti squalificanti. Gesù non apparteneva a una classe sociale squalificante, mentre era stata colpita la cittadina di Nazaret di una considerazione scadente. Ecco il giudizio spontaneo di Natanaele: “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”.
Proprio lui, poi chiamato Bartolomeo da Gesù, ebbe la Grazia di incontrarlo dopo che Filippo lo avvisò dell’incontro con il Messia. “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”. Lo ripeto ancora perché anche nella mente dell’uomo di oggi si giudica avventatamente e ci si ferma spesso alle valutazioni esteriori.
Natanaele ha ripetuto quanto era di dominio pubblico, il cristiano non deve mai offendere solo per avere sentito qualcosa.
Il dato che ci fornisce il Vangelo indica una severa prevenzione di Natanaele nei confronti di Gesù, non aveva alcuna voglia di accettare l’invito di Filippo ma mosso dalle preghiere, si avviò verso il luogo dove si trovava il Signore. Qui vediamo che l’apostolato di accompagnare i non credenti o i lontani da Gesù, alla preghiera e alla comprensione del Vangelo, è molto importante.
Natanaele non credeva nella possibilità che un nazaretano fosse il Messia, escludeva tutto il bene possibile. Questo è il pregiudizio facile che campeggia nella società di oggi, si giudica con facilità e si emettono le proprie opinioni come se si trattassero di dogmi Divini.
Se le opinioni sono di continuo corrette si può parlare di intervento di Dio, ma se fuoriescono da una mente ottenebrata, sono sciocchezze. Miliardi di persone parlano e parlano per indovinare e pronunciano cento opinioni per indovinarne almeno una.
Le opinioni senza fondamento le troviamo anche all’interno della Chiesa sulle cose di Dio!
Quindi, quando Natanaele incontra Gesù ed era prevenuto in senso, appunto, negativo, tutto poteva aspettarsi di sentire tranne una rivelazione che riguardava proprio lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Era un complimento che Gesù poteva anche aver saputo da Filippo, ma già questa frase stordì Natanaele e mise immediatamente in discussione tutti i suoi pregiudizi.
Quando noi incontriamo veramente Gesù, tutto si rinnova nella mente e in tutta la persona. La persona pensa diversamente da prima e in modo migliore, più spirituale. Diventa onesta e perde la maliziosità di cui si nutriva. Il cuore scopre sentimenti sinceri e ama con vera autenticità tutti.
Non ragiona più per danneggiare gli altri, diventa onesta, sincera, umile, buona, coerente, leale, autentica.
All’affermazione impensabile di Gesù, Natanaèle comprese che Gesù pur essendo di Nazaret… era un grande. L’apparenza ingannava.
La sua domanda svela che ha creduto in Gesù: “Come mi conosci?”. È curioso ma già credente in Gesù, quando poi ascoltò un’altra rivelazione del Signore, rimase senza parole: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”.
Una risposta apparentemente semplice, invece è lo svelamento della preghiera intima di Natanaele e che solo Dio poteva conoscere.
Per questo Natanaèle riconobbe immediatamente Gesù come Dio: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele!”.
Adesso chiediamoci cosa pensa Gesù di noi e se ci trova corretti. Siamo pronti spiritualmente per ricevere i complimenti dati a Natanaele?

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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