+ VANGELO (Gv 15,1-8)

Domenica 3 maggio 2015

 

V DOMENICA DI PASQUA

 Gesù con gli apostoli

 

Chi rimane in me ed Io in lui fa molto frutto.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della Parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e Io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e Io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù spiega la relazione tra il Padre e l’umanità utilizzando l’esempio della vite, Lui si identifica nella vite e indica il Padre come il vignaiuolo che pota i rami secchi, mentre l’umanità si diversifica tra tralci buoni e secchi. Colui che può stabilire la vitalità o l’aridità di un ramo è il Padre, non noi, il credente con difficoltà può infatti riconoscere il suo stato spirituale.

Dopo il Giudizio universale si avranno molte sorprese, nell’aldilà ci sarà la vera conoscenza ed anche scoperta dei buoni e dei cattivi, si conoscerà la sorte di ognuno e la vera vita che ha condotto in questo mondo. Anche se in questo momento si potrà mascherare la vera identità corrotta e si continuerà a vivere nell’inganno, questo non potrà più avvenire nell’aldilà e tutto verrà smascherato!

Prendo ad esempio quanto è avvenuto a Milano l’altro giorno. Ieri sono state pubblicate molte foto sui vandali, su questi frustrati che hanno pure la sfortuna di sbagliare manifestazione e aggrediscono poliziotti e cittadini, convinti di fare una rivoluzione giusta.

Comunque, al netto di queste azioni assurde, in una foto si vede una persona incappucciata e con tre bombolette in mano, pronta ad utilizzarle per danneggiare macchine o banche, negozi o case.

I giornalisti hanno potuto rilevare che la persona è una donna e al polso ha un rolex, un orologio costoso e la partecipazione di questa persona quantomeno benestante, indica la sua depressione, la deriva esistenziale della sua vita, la rabbia che riesce a sfogare solamente nascondendosi sotto un cappuccio.

È umiliante per una persona che non ha problemi economici scadere in queste reazioni sconclusionate, perdere quel poco di moralità che pensava di avere. Questa persona ha già perduto la stima verso se stessa, non mostra alcun rispetto verso gli altri, ha dimenticato la nobiltà della correttezza.

Anche se non si conosce il suo volto, dal rolex si è scoperto il suo senso di frustrazione e il nulla interiore. Se non fosse messa così male, non sarebbe scesa in mezzo a quei violenti che hanno commesso molti danni, identificandosi con loro.

Discorso diverso, almeno per la riconoscibilità, merita quell’uomo che sulla carrozzella elettrica andava avanti e indietro davanti ai poliziotti, sfidandoli e mostrando come un vessillo la sua disabilità. È un anarchico portatore di handicap che non disdegna di partecipare a queste illogiche e scatenate reazioni dei black bloc. Intervistato ha difeso la guerriglia dei violenti e mostrava la sua felicità per le automobili bruciate “dei ricchi”…

Tutti questi reagiscono in questo modo secondo la condizione catastrofica che vivono, a causa della mancanza di Dio, del Bene, delle loro scelte opposte alla Verità. Gesù lo spiega oggi nel Vangelo e spiega chiaramente la reale situazione dei cattivi: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.

Questa è la condizione di quanti non scelgono di rimanere, quindi di vivere perennemente in Dio. La loro vita è una tortura.

Gesù ripete tre volte la necessità di rimanere in Lui, bisogna fermarsi e scegliere di vivere con Lui, quindi sussistere in Lui.

Il Signore si rivolge anche ai credenti e li invita a riflettere sulla loro condotta di vita, perché chi non porta frutti spirituali, non può rimanere in comunione con Lui. La pianta sterile viene tagliata, il tralcio secco muore da solo e il vignaiolo passando lo pota. Questa è la condizione di quanti non corrispondono alla volontà di Dio e non osservano i Comandamenti.

È vero che Gesù è misericordioso e permette a tutti di ricominciare e di riparare, ma quelli che non cambiano vita sono perduti.

Egli mostra anche la bontà infinita quando parla dei tralci che portano frutti ma necessitano di una potatura. Dio desidera che ogni credente porti molti frutti, per sé e gli altri, soprattutto per i bisogni della Chiesa, ma se quel credente non ha voglia o non comprende i suoi errori e li minimizza, Lui interviene e pota le cose non buone.

È un intervento spesso doloroso, ma non è colpa di Dio se incontriamo il dolore, questo avviene per la poca osservanza del credente.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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