+ VANGELO (Gv 15,1-8)

Mercoledì 17 maggio 2017

V Settimana di Pasqua

 

 

+ VANGELO (Gv 15,1-8)

Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in Me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me, e Io in lui, porta molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla. Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in Me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La Chiesa fin dall’inizio è stata perseguitata con ogni mezzo e questo dimostra la sua provenienza divina. L’unica spiegazione è l’odio di satana verso il Sacramento di salvezza che santifica e salva le anime, quindi la Chiesa Cattolica, mentre lui è un dannato perpetuo e porta sempre con sé l’inferno.

La nostra Santa Chiesa ha conosciuto da sempre una persecuzione micidiale, nessuna religione al mondo è mai stata perseguitata con impetuosità e veemenza da tutti i diavoli, dai dannati dell’inferno e dagli alleati di questo mondo ricolmi dello stesso spirito di satana e suoi servitori.

Se la nostra amata Chiesa non fosse stata fondata da Gesù Cristo Figlio di Dio, di Essa non esisterebbero neanche il ricordo.

Qui sta la prova della sua santità e nessuno potrà mai distruggerla, ed è chiamata ad un forte periodo di purificazione dagli eccessi presenti all’interno. Vivrà un periodo di immensa sofferenza, fino a sembrare definitivamente colpita, ma si tratterà di una ferita curabile che la mano di Dio rimarginerà subito e trionferà definitivamente sui moltissimi nemici.

“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me, e Io in lui, porta molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla”.

La Chiesa rimane in Gesù, nonostante gli scandali dei suoi uomini, anzi rimarrà sempre in Gesù, anche quando sembrerà apparentemente abbandonata da Dio, ma non sarà così, da Essa si staccheranno quanti non vogliono servire più la vera Sposa di Cristo, la Chiesa Cattolica.

Le decisioni maledette che prenderanno saranno causate innanzitutto dal modernismo ringalluzzito e dalle eretiche tesi protestanti.

Noi vogliamo rimanere seguaci della Chiesa fedele a Gesù, resteremo obbedienti alle sue Leggi e a quanto la Tradizione ha trasmesso.

La forza ci arriverà da Gesù, è Lui che sostiene i buoni e quanti desiderano convertirsi pienamente. La forza interiore è necessaria per restare fiduciosi osservanti dei Comandamenti in un mondo sempre più lontano da Dio perché manovrato da molti invasati.

Noi non tentenneremo quando si tratterà di scegliere tra Gesù e i suoi nemici che si presenteranno come i veri seguaci del messia.

Per possedere lo Spirito che illumina la mente e aiuta nel discernimento, c’è un cammino da compiere con l’abbandono delle pesanti zavorre e così rimanere leggeri interiormente. Il rinnegamento indicato dal Signore è la prima azione penitente che compie il cristiano autentico.

Noi siamo i tralci attaccati alla Vite, tralci consapevoli che bisogna potare quanto tradisce la nostra Fede in Dio. Gesù vede comunque la debolezza dell’uomo ed interviene per aiutare a sfoltire i rami secchi, ma non appesantisce mai la vita dei suoi seguaci.

Quando una prova che indichiamo come croce, non si sopporta più e magari scatta la ribellione, essa non è diventata più pesante per colpa di Dio, è a causa della debolezza umana resa tale dai ripetuti peccati, dalla mancanza della preghiera del cuore, dall’allontanamento dai Sacramenti e dalla pratica delle virtù.

Gesù invece cerca sempre di alleggerire i pesi che l’uomo si carica addosso a causa della vita disordinata e delle scelte sbagliate.

Se Gesù interviene in un’anima si tratta di un’azione benedetta, la finalità è di potare in noi l’orgoglio e la superbia per dare più frutti.

“Ogni tralcio che in Me non porta frutto, il Padre lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.

Il cristiano che blocca i canali attraverso i quali arriva la Grazia -la preghiera e i Sacramenti- rimane senza alimento per la sua anima, che finirà con il morire per il peccato mortale, perché le sue riserve si esauriscono e giunge il momento in cui non è neppure necessaria una grossa tentazione per cadere.

Si cade solo perché non si ha la forza di rimanere in piedi. Si muore perché si esaurisce la vita.

Se i canali della Grazia non sono liberi perché ostruiti da una montagna di malavoglia, di negligenza, pigrizia, comodità, rispetti umani, influsso dell’ambiente, frettolosità e altri affari, allora la vita dell’anima langue e uno si trova a vivere male fin che finisce per morire. E, naturalmente, la sua sterilità è assoluta, perché non dà alcun frutto.

Il Signore vuole che ci accostiamo spesso al Sacramento della Confessione, per purificare le nostre numerose mancanze e i peccati. Accostarsi con frequenza a questo Sacramento, e con vero dolore dei peccati, assicura all’anima la purezza necessaria a ogni apostolato.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *