+ VANGELO (Gv 16,16-20)

Giovedì 25 maggio 2017

VI Settimana di Pasqua

 

 

+ VANGELO (Gv 16,16-20)

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità Io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La vita degli esseri umani è costellata di momenti gioiosi e altri di afflizione, un alternarsi di sensazioni differenti e che possono causare troppa esaltazione spensierata o un abbattimento pericoloso per la Fede e la stessa vita.

Sono i seguaci di Gesù Cristo quelli che hanno la possibilità di raggiungere l’armonia interiore procurata dalla Grazia di Dio.

Nessun sforzo umano senza l’aiuto di Dio ha la capacità di far ottenere qualcosa che appartiene alla sfera soprannaturale, come la quiete senza più la presenza dell’abbattimento. Però non è la mancanza dell’abbattimento a far giungere ad una quiete interiore che non si esprime mai adeguatamente se non si sperimenta.

Altrimenti quanti utilizzano droghe e l’effetto li rende quietamente euforici, dovrebbero attribuire l’intervento a Dio. Senza l’abbattimento e le preoccupazioni della vita che vengono sospese durante l’effetto delle droghe, c’è solo la falsa e apparente quiete dovuta agli allucinogeni e non all’intervento di Dio.

Lo stesso si può dire di quanti praticano lo yoga e altre meditazioni trascendentali, convinti di raggiungere la pace dei sensi mentre sono schiacciati dalla schiavitù di queste pratiche orientali che allontanano dal Vangelo.

L’uomo non deve immaginare di fare bene senza la vicinanza a Gesù Cristo. Lui ha detto: “Senza di Me non potete far nulla” (Gv 15,5).

La psiche umana è pericolosa quando non è controllata da una persona forte spiritualmente e con una Fede salda. È facile cadere nell’euforia e nell’abbattimento se si seguono docilmente tutti i pensieri che arrivano alla mente. Non tutto, infatti, è buono e non giova alla vita spirituale e fisica.

“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto” (Gv 15,5).

Rimanere in Gesù comporta una dolce violenza che bisogna esercitare contro quelle abitudini negative e confuse, se non opposte al Vangelo.

Il cristiano deve sapere lucidamente cosa sta compiendo e deve anche dedurne le conseguenze. Non arriva mai la gioia se i pensieri sono liberi di fantasticare tutto il contrario del bene e della verità. Non esiste mai la pace interiore se i pensieri sono incentrati sulla discordia da portare anche ai familiari e ad altri.

La felicità in questa vita è possibile anche in mezzo alle difficoltà, và conquistata giorno dopo giorno, sia con i Sacramenti che con la preghiera umile e fiduciosa. La meditazione giornaliera delle virtù da praticare è indispensabile per attuare il migliore atteggiamento cristiano in ogni circostanza della vita.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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