+ VANGELO (Gv 16,29-33)

Lunedì 29 maggio 2017

VII Settimana di Pasqua

+ VANGELO (Gv 16,29-33)

Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che Tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma Io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Sorprende l’espressione dei più intimi discepoli che per tre anni avevano ascoltato gli insegnamenti di Gesù. “Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato”. Proprio a loro aveva spiegato quello che riteneva necessario e in modo chiaro. Non si era nascosto a loro che Egli aveva chiamato a divulgare la sua Parola.

L’incapacità di capire Gesù avviene anche oggi, quando non c’è la buona disponibilità a voler cambiare vita.

Si ascolta per anni il Vangelo della Santa Messa e la sua spiegazione con l’omelia, eppure molti cristiani non cambiano comportamenti, non ritengono opportuno applicarsi nella lotta contro quei vizi che tolgono la felicità, la gioia della vita, l’equilibrio.

Dopo avere letto, meditato, compreso cosa chiede Gesù, deve scattare quella molla che permette di rialzarsi da quel letargo spirituale durato anni e rinascere, come spiegò a Nicodemo. “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio” (Gv 3,3).

Se Dio non fosse così buono e paziente, moltissimi cristiani non avrebbero più la possibilità di rialzarsi e così rinascere per vivere la vera vita. Ringraziamo Dio che attende molto più di un amorevole padre terreno, solo Lui ha questo Amore infinito pronto a perdonare anche i grandi peccatori.

Quante volte nella vita però si pensa a questo?

Da molti anni Gesù parla ai moltissimi cristiani tiepidi attraverso il Vangelo, le buone omelie, le sante letture, i consigli del Padre spirituale, ma pochi rispondono al suo invito di iniziare un cammino di Fede e di sperimentare quella gioia interiore che solo Lui dona.

Nessuno può rimproverare al Signore di non essere stato chiaro, anzi, è fin troppo comprensibile il suo messaggio che spinge al Bene.

Molti cristiani non comprendono le parole di Gesù per mancanza di volontà, non è scattata in essi quella esigenza spirituale di scoprire il senso della loro vita. Quelli che hanno incontrato il Signore, hanno superato la fase dell’indolenza spirituale che si traduce anche con ignavia, un atteggiamento pericoloso e che Dante commenta bene nella Divina Commedia.

L’ignavia non è solo pigrizia, apatia, indolenza, inerzia, lentezza, poltroneria, noncuranza, negligenza. È molto di più. Sono quelle persone che non si schierano e cercano di seguire il più forte, perché non hanno la volontà di cercare la verità, di capire approfonditamente il contesto sociale in cui vivono e di fare le scelte migliori.

Ignavi è il termine attribuito alla categoria dei peccatori incontrati da Dante Alighieri nell’Antinferno, durante la narrazione del suo viaggio nel regno dell’oltretomba all’interno della Divina Commedia. Dante descrive la condizione degli ignavi nel Canto III dell’Inferno.

Considera gli ignavi come vili, essi durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Dante definisce queste anime come quelle di peccatori “che mai non fur vivi”. Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo.

La sua insofferenza per gli ignavi scaturisce teologicamente dal pensiero che deve essere un obbligo schierarsi fra Bene e Male, è una scelta obbligatoria. L’uomo è un essere sociale e non può sottrarsi ai suoi doveri verso tutta la società, soprattutto davanti a Dio.

I cristiani non possono tenere il piede in due staffe anche da un punto di vista spirituale, devono capire che non è più tempo di restare immobili e continuare a lasciar scivolare quanto il Signore ci chiede di fare. Come ho scritto, sono diversi i modi che Gesù utilizza per comunicarci la sua Volontà, anche la stessa omelia della domenica ha sicuramente più spunti per cambiare stile di vita.

Tanto più devono rinascere a vita nuova quelli che hanno ascoltato spiegazioni chiare negli incontri spirituali e dal Padre spirituale.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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