+ VANGELO (Gv 16,29-33)Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!

Lunedì 17 maggio 2021

VII Settimana di Pasqua

+ VANGELO (Gv 16,29-33)

Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che Tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma Io non sono solo, perché il Padre è con Me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in Me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Sorprende l’espressione dei più intimi discepoli che per tre anni avevano ascoltato gli insegnamenti di Gesù. Â«Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato». Proprio a loro aveva spiegato tutto quello che riteneva necessario e in modo chiaro. Non aveva nascosto nulla proprio a loro chiamati da Lui a divulgare la sua Parola.

L’incapacità di capire Gesù avviene anche oggi, quando non c’è la disponibilità a voler cambiare vita e si trovano tante giustificazioni per rimandare o per considerare buone anche le opere cattive. A chi fa del male la persona poco onesta o per nulla onesta? A se stessa principalmente, poi il male si diffonde tra i familiari e nella società.

Drammatica è la condizione dei cristiani che non ricevono più insegnamenti e guide sicure per non perdere la Fede.

Il progetto di arrivare ad eliminare l’Eucaristia prosegue occultamente e le condizioni adesso sono state create ad hoc, non solo con la debole scusa del coronavirus, anche a causa di questo comunque si è svelato che sono molti i Vescovi e i Sacerdoti indifferenti ai Sacramenti.

LA CRISI NELLA CHIESA È ALLA BASE DEL CROLLO MORALE DELL’UMANITÀ, E MOLTI DELLA GERARCHIA SONO RIUSCITI AD ANNULLARE IL VANGELO storico E I SACRAMENTI. SIAMO COMUNQUE SOLO ALL’INIZIO…

È OPPORTUNO CITARE UNA FRASE DEL SANTO CURATO D’ARS: Â«LASCIATE UNA PARROCCHIA PER VENT’ANNI SENZA SACERDOTE E IN QUEL PAESE VI SI ADORERANNO LE BESTIE».

Non appena verrà il Signore nella Gloria per mettere fine al predominio dei diavoli e dei loro seguaci che governano il mondo -e non sarà la fine del mondo-, la Fede in Dio sarà privilegio di pochi sparsi in quasi tutte le Nazioni e saranno i Â«Piccoli» del Cuore Immacolato di Maria.

IL Â«PICCOLO RESTO SANTO» SARÀ UN PICCOLO GRUPPO CHE ADORERÀ INCESSANTEMENTE GESÙ E INVOCHERÀ EFFICACEMENTE LA MEDIAZIONE E L’INTERVENTO VITTORIOSO E DEFINITIVO DELLA MADRE DI DIO.

Se Dio non fosse così buono e paziente verso l’umanità, moltissimi non avrebbero più la possibilità di convertirsi e rinascere per vivere la vera vita. Ringraziamo Dio infinitamente paziente che attende il ritorno dei peccatori, solo Lui può concedere questo Amore perché è Lui l’Amore.

Da molti anni Gesù parla attraverso il Vangelo, le omelie fedeli alla Chiesa, le sante letture, ma pochi rispondono al suo invito di iniziare un cammino di Fede e di sperimentare quella gioia interiore che solo Lui dona.

Nessuno può dire al Signore di non essere stato chiaro, anzi, è fin troppo comprensibile il suo messaggio che ricerca solo il Bene.

Molti cristiani non comprendono le parole di Gesù per mancanza di volontà, non è scattata in essi quella esigenza spirituale di scoprire il senso della vita. Quelli che hanno incontrato il Signore, hanno superato la fase dell’indolenza spirituale che si traduce anche con ignavia, un atteggiamento pericoloso e che Dante commenta bene nella Divina Commedia.

L’ignavia non è solo pigrizia, apatia, indolenza, inerzia, lentezza, poltroneria, noncuranza, negligenza. È molto di più.

Si applica a quelle persone che non si schierano e cercano di seguire il più forte che inconsapevolmente diventa Satana, perché non hanno la volontà di cercare la Verità, di fare le scelte migliori e di capire realisticamente il contesto sociale in cui vivono.

Ignavi è il termine attribuito alla categoria dei peccatori incontrati da Dante Alighieri nell’antinferno, durante la narrazione del suo viaggio nel regno dell’oltretomba, all’interno della Divina Commedia. Dante descrive la condizione degli ignavi nel Canto III dell’Inferno.

Considera gli ignavi come vili, essi durante la loro vita non hanno mai agito né nel Bene né nel Male, senza mai osare o avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Dante definisce queste anime come quelle di peccatori Â«che mai non fur vivi». Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo.

La sua insofferenza per gli ignavi scaturisce teologicamente dal pensiero che deve essere un obbligo schierarsi fra Bene e Male, essa è una scelta obbligatoria. L’uomo è un essere sociale e non può sottrarsi ai suoi doveri verso tutta la società, soprattutto davanti a Dio.

I cristiani non possono tenere il piede in due staffe anche da un punto di vista spirituale, devono capire che non è più tempo di restare immobili e continuare ad accogliere gli insegnamenti opposti al Vangelo, a quanto Gesù ci chiede di fare.

Rimanere con Gesù significa vincere con Lui, prima o poi, e nessuno dei suoi rimarrà sconfitto. Â«Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!».

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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