VANGELO (Gv 17,1-11) Padre, glorifica il Figlio tuo.

Martedì 18 maggio 2021

VII Settimana di Pasqua

+ VANGELO (Gv 17,1-11)

Padre, glorifica il Figlio tuo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi Te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché Egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a Te con quella gloria che Io avevo presso di Te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo Nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a Me, ed essi hanno osservato la tua Parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da Te, perché le parole che hai dato a Me Io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da Te e hanno creduto che Tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che Tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e Io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e Io vengo a Te». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Solamente il Figlio di Dio può fare questo discorso articolato e allo stesso tempo semplice ed umile. Nessun sapiente di questo mondo potrebbe mettere insieme parole così sublimi, chiare, consequenziali, coerenti.

Ma per considerarle tali occorre possedere la Fede in Gesù Cristo, in caso contrario è impossibile comprenderle e poi accettarle. Non è l’intelligenza umana a dare la possibilità di entrare nel mistero di Dio, né qualsiasi altro mezzo scientifico.

Quando si parla di un intellettuale è come se si stesse pronunciando una parola eccellente e perfetta, riferita esclusivamente ad una persona umana non ad Angelo. La cultura dell’intellettuale è vana senza la Grazia di Dio, anche se vanno apprezzate le buone scoperte a beneficio dell’umanità.

Potrà eccellere in qualche campo o scienza, senza però possedere la Luce di Dio e mancante della guida del Creatore, senza vivere in comunione né compiere la Volontà di Dio, e in moltissimi casi prima o poi vengono fuori scandali più che lealtà.

In Italia molto spesso vengono fuori solo determinate notizie di scandali, si lasciano passare molti anni per far dimenticare e archiviare…

La scienza, la cultura, l’istruzione, la competenza specifica, tutto è importante, anzi una maggiore conoscenza del sapere rende la persona più acuta e perspicace. Anche lungimirante e previdente.

Se viene utilizzato per gonfiarsi o perseguire teorie scientifiche e dottrine spirituali contrarie all’esistenza di Dio, è un’allucinazione.

San Paolo ha spiegato il pericolo della conoscenza falsata. Spiega la differenza tra scienza e carità cristiana. Â«La scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere» (1 Cor 8,2).

Si riferisce a quanti presumono di avere capito tutto della vita ed invece non hanno appreso neanche le nozioni fondamentali di essa, non hanno mai sfiorato il significato del vero senso della vita. Molti nel mondo vivono senza Dio e non si preoccupano dell’essenzialità della vita, né del pensiero della fine terrena del loro pellegrinaggio.

Noi dobbiamo pregare ogni giorno per quelli che non pregano Gesù, le nostre preghiere possono strapparli dalle grinfie di Satana.

La superbia della vita è ciò che devasta la persona che si rifiuta di incontrare Dio e con le sue scelte, si illude di gestire tutto da sola!

Quanta illusione e fantasticheria nella mente di persone senza Dio o dei cristiani che non comprendono di vivere senza Dio!

Ad essi contrappongo non un cristiano, ma un pagano, non era cristiano anche perché nacque nel 470 prima di Cristo. Il filosofo Socrate ha esposto in un momento drammatico della sua vita, durante il processo che si concluse con la sua condanna a morte, la tesi più famosa di tutta la storia della filosofia:«So di non sapere!».

Questa Â«docta ignorantia», come viene definita la saggezza di Socrate, evidenzia un grande equilibrio fra una immensa fiducia nella ragione e la profonda consapevolezza della propria ignoranza, intesa come incompetenza di qualcosa o di molto. Questa tesi detta da un pagano rimane uno dei regali più preziosi che Socrate ha lasciato a tutti i posteri.

Socrate e quanti lo seguivano, tra cui Platone e dopo Aristotele, avevano molte intuizioni spirituali, Dio era presente e inviava la sua Luce.

Questa di Socrate è una concezione della vita tutta cristiana, infatti davanti a Dio è grande non chi presume di sapere tutto ma chi riconosce i propri limiti e ammette la sua incapacità in molte cose.

Non tutto quello che si pensa è veritiero, reale, autentico, né lo è quanto si considera sincero e presenta molte contraddizioni.

Nel discorso di Gesù di oggi, troviamo atti di umiltà meravigliosi che ripete senza alcun tentennamento. Rileggendo con attenzione il brano si scopre l’insistenza di Gesù nel voler esaltare il Padre, ponendosi con infinita dignità nel proprio ruolo di Figlio che ha ricevuto dal Padre.

Il discorso che fa il Signore oggi è qualcosa di lirico, un discorso appassionato come solo Lui è capace. Â«Ho manifestato il tuo Nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a Me, ed essi hanno osservato la tua Parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da Te, perché le parole che hai dato a Me Io le ho date a loro».

Con queste chiare parole Gesù esprime una Verità incomprensibile all’uomo: nessuno poteva capire né spiegare con semplicità l’Infinito.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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