+ VANGELO (Lc 10,21-24)

Martedì 1 dicembre 2015
I Settimana di Avvento

+ VANGELO (Lc 10,21-24)
Gesù esultò nello Spirito Santo

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri ritornando dal viaggio in Africa, il Papa ha detto alcune parole sulla vicenda di Vatileaks e senza tentennamenti ha detto che è un dovere denunciare la corruzione anche all’interno della Chiesa. È un passaggio che dà ai sognatori moralisti una scossa molto forte, perché fa crollare il loro teorema che non bisogna dire nulla degli scandali che avvengono in Vaticano.
Qui è il Papa ad indicare come comportarsi e dovranno obtorto collo accettare questo insegnamento, non avranno più la pretestuosa motivazione della carità o dell’insabbiamento di quanto non vogliono che si sappia pubblicamente e che lascia nella Chiesa la corruzione e le eresie.
Dio può accettare la presenza continua e crescente di questi scandali nella sua Chiesa?
Obtorto collo significa con il collo storto, è una locuzione latina in uso nel linguaggio comune per indicare l’accettazione, contro la propria volontà, di imposizioni esterne. Si può tradurre con malvolentieri o perché costretto e qui è il Papa a parlare di necessità della conoscenza delle corruzioni in ogni ambito, e si riferiva anche alla Chiesa.
Leggiamo la domanda posta al Papa e la sua risposta:
“Oggi si parla molto di Vatileaks. Senza entrare nel merito del processo, in Uganda ha detto che la corruzione esiste dappertutto e anche in Vaticano. Quale è l’importanza della stampa libera e laica nello sradicamento di questa corruzione, ovunque si trovi?”.
«La stampa libera -laica e anche confessionale, ma professionale direi, perché la professionalità della stampa può essere laica o confessionale, l’importante è che siano professionisti davvero, che le notizie non vengano manipolate- per me è importante perché la denuncia delle ingiustizie, delle corruzioni è un bel lavoro: lì c’è corruzione!
La stampa professionale deve dire tutto. Senza cadere nei tre peccati più comuni: la disinformazione, dire metà verità e non l’altra metà; la calunnia, quando non c’è professionalità si sporca l’altro con verità o senza verità; e la diffamazione, che è dire cose che tolgono la fama di una persona. Questi tre difetti attentano alla professionalità della stampa.
Ma abbiamo bisogno della professionalità. Sulla corruzione vedere bene i dati e dirli: c’è corruzione qui, per questo, per questo… Poi un giornalista che è un professionista vero, se sbaglia chiede scusa: credevo ma mi sono accorto di no…».
Questa sua dichiarazione seppellisce le accalorate e oltranziste difese eccessive di alcuni cattolici, riguardo la pubblicazione dei due libri sugli scandali in Vaticano. Noi non siamo felici di quanto vi è scritto, parole come macigni e scandali in quantità, ma un malato bisogna curarlo conoscendo la malattia, altrimenti morirà senza cure.
Sarebbe stato preferibile la non pubblicazione di questi libri, ma non ci sono solo risvolti negativi. Se da una parte i cattolici più deboli si scandalizzano e forse pregano meno, i cattolici più maturi e fervorosi non si abbattono perché sono consapevoli della debolezza che può colpire anche Vescovi e Sacerdoti che hanno abbandonato la preghiera e il cammino spirituale.
Poi si vedono e si conoscono i loro frutti scandalosi, e i responsabili ovviamente sono quelli che sbagliano, ma non devono subirne le conseguenze i credenti che li seguono o che ascoltano omelie e consigli non più spirituali, non più in sintonia con la Chiesa!
Se da un lato è una sconfitta la diffusione di scandali ecclesiali, dall’altro lato è un dovere morale far conoscere le corruzioni.
Con queste parole del Papa si comprende che rimane preferibile fermare le corruzioni piuttosto che tacere e lasciarle proliferare.
Gesù viene a Natale per portare la Verità in questo mondo carico di falsità, porta la pace vera ma quanti sono sommersi dalla corruzione in cui vivono, non riescono più a cercarla né a desiderarla. Non potranno donare la loro pace agli altri in questo Natale perché ne sono privi, e le conseguenze dannose ricadono anche sulle persone buone.
La presenza di Gesù nella nostra vita è, in ogni circostanza, la fonte di una pace vera e inalterabile. “Pace a voi”, ci dice. Gli insegnamenti del Signore racchiudono la buona novella della pace. Questo tesoro Gesù ha lasciato in eredità ai suoi discepoli di tutti i tempi.
Questa pace è minacciata anche dagli stessi cattolici che hanno smesso di pregare e di vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo.
La pace del Signore trascende assolutamente la pace del mondo: pace, quest’ultima, che può essere superficiale e apparente, che può forse risultare dall’egoismo e farsi compatibile con l’ingiustizia.
La pace del cristiano, tanto necessaria per l’apostolato e per la convivenza, è ordine interiore, coscienza delle proprie miserie e virtù, rispetto per gli altri, piena confidenza nel Signore che non ci abbandona mai.
È frutto dell’umiltà, della filiazione divina e della lotta contro le proprie passioni, sempre incline al disordine.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *