+ VANGELO (Lc 11,5-13)

Giovedì 12 ottobre 2017

XXVII Settimana del Tempo Ordinario

 

 

+ VANGELO (Lc 11,5-13)

Chiedete e vi sarà dato.

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del Cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Il confronto fatto da Gesù è inattuabile, Lui lo presenta per darci modo di capire l’estrema differenza di quanto può dare un genitore al proprio figlio, rispetto al dono ineffabile che fa Dio dello “Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.

La spiegazione dettata dal Signore sul significato del bisogno dell’aiuto degli altri, quindi nel chiedere qualcosa quando si presenta una difficoltà, è proficua per il nostro cammino di Fede. Cerchiamo di capire quali sentimenti ci devono accompagnare quando chiediamo ai familiari o ai conoscenti qualcosa.

Dai familiari è più facile ricevere ogni aiuto, ci sono genitori che “si fanno in quattro” per permettere gli studi ai loro figli o per garantire il necessario per la loro serena e dignitosa crescita. Ci sono anche figli, pochi però, che non dimenticano tutto il bene ricevuto dai loro genitori e anche dopo essere andati via per formare nuove famiglie, continuano non solo a nutrire grande riconoscenza ma la esprimono con i gesti.

Ed è bello quando ci si riunisce la domenica tutti insieme per dare gloria a Dio -almeno così lo intendono i veri credenti- e anche rendere omaggio ai premurosi genitori e crescere tutti insieme nell’amore sincero.

Questa festa domenicale avviene sempre più di rado, sia per la lontananza fisica, per disaccordi crescenti tra genitori e figli, sia per un eccessivo egoismo che aumenta di continuo in questa società ibrida e disarmonica.

Ogni figlio/a deve considerare che i genitori hanno compiuto grandi sforzi per la sua crescita, hanno donato un amore immenso anche se molto spesso disordinato per l’incapacità di controllare i sentimenti altalenanti. Però non si devono condannare i genitori per l’amore incostante, senza controllare il proprio amore verso i genitori.

Il ringraziamento non deve mai mancare verso i genitori, però non sempre si riesce a farlo per i loro errori che hanno causato enormi danni ai figli. Bisogna distinguere l’intenzionalità che in molti casi c’è, dall’impulsività, dall’imprudenza, dall’irrazionalità.

La mancanza di preghiera di molti genitori li conduce a commettere inevitabilmente molti errori, alcuni imperdonabili, ed è questa l’interpretazione che danno quei figli che a loro volta non pregano e per mancanza di sensibilità non ricordano neanche tutto il bene ricevuto dai loro genitori.

Inizialmente nel Vangelo di oggi, Gesù ci spiega l’importanza della preghiera costante, una preghiera piena di amore e fiduciosa che si ripete molte volte nella giornata per ottenere quanto si chiede di buono. Quanto racconta Gesù è molto chiaro: un uomo ha bisogno di aiuto e va di notte a bussare a casa dell’amico. Ma cosa succede?

“Vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono”.

Prima di arrivare al paragone e alla distinzione tra un padre terreno e il Padre che sta nei Cieli, Gesù inserisce le famose parole che hanno sempre alimentato la spiritualità dei buoni cristiani, di tutti i Santi, convinti da questa promessa infallibile del Signore: “Ebbene, Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.

Gesù ha promesso di donare tutto quello che di buono gli verrà chiesto, non si tirerà assolutamente indietro, ha dato la sua parola!

Poi, rappresenta il comportamento dei buoni genitori che non si risparmiano per dare ai loro figli il miglior cibo che sono in grado di comprare. “Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?”.

Gesù spiega la grande premura di Dio nel donare anche Grazie impossibili ai figli buoni che pregano e chiedono. Nulla per Lui è impossibile!

Molti cristiani non chiedono con insistenza e si fermano perché sono tentati con pensieri negativi che depositano i diavoli nelle loro menti: i diavoli sono molto astuti nel convincere che tutto è inutile; Dio non ascolta; chissà quando arriverà l’aiuto divino; io non merito nulla oppure merito tutto ma Dio non pensa a me; ecc.

Tutto falso. Questa è l’opera dei diavoli, vogliono far abbattere tutti i credenti, ma chi prega bene vince sempre i diavoli.

C’è sempre una Fede da sviluppare, anche i Santi all’inizio avevano una Fede debole ed è cresciuta con il tempo. Dio pensa sempre ad ognuno di noi, nessuno è mai solo quando osserva il Vangelo. Le parole di oggi di Gesù ci dicono che Dio è sempre vicino a noi. “Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del Cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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