+ VANGELO (Lc 1,39-45)

Mercoledì 21 dicembre 2016

IV Settimana di Avvento

 

 

+ VANGELO (Lc 1,39-45)

A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E Beata Colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore Le ha detto». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Questo brano ci manifesta lo spirito di servizio e la generosità che bisogna possedere e mettere in pratica. Non è solamente la preghiera la risposta da dare a Gesù, occorre anche una vita virtuosa.

Preghiera e virtù vanno insieme, però non molti cristiani hanno compreso il valore della preghiera e non pregano bene, non hanno ascoltato buone catechesi sulla necessità, sul modo, sul tempo della preghiera.

Cosa spinge la Vergine Maria a lasciare Nazareth per andare ad aiutare la cugina Elisabetta?

L’amore, quindi, lo spirito di servizio.

Sarebbe stato impossibile compiere questo straordinario gesto di generosità senza una Fede elevata, come nel caso della Madonna che era singolare. La Fede in tutti noi aumenta con la frequenza dei Sacramenti, la preghiera costante, umile e fiduciosa, la pratica delle virtù, e così diventa facile compiere gesti di generosità.

La Vergine Maria si diede totalmente a ciò che Dio le chiedeva. Immediatamente i suoi progetti personali vennero accantonati per fare quello che Dio Le prospettava. Non cercò scuse. Fin da subito Gesù divenne l’ideale unico e sublime per il quale viveva.

Un agire opposto a quello di molti che si preoccupano esclusivamente di assecondare ogni pensiero che arriva alla mente. Questi non intendono realizzare il disegno di Dio nella loro vita e il più delle volte non se ne rendono conto, fino ad arrivare a incanalare ripetuti smarrimenti e insuccessi.

Non si devono colpevolizzare tutti i credenti che non hanno ricevuto insegnamenti efficaci e non conoscono la via della perfezione.

Dal gesto della Madonna che lascia tutto perché avvertiva nel suo Cuore la necessità in cui si trovava Elisabetta, possiamo comprendere il vero significato della generosità: dimenticarsi. È una parola grossa… proprio di questi tempi… eppure in questo gesto si dà prova dell’amore presente nel cuore.

Non bisogna però selezionare le persone che si trovano nel bisogno, se è simpatica oppure con un’altra ci sono state incomprensioni. Mi riferisco a parenti e amici, agli estranei si può prestare aiuto ma solitamente non c’è questa esigenza, hanno i loro familiari e parenti che se ne preoccupano.

La Madonna ha manifestato una generosità senza limiti durante tutta la sua esistenza terrena. Dei pochi passi del Vangelo che si riferiscono alla sua vita, due ci parlano direttamente della sua attenzione agli altri:

spese generosamente il suo tempo per assistere la cugina Santa Elisabetta, finché nacque Giovanni Battista;

si preoccupava del bene degli altri, come ci mostra il suo intervento nelle nozze di Cana.

Erano atteggiamenti in Lei abituali. Anche noi possiamo far diventare abituali i comportamenti buoni e affabili.

La Vergine Maria non pensava a se stessa, ma agli altri. Sappiamo fare lo stesso, preoccupandoci anche degli altri con sincerità?

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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