VANGELO (Lc 14,1-6)

Venerdì 31 ottobre 2014 

30ª Settimana del Tempo Ordinario

 Gesù con gli apostoli

+ Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a Lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Era costume tra gli ebrei di invitare a pranzo chi aveva parlato nella sinagoga in quel giorno. Un sabato Gesù fu dunque invitato a casa di uno dei capi dei farisei della città. E Lo spiavano, Lo sorvegliavano per vedere dove potevano coglierlo in fallo. Nonostante la situazione fosse poco gradevole, il Signore accettava gli inviti per essere utile agli altri convitati con le sue parole e i miracoli.

Quel giorno si presentò davanti alla porta un idropico, come gli altri approfittava dell’usanza delle porte aperte quando si organizzavano banchetti sontuosi per la presenza di persone importanti. Il malato non dice niente, non chiede niente, semplicemente stava davanti al Medico divino.

Anche noi dovremmo fare lo stesso, dovremmo attuare lo stesso atteggiamento interiore: metterci davanti a Gesù.

Stare così, con i nostri mali, con la nostra miseria personale, con i nostri peccati… davanti a Gesù, davanti allo sguardo compassionevole di Dio. Possiamo avere l’assoluta certezza che egli ci prenderà per mano e ci guarirà.

Dobbiamo frequentare ogni giorno la Chiesa e restare un po’ davanti al Tabernacolo dove Gesù è presente, vivo e vero, e ci aspetta.

Vediamo in questo miracolo la premura di Gesù verso l’ammalato, vedendo davanti a sé quell’uomo sofferente si colma di misericordia e lo risana, nonostante Lo controllassero per vedere se guariva di sabato.

Dinanzi all’urgenza di risollevare quell’uomo dalla sua malattia e donargli la guarigione fisica, Gesù non teme la reazione dei farisei per l’intervento nel giorno di sabato, non si lascia condizionare dal rispetto umano. Gesù agisce con chiarezza e senza paura perché una persona malata aveva bisogno di Lui.

La misericordia non può violare il sabato, Gesù lo dice ai farisei falsamente sconvolti, ma loro di sabato svolgevano molte opere.

L’ipocrisia spesso fa cadere nel ridicolo, si accusano gli altri senza guardare se stessi, non c’è la capacità di osservare i propri errori.

L’imitazione di Gesù deve essere totale, soprattutto in questa circostanza vediamo che il suo agire non considera la reazione dei farisei, cosa dicono e quali ingiurie gli scaricano, mentre Gesù compie un’azione altamente lodevole come la guarigione di un ammalato.

Quando noi svolgiamo apostolato e parliamo della nostra Fede oppure dobbiamo partecipare alla Messa e altri ci tirano verso altre scelte o quando qualcuno ci accusa di pregare troppo, non dobbiamo avere rispetto umano, non si deve avere paura dei loro giudizi e si deve proseguire.

Temere le accuse degli altri perché preghiamo o facciamo apostolato è un atto di vigliaccheria, ma Gesù ci dona il coraggio per sopportare ogni ipocrita accusa e ci infonde il dono della fortezza per proseguire il cammino di conversione e di trasfigurazione interiore.

Non fermiamoci per paura dei giudizi, chi ci accusa non sta con Dio e vuole che ci allontaniamo. È una sconfitta allontanarci.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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