+ VANGELO (Lc 15,3-7)

Venerdì 3 giugno 2016
IX Settimana del Tempo Ordinario

SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ

+ VANGELO (Lc 15,3-7)
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il discorso sulla conversione del peccatore è abbastanza complesso e occorre maggiore tempo per spiegare molte dinamiche, verificare le differenti tipologie di conversioni, spiegare gli effetti, individuare determinate reazioni che ogni convertito porta sempre con sé.
Non c’è vero convertito in grado di guidarsi da solo nel cammino che segna il passaggio da una mentalità quasi idolatra e mondana, ad una spirituale ed impegnata. Un vero e sicuro discernimento lo può compiere il Padre spirituale preparato in ascetica e mistica, e rimane indispensabile trovarne uno oppure confrontarsi con il confessore su determinati aspetti.
Ma non è la stessa cosa, la Confessione è finalizzata al perdono dei peccati e ha una sua logica sacramentale, mentre la direzione spirituale riguarda anche aspetti che non richiedono l’assoluzione e sono da approfondire con attenzione in altra sede, non si possono risolvere in fretta o senza valutare l’insieme.
Ho accennato al Padre spirituale nella solennità del Sacro Cuore di Gesù per evidenziare che Lui segue tutti i suoi devoti con particolare interesse proprio perché Lo pregano. Gesù conosce perfettamente i cuori di ogni essere umano e questo è un enigma immenso, in pratica Dio segue contemporaneamente 7 miliardi di persone e conosce anche la più piccola fibra di ognuno.
Su ognuno ha riposto un suo disegno, solo che gli atei e i seguaci di altre religioni non conoscendo il Vangelo, non riescono ad approfondire la realtà di un Dio che non è solo Amore, è anche Verità. Non è quel piacione che vuole farsi adorare facendo violenza o improvvisamente comincia ad usare parole diverse dal Vangelo.
Piacione è un termine ambiguo, non lo è chi è buono e amato da tutti, al contrario si dice di chi vuol piacere a tutti i costi e perciò ha atteggiamenti eccessivamente cordiali e accattivanti. Dio non si comporta così e nessun cristiano può fare questo.
Gesù nel Vangelo è un Uomo opposto al piacione, non cerca l’approvazione a tutti i costi e noi dobbiamo rispettare i tempi di maturazione degli altri. Però Gesù ha l’esigenza di sapere quanti sono fedeli alla sua Parola dagli altri che la alterano o non l’osservano.
Questo aspetto è molto importante. Dio mette alla prova per vedere chi gli è fedele da chi Lo tradisce o Lo dimentica.
Da coloro su cui aveva riposto un disegno di evangelizzazione con la Consacrazione o di impegno apostolico per quanti vivono in famiglia, può arrivare anche ad annullare lo stesso disegno di fiducia per la mancata risposta sia di determinati Consacrati che dei laici che vivono dissipati nel mondo.
Il Cuore di Gesù deve essere adorato dall’umanità, questo diceva Lui a Suor Consolata Betrone e le insegnò la famosa giaculatoria: “Gesù e Maria vi amo, salvate anime”. Questa Serva di Dio quando entrò in monastero cominciò a sentire interiormente la voce di Gesù, una voce dolce e forte che la spingeva sulla via della santità. Una voce esigente.
Nei primi esercizi spirituali, in monastero, Gesù le dice: “Tu ti affanni per troppe cose… una cosa sola è necessaria: amarmi!” e le chiede un continuo atto di amore a Lui, con l’invocazione “Gesù, ti amo”. Successivamente diventerà: “Gesù, Maria, vi amo: salvate anime”.
La storia di questa piccola Suora colpisce per il messaggio di infinito Amore rivelato da Gesù, Egli desidera la salvezza di tutti ma dove viene rifiutato per indifferenza, tradimento, inimicizia, apostasia, è costretto a ritirarsi.
Forse molti cristiani sono convinti di stare vicini al Signore, nonostante l’inesistente preghiera, il distacco spirituale da Lui, l’adorazione degli idoli al posto suo.
Dove Gesù vede questa indifferenza, rimane con pazienza ad attendere il vero cambiamento della persona, ma dopo molti anni e molte Grazie sperperate come il figliol prodigo, Egli non conta più su quella persona e non la considera più appartenente alle anime fidate.
Su questo bisogna meditare per comprendere il vero significato della sua misericordia, altrimenti si vive nell’illusione di seguire Gesù mentre non c’è altro che il vuoto. Gesù è pronto a perdonare anche i più gravi peccati, tranne quello della “bestemmia contro lo Spirito Santo”, e dona a tutti incalcolabili possibilità di conversione.
Se vengono sprecate per indifferenza o sperperate perché si segue altro, Lui non conta più su quella persona e va oltre.
Chi nega questo o cerca di annacquarlo, non ha compreso nulla del Vangelo e segue una dottrina protestante!
L’Amore del Sacro Cuore è sempre infinito. È il peccatore o il cristiano che non dedica del tempo giornaliero prolungato alla meditazione e non cerca di cambiare vita sul serio, a distaccarsi gradualmente da Dio, fino a diventare insensibile al sacro.
Anche se va a Messa o recita delle preghiere ma non mette al centro della vita il Signore, tutto quello che fa vale molto poco.
È vero che Gesù attende, ma fino a quando? Quei cristiani che non osservano la sua Parola e non seguono la sua volontà, non sono fidati!
Gesù è come un padre che ha molti figli e conosce perfettamente di chi può fidarsi ad occhi chiusi, da altri che non Lo amano veramente e pregano più per paura dell’inferno che della gloria del Paradiso. Chi ama Gesù non ha paura di nulla e Lo mette al centro, anzi vive per mettere in atto la sua volontà.
Il Cuore di Gesù è di una mitezza commovente, si impietosisce guardando i buoni che Lo seguono fedelmente e ha compassione verso quelli che soffrono, ma non può intervenire se non Lo adorano e non chiedono il suo aiuto.
Vuole aiutare tutti ma Lo blocca l’indifferenza di molti cristiani, e se non cambiano vita avranno il cuore indurito, insensibile alle cose di Dio.
Molti cristiani sono convinti che Gesù, essendo buono, aiuta sempre. Non è così. Aiuta chi lo merita, anche se la sua azione è libera e molto spesso aiuta peccatori non meritevoli ma su essi hanno pregato altri e per i meriti di altri, Lui concede Grazie e la spinta alla conversione.
Chi è però sicuro di ricevere preghiere?
Nessuno deve presumere perché le Grazie si meritano oppure possono scaturire dalle preghiere altrui, però si possono interrompere se quelle persone su cui si pregava rimangono imperturbabili alle sollecitazioni della vera conversione.
Padre Pio si chiedeva: perché sprecare preghiere se determinati peccatori non vogliono cominciare un vero cammino spirituale?
Certamente si prega sempre per la conversione di tutti i peccatori, ma dinanzi al tacito rifiuto di cambiare mentalità, il cuore, le scelte di vita, di quei peccatori che vogliono stare con due piedi in una staffa, si fermano le preghiere per essi e così possono toccare con mano la loro debole miseria spirituale.
L’aforisma due piedi in una staffa, significa fare due cose che non conciliano tra di loro contemporaneamente.
Leggiamo cosa diceva Gesù a Suor Consolata, quest’anima mite e semplice che si abbandonò completamente alla volontà di Dio.
L’8 aprile 1934, il Sacerdote, prima della Messa dei suoi voti, confessa circa tre ore e numerosissimi si accostano all’Eucarestia. Suor Consolata è felice. Gesù le domanda: “Mi credi onnipotente e infinitamente buono?”.
“Gesù, sì!”.
“Ebbene -risponde Gesù-, ti dono tutte le anime del mondo: esse sono tue… e come Io mi moltiplico in ogni Ostia consacrata, così moltiplicherò la tua preghiera, i tuoi sacrifici a favore di ciascuna anima del mondo”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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