VANGELO (Lc 8,1-3)

Venerdì 18 settembre 2015
XXIV settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Lc 8,1-3)
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il Vangelo ci indica il ruolo importante dei benefattori nella vita di Gesù. Non era solo, Lo seguivano i Dodici e avevano di continuo necessità di denaro per il cibo e altre esigenze. A prima vista sembra una contraddizione, perché Gesù che aveva trasformato l’acqua in vino, per non ricordare altri incalcolabili miracoli, poteva far spuntare all’improvviso cibo e tutto quello che occorreva ai Dodici in quantità infinite.
Per quale ragione, allora, Gesù accetta e favorisce gli aiuti dei discepoli benestanti?
Sono diversi i motivi, innanzitutto vuole far guadagnare a loro grandi meriti, operando la carità, generosità, bontà, altruismo.
Molti intendono il termine carità esclusivamente come elemosina, mentre teologicamente significa ciò che concerne l’amore cristiano.
Ricordo il famoso inno alla carità di San Paolo, con queste parole si comprende che la carità indica l’amore verso tutti, la bontà, il rispetto, la mitezza, la mansuetudine, la dolcezza, la cortesia, l’affabilità, l’amabilità, la cordialità, la benevolenza, l’umanità, la clemenza, la comprensione, la generosità, l’altruismo:
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna” (1 Cor 13,1).
“E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla” (1 Cor 13,2).
“E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova” (1 Cor 13,3).
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia…” (1 Cor 13,4).
“La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà” (1 Cor 13,8).
“Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1 Cor 13,13)
Ritornando al permesso che Gesù concedeva ai benefattori che Lo seguivano di sostenere le spese e facilitare i viaggi lunghi e stancanti, è fin troppo evidente. Gesù accoglieva al seguito tutti i buoni di cuore per istruirli, permetteva ad essi di rimanere quando faceva le catechesi e questo era decisamente importante.
I discepoli benestanti sentivano interiormente la necessità di condividere i loro beni, provvedendo al cibo e a tutte le necessità di Gesù e dei Dodici. Dal tempo di Gesù i benefattori sono stati indispensabili per le opere di carità della Chiesa, per l’apostolato e per costruire Basiliche e strutture da usare per l’apostolato.
Senza i benefattori non si può realizzare nulla, soprattutto quando un Sacerdote o una Comunità vive nella povertà.
È Dio che interviene attraverso i credenti che possono dare offerte e lo fanno perché veramente convertiti e distaccati dal denaro.
Non può fare molto chi ha poco denaro, ma l’obolo della vedova era importante per Gesù. Ognuno offre secondo coscienza.
Gesù si faceva aiutare da molti benestanti e ricchi, permettendo ad essi di guadagnare grandi meriti, anche se una donazione è buona se accompagnata dall’amore, dalla retta intenzione di piacere al Signore. I credenti che compiono donazioni sono animati dal vivo desiderio di fare del bene, di aiutare la Chiesa, un’opera, la diffusione dell’apostolato.
Un uomo convertito disse a Padre Pio: “Per tutta la vita ho raccolto una montagna di soldi e ora che me ne faccio?”. Rispose Padre Pio: “Fai opere di carità, dona molti soldi perché nulla ti porti nell’aldilà. Aiuta l’ospedale che sto costruendo e così ripari i tuoi peccati, fai una buona opera di carità anche per coloro che usufruiranno dell’ospedale”.
Molti benestanti che non hanno compreso la necessità di riparare anche con le opere di carità o le donazioni, i peccati commessi, lasciano questa terra senza portarsi nulla di materiale, mentre adesso possono aiutare la Chiesa, i poveri, la costruzione di opere di apostolato che serviranno a tutti per le catechesi e i ritiri.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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