VANGELO (Mc 8,11-13)

Lunedì 16 febbraio 2015

VI settimana del Tempo Ordinario

 Gesù con gli apostoli

+ Perché questa generazione chiede un segno?

 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal Cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità Io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Molti farisei presenti a questa discussione sono convinti che Gesù è un vero profeta, sono le sue opere a testimoniarlo, opere che nessun uomo può compiere. Solo Dio può aver inviato Gesù per evangelizzare un popolo rilassato ed insegnare a tutti la nuova dottrina fondata sull’amore.

Non immaginano i farisei la profonda relazione tra Gesù e Dio, sarebbe troppo per loro e devono accettare i miracoli straordinari del Signore per non sembrare pienamente orgogliosi. Sono convinti del legame strettissimo tra Gesù e Dio ma non accettano che Lo chiami Padre, non vogliono comunque mostrare di accettare Gesù.

Quanto hanno visto e sentito non lascia dubbi, Gesù è unito a Dio. Lo sanno ma pretendono che non sia così. Vogliono manipolare la realtà e la strategia che scelgono è diretta a smontare l’insegnamento del Signore, a ridicolizzare ogni sua opera, addirittura anche i miracoli inspiegabili.

I farisei non riescono a vincere in nessun modo la saggezza, la fortezza, la solidità del pensiero di Gesù, così trovano un pretesto.

“Si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal Cielo, per metterlo alla prova”.

Ci può stare questo attacco dei farisei, oppositori e invidiosi del Signore, invece si rimane sorpresi quando il segno a Gesù viene chiesto dai cristiani di oggi, un segno per sapere cosa fare o per conoscere il futuro. Questo è in realtà un tentare Dio e diventa peccato, è un atto di irreligione.

Cos’è l’irreligione?

È molto facile la spiegazione: è la mancanza di spirito religioso, indifferenza nei confronti delle pratiche religiose.

Il cristiano può cadere in questo peccato quando chiede un segno a Gesù senza un motivo valido e lo chiede per curiosità o per conoscere determinati comportamenti da attuare ma senza la volontà di dare gloria a Dio. Si chiede un segno per compiere azioni che hanno poco in comune con la religiosità, quindi si chiede per soddisfare i propri capricci.

Questo è tentare Dio, e per avere una maggiore conoscenza leggiamo un commento dal Catechismo della Chiesa:

«Il primo Comandamento di Dio condanna i principali peccati di irreligione: l’azione di tentare Dio, con parole o atti, il sacrilegio e la simonia.

L’azione di tentare Dio consiste nel mettere alla prova, con parole o atti, la sua bontà e la sua onnipotenza. È così che satana voleva ottenere da Gesù che si buttasse giù dal Tempio obbligando Dio, in tal modo, ad intervenire.

Gesù gli oppone la Parola di Dio: “Non tenterai il Signore Dio tuo” (Dt 6,16). La sfida implicita in simile tentazione di Dio ferisce il rispetto e la fiducia che dobbiamo al nostro Creatore e Signore. In essa si cela sempre un dubbio riguardo al suo amore, alla sua provvidenza e alla sua potenza».

Diverso è l’atteggiamento del cristiano che chiede un segno per compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia, senza riserve né blocchi. In questo caso prima di chiedere un segno con l’apertura a caso della Bibbia, per esempio, bisogna pregare bene, invocare lo Spirito Santo e chiedere a Gesù di manifestarsi attraverso la sua Parola.

Senza questa disposizione spirituale si considera Gesù come un grande Profeta e basta. In pratica, si imitano i farisei.

Questi comprendono che Gesù non è Uomo comune, e cercano con pretesti grossolani di ottenere questo risultato, sperando in un suo errore. Una profonda contraddizione è presente nei farisei, lo è anche in molti cristiani di oggi, anche nei teologi modernisti e in tutti coloro che si sono distaccati dal Vangelo storico predicato dal Signore.

Gesù era ed è Dio, sia davanti ai farisei sia per gli indifferenti cristiani di oggi, e il segno lo chiedono sia i buoni che tanti increduli.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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