+ VANGELO (Mc 8,11-13)

Lunedì 12 febbraio 2018

VI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mc 8,11-13)

Perché questa generazione chiede un segno?

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal Cielo, per metterlo alla prova. Ma Egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità Io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Si ripete molto spesso nei cristiani tiepidi e anche in quelli più maturi ma sottoposti a qualche prova, la domanda che non ha nulla da spartire con la Fede in Gesù Cristo: dov’è Dio? Di interrogazioni simili se ne dicono diverse: perché Gesù non mi aiuta? A che serve la mia preghiera? I cattivi non hanno problemi e io ho sempre delle prove…

Ho già evidenziato che i cattivi di problemi ne hanno più dei cristiani, però non li affrontano oppure trovano diversivi per illusoriamente dimenticarli. I cattivi o i cristiani che hanno abbandonato la loro Fede e forse sono caduti negli atteggiamenti cattivi, sono effettivamente “protetti” dai diavoli, ed è una protezione ovviamente maligna, che deve liberarli da eventuali impedimenti alla loro condotta criminale, malvagia.

Conosciamo un po’ tutti certi personaggi che presentano perfettamente le caratteristiche diaboliche per le loro azioni subdole, inique e crudeli, persone che vengono scoperte nelle loro opere diaboliche, eppure i diavoli riescono a farli rimanere nei loro ruoli di alta responsabilità.

I diavoli innestano le ispirazioni e la persona è convinta di riflettere, non ha la spiritualità per accorgersi che è satana ad ispirarla.

Questo spiega gli errori di valutazione nelle situazioni anche banali della vita di famosi personaggi pubblici o meno pubblici.

Scienziati, famosi avvocati, politici e tanti altri professionisti. Quanti sbagli sulle scelte importanti dettati dall’avventatezza, dal pensiero dominante che li guida e di cui non riescono a liberarsene, dalla cocciuta convinzione di fare tutto bene, senza ricordare le cantonate prese frontalmente nel passato.

Indico gli scienziati, avvocati, ingegneri e tanti professionisti non solo per gli studi e la continua formazione culturale, soprattutto per l’esperienza acquisita sul campo, ma neanche questa permette ad essi di capire dove si trova la verità, intesa come scelta migliore da compiere.

Pilato non ascoltò la moglie, non aveva neanche ascoltato la sua coscienza e disse a Gesù: “Che cos’è la verità?” (Gv 18,38).

Chi non compie un vero cammino di Fede è convinto di possedere la verità, di compiere tutto bene, segue la convenienza personale e sta molto attento al rispetto umano. Un cristiano se deve rimanere coerente con la sua Fede non può osservare il rispetto umano, questa è la vera piaga morale di molti cristiani.

Il rispetto umano è una schiavitù, è un atto servile di ridurre e di costringere se stesso alla necessità di conformare la propria Religione al capriccio altrui. Questo avviene non solo quando si parla della nostra Fede, si verifica in tutte le circostanze in cui si insabbia la propria Fede per compiere operazioni ingiuste, illecite, con molta leggerezza.

Chi obbedisce al rispetto umano non riesce ad adempiere ai suoi doveri di cristiano e per uniformarsi alla mentalità corrente sbaglia senza neanche provare rimorsi. Se sbagliare è umano e il cristiano ricorre alla Confessione per ritornare nella Grazia di Dio, praticare il rispetto umano per compiacere altri, comporta un voltafaccia a Gesù.

Si arriva a dimenticare il Signore troppo in fretta, non si osserva la sua Parola perché non la si incarna, e la meditazione serve a scavare dentro noi e innestare la sana spiritualità che leggiamo anche in questi commenti. C’è da fare spazio nell’anima, con sincerità bisogna valutare la presenza dannosa di tanti interessi inutili.

Noi non abbiamo bisogno di segni come i farisei, noi siamo fortemente convinti che Gesù è sempre vicino e desidera donarci continue Grazie.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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