+ VANGELO (Mc 9,38-40)

Mercoledì 27 febbraio 2019

VII Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mc 9,38-40)

Chi non è contro di noi è per noi.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo Nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio Nome e subito possa parlare male di Me: chi non è contro di noi è per noi». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La prima lettura della Messa riporta il passo dell’Antico Testamento nel quale il Signore, su istanza di Mosè, che non si sentiva capace di portare da solo il peso di tutto il popolo, prese parte dello “Spirito che era su di lui e lo infuse sui settanta anziani”.

Non appena lo Spirito si posò su di essi, cominciarono a profetizzare.

Due di essi però non erano andati nella tenda dove erano riuniti gli altri e rimasero nell’accampamento. Questo atteggiamento urtò Giosuè e lo riferì a Mosè: “Mosè, mio signore, impediscili!”, indicando i due come indegni di ricevere lo spirito profetico. La risposta di Mosè fu sorprendente:

“Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo Spirito!”.

Il Vangelo della Messa ci riporta un fatto per certi versi simile. Giovanni si avvicinò a Gesù per dirgli che avevano visto uno che “scacciava i demoni” nel suo Nome. Dato che non apparteneva al gruppo che accompagnava il Maestro, glielo avevano proibito.

Gesù rispose ai suoi: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio Nome e subito possa parlare male di Me”.

Gesù mette in guardia i discepoli contro ogni esclusivismo e spirito di fazione, e allarga loro l’orizzonte e il cuore in vista di un apostolato universale, vario e diverso. Stranamente si nota una forte agitazione in numerosi vescovi quando viene compiuto un buon apostolato nel Nome di Gesù Cristo. Sappiamo che la linea seguita da molti di loro è quella ecumenica, con un linguaggio nuovo, protestante e non più attinto dalla Sacra Tradizione della Chiesa.

Chi ama veramente Gesù e la Madonna desidera ardentemente che tutti i peccatori si avvicinino a Loro e rinascano a vita nuova. I pretesti escogitati con molta malafede per fermare l’apostolato nel Nome di Gesù, dimostrano che essi non seguono più Gesù, sono diventati seguaci di altre obbedienze, puntano ad una nuova chiesa mondiale. Come conseguenza, oggi c’è un progressivo allontanamento dei cattolici da Gesù, dalla Chiesa.

Gli effetti si vedono dal rifiuto della Confessione, con i confessionali vuoti, la scarsa partecipazione alla Messa, la perdita del senso del peccato nella stragrande maggioranza dei cattolici, la mancata conoscenza di Gesù e della sua presenza vera, reale, sostanziale nell’Eucaristia.

C’è l’urgenza di meditare quanto insegna il Catechismo del 1992 di San Giovanni Paolo II sull’Eucaristia, siamo oramai arrivati all’orribile sacrilegio già profetizzato da Daniele e dall’Apocalisse, della fine del «Sacrificio quotidiano», cioè la trasformazione della Santa Messa, con il cambiamento delle parole della consacrazione.

Quella che si celebrerà tra breve non sarà più la Santa Messa della Chiesa Cattolica, ma un memoriale, una preghiera che potranno fare insieme ai protestanti luterani. Questa la ragione della riabilitazione dell’eretico dannato Lutero, la sua statua portata dentro il Vaticano, i pellegrinaggi che le diocesi italiane organizzano in Germania sulla sua tomba…

Vi accorgerete della trasformazione della Santa Messa quando nella consacrazione non sentirete più pronunciare: «Questo è il mio Corpo…; Questo è il mio Sangue». Questa non sarà più la Santa Messa della Chiesa Cattolica e dovrete cercare i Sacerdoti di Maria Santissima per ricevere l’Eucaristia.

Nel Santissimo Sacramento Gesù è presente realmente, non spiritualmente. La stessa differenza si ha quando ci si trova davanti ad una persona in carne ed ossa e il leggere una lettera che essa ha scritto, o il sentirne la voce registrata, il guardarne un ritratto, il rievocarne nella mente il ricordo.

È tempo che ciascun cattolico faccia apostolato verso quanti sono lontani da Gesù, non pregano e nuotano nei peccati pubblici.

Le forme apostoliche possono essere differenti. l’unica condizione -entro la grande varietà di modi di condurre anime a Gesù- è l’unità nell’essenziale, in ciò che appartiene alla sana dottrina della Chiesa.

Il segno di autenticità e di vera spiritualità da rilevare in un gruppo o in una persona, è di capire se realmente si mantiene in comunione con la sana dottrina della Chiesa. Se porta novità dottrinali o c’è un’agitazione incline al fanatismo, non è in comunione con Dio.

Se non c’è il vivo desiderio di santificarsi con l’impegnativa pratica delle virtù, non esiste il vero amore a Gesù. Molti credenti puntano sull’attività, sulle iniziative parrocchiali e su tante forme organizzative, dimenticando la cosa centrale, essenziale, vitale: l’adorazione di Gesù Eucaristia e la conoscenza della sua Persona!

È evidente che anche il lavoro, i periodi di riposo, le visite ad amici, lo sport, possono essere occasione per portare persone a Dio, tali devono essere anche le difficoltà che incontriamo in un ambiente più o meno apertamente contrario alla Fede.

Forse ci daranno modo di esercitare la carità, stimando o trattando bene anche coloro che non ci capiscono o ci trattano male.

Non reagiremo mai con durezza, non renderemo male per male. Quando sarà opportuno ci difenderemo, ma rispettando le persone. E cercheremo di insegnare, con tutti i mezzi possibili, che il motore che muove la nostra vita è la bontà di Gesù.

Ogni apostolato compiuto all’ombra della Croce è sempre fecondo, ed è autentico quando si incontrano difficoltà a causa dell’agitazione dei diavoli. Oggi è diventato difficile per tutti i buoni cattolici compiere un santo apostolato per l’opposizione di quei vescovi che non guardano più verso l’alto ma verso il basso.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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