+ VANGELO (Mt 11,20-24)

Martedì 16 luglio 2019

XV Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 11,20-24)

Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, Io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, Io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù indica il giorno del Giudizio come il ristabilimento di ogni giustizia e ognuno avrà la perfetta conoscenza del significato della sua vita.

Tra i tanti modernismi presenti nella Chiesa, c’è anche quello dell’oscuramento del giorno del Giudizio, non se ne parla intenzionalmente come avviene per tante altre Verità. Sono intellettualmente oscurati e incapaci di percepire il Bene tutti coloro che nella Chiesa hanno scelto altro rispetto a Cristo e non riescono più a riflettere sulla vita eterna.

La corsa per le cose materiali è diventata una dipendenza e la mancanza di tempo nella giornata per pregare è il vero disordine esistenziale che viene visto come una regola di vita da seguire. Bisogna domandarsi se questa è la vera vita, se Gesù accetta questo stile di vita con la dimenticanza di Lui.

Gesù nel Vangelo si mostra amareggiato per la negligenza dei cittadini di alcune città dove Egli aveva compiuto grandi miracoli.

Straordinari miracoli compiuti da Gesù non vennero accolti come il segno della presenza di Dio in mezzo a loro e rimasero nella corruzione.

Proprio a Cafarnao Gesù aveva stabilito la sua dimora all’inizio della predicazione e tutti Lo conoscevano. Tra i miracoli più emblematici ricordiamo quello della suocera di Pietro, quello del Paralitico, del servo del centurione, dell’emorroissa e la risurrezione della figlia di Giaro.

Gesù si è manifestato a Cafarnao con una forte predicazione, con i miracoli e le guarigioni. Le sue potenti opere Lo resero popolarissimo, a Lui si avvicinò una grande folla per chiedere Grazie e non per convertirsi e iniziare una vita osservante!

Cafarnao è stata beneficata più di altre città ma il popolo dimenticò presto le guarigioni e le tantissime Grazie ricevute. «Ebbene, Io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

La dimenticanza del bene ricevuto è una costante in molte persone anche dei nostri tempi, ma è un atto di giustizia rimanere riconoscenti verso chi ha dato aiuti gratuitamente e chi lo ha fatto più di tutti, donando anche la vita, è Gesù Cristo.

Il rimprovero di Gesù alle tre città impenitenti mostra la sua grande delusione e utilizza un linguaggio duro per scuotere i loro cuori induriti. È una grande disgrazia avere un cuore insensibile e non provare minimi sentimenti di gratitudine e di amore.

La libertà dell’uomo non corrisponde all’attesa di Gesù. L’egoismo e la durezza di cuore di quelle popolazioni, toccate in modo prodigioso dalla potenza di Dio, si sono innalzate come barriere impenetrabili, dinanzi alle manifestazioni generosissime del suo Amore.

E allora, per esse non vi sarà che un giudizio definitivo di condanna.

Gesù cita nel Vangelo Tiro e Sidòne, antiche città famose per la loro empietà, cita Sòdoma, la cui corruzione fu totale. Ebbene, contrariamente alla considerazione della gente, Cafarnao, Betsàida e Corazìn, dimostravano una malizia e un’empietà più grandi delle tre città corrotte.

Le valutazioni degli uomini sono parziali ed emotive, solo Dio conosce perfettamente i cuori di tutti e giudica secondo verità.

Oggi festeggiamo la Madonna del Carmelo, una ricorrenza che suscita molto fervore nei mariani, soprattutto in coloro che seguono la spiritualità carmelitana. La caratteristica di questa festività è data dalla devozione allo Scapolare, una striscia di stoffa con apertura per la testa, pendente sul petto e sul dorso.

Viene portato addosso per le promesse fatte dalla Madonna a San Simone Stock il 16 luglio 1251, quando Ella apparve al Religioso e vecchio generale dell’Ordine Carmelitano, il quale aveva pregato molto la Santa Vergine di dare un privilegio ai Carmelitani.

La Regina del Cielo apparve tutta raggiante di luce e porse a San Simone Stock uno scapolare -detto comunemente “Abitino”– dicendo: «Prendi figlio dilettissimo, prendi questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morra rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno».

Detto questo, la Vergine scomparve in un profumo di Cielo, lasciando nelle mani di Simone il pegno della sua prima «grande promessa».

Quando la Madonna fece questa promessa, non era ancora diffuso il Santo Rosario e non aveva detto a Santa Caterina Labourè di diffondere nel mondo la Medaglia Miracolosa. Sono diverse le devozioni volute dalla Madonna, chi ama veramente questa Santa Madre deve conoscerle per amare Lei con grande convinzione e partecipazione.

La Vergine Maria non è una persona comune, neanche una Santa che si venera con grande rispetto. È la Madre di Dio, Colei che nella Luce di Dio vede e conosce tutto, Ella che ha ricevuto dal Figlio l’autorità sulle Grazie da concedere quando, come e a chi vuole.

La Madonna è sempre vicina a noi ma non se ne accorgono i tiepidi e quanti non pregano. È vera Madre di ognuno di noi e non ci lascia soli.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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