+ VANGELO (Mt 13,31-35)

Lunedì 28 luglio 2014

 

17ª Settimana del Tempo Ordinario
 
Gesù con gli apostoliIl granello di senape diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il Regno dei Cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il Regno dei Cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù non terminava di fare paragoni per spiegare il Regno dei Cieli, come sempre aveva ragione perché vediamo che dopo duemila anni neanche molti cattolici impegnati lo hanno compreso. E se non c’è questa chiara comprensione del Regno dei Cieli non ci potrà mai essere neanche una lucida spiegazione ai fedeli.
Anche noi dobbiamo fare un esercizio meditativo e chiederci cosa abbiamo compreso del Regno dei Cieli.
Ritorno al Vangelo di ieri per sottolineare alcuni passaggi importanti:
«Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il Regno dei Cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
In questi due esempi possiamo cogliere con consapevole chiarezza la straordinaria grandezza del Regno dei Cieli, la necessità di farne parte per non avere faticato invano nella vita. A cosa serve possedere tanti beni e poi non entrare in Paradiso? A cosa giova non osservare i Comandamenti e non fare parte del Regno dei Cieli e poi frequentare la Santa Messa?
Con l’espressione di Regno dei Cieli Gesù si riferiva al Regno o alla Sovranità di Dio su tutte le cose.
Fare parte del Regno dei Cieli significa obbedire a Dio, osservare il Vangelo, vivere in modo coerente. Il concetto di Regno dei Cieli a quel tempo entrava in contrapposizione a quello di regno dei poteri terreni, e gli ebrei non comprendevano la distinzione. Neanche l’Impero romano, che aveva occupato le città di Nazaret e Cafarnao, dove Gesù viveva, e la città più importante della Giudea, Gerusalemme, riusciva a capire questo concetto.
Per noi cristiani il Regno dei Cieli o di Dio è accostato al concetto di Paradiso, e già in questa vita si può vivere una anticipazione.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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