+ VANGELO (Mt 13,54-58)

Venerdì 4 agosto 2017

XVII Settimana del Tempo Ordinario

 

San Giovanni Maria Vianney

 

+ VANGELO (Mt 13,54-58)

Non è costui il Figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è Costui il Figlio del falegname? E sua Madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un Profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La figura che ricordiamo oggi è di grande rilievo nella Chiesa ed è il Patrono dei parroci, il loro modello di vita, un uomo considerato da tutti a quel tempo come incapace di compiere anche le cose più banali, figuriamoci l’incarico e la responsabilità di parroco.

San Giovanni Maria Vianney è meglio conosciuto come il Santo Curato d’Ars, quindi è il Santo Parroco per antonomasia e per antonomasia si indica il suo attributo o la sua apposizione più nota e del Santo di oggi viene indicato esclusivamente Lui come Curato (Prete).

Curato si utilizzava per significare colui che curava le anime, il Sacerdote, incaricato per missione di prendersi cura delle anime!

La storia racconta che San Giovanni Maria Vianney quando era un seminarista non mostrava alcuna attitudine allo studio, un grande amore per la Teologia quello sì, ma non aveva l’idoneità necessaria per proseguire gli studi e pensavano di cacciarlo dal seminario.

Fu un Sacerdote più anziano a ricevere l’ispirazione di aiutarlo, notando la sua profonda spiritualità e la determinazione nel voler servire Gesù. Senza l’aiuto del Sacerdote la Chiesa non avrebbe avuto questo umile e potente Santo e milioni di credenti non lo avrebbero raggiunto in uno sperduto paesino di 300 persone per confessarsi e iniziare un vero cammino di Fede.

Il ragionamento fatto al Vescovo fu proprio questo, di ordinarlo Sacerdote anche se aveva una cultura appena sufficiente e di inviarlo in un paesino sperduto con poche persone. “Non sarà un dotto ma sicuramente un buon parroco”.

Diventerà il Patrono dei parroci non per la cultura ma per la sua eccezionale Fede.

Il Sacerdote che lo aiutò non riusciva ad intuire il meraviglioso disegno che Dio aveva per il giovane seminarista e delle interminabili schiere di cristiani che avrebbero conosciuto il Santo Curato d’Ars sui libri. Egli non scrisse libri ma la sua vita è stata raccontata in migliaia di libri, anche le sue brevi, semplici e incisive parole che diceva nelle omelie.

La carità intesa come amore donativo, spinse il Santo Curato d’Ars a consumarsi per la Chiesa e la salvezza delle anime!

Visse in modo eroico la sua vocazione, fece della sua vita una donazione totale a Gesù, con la missione di compiere la Volontà di Dio.

Oggi la Chiesa ha urgente necessità di tanti parroci come San Giovanni Maria Vianney, anche se molti buoni e bravi Sacerdoti si adoperano per le anime, sono una minoranza rispetto a quanti hanno scelto il modernismo, una visione di Chiesa che si apre al mondo per diventare come vuole il mondo.

Questo modo di interpretare l’apertura al mondo non viene dallo Spirito Santo, Egli non contraddice il Vangelo di Gesù.

Per fare comprendere il concetto, pensiamo ad un marito che invita la moglie a prostituirsi gratuitamente con tutti, o al contrario l’invito arriva dalla moglie al marito e, peggio ancora, uno o i due genitori invitano la figlia a fare sesso libero con tutti gli uomini (o donne…) che conosce e incontra…

È folle questa scelta e nessuna persona sana di mente vi giunge, solo un genitore impazzito e degenerato sceglie questi orientamenti.

L’esempio comunque ci permette di capire che la Chiesa di Gesù Cristo che ha migliaia di modelli che presenta al mondo come Santi, non può cadere nella trappola della mondanità, altrimenti entra nel secolarismo che si oppone alla Chiesa e la vuole sradicare.

Secolarismo indica tutto ciò che non appartiene alla religione, in senso assoluto al Cristianesimo. Per molti si intende una serie di trasformazioni sociali, che portano una Nazione ad adottare una cultura più laica, da un lato eliminando l’ingerenza dello Stato nella  sfera religiosa e dall’altro indirizzando la popolazione verso l’ateismo.

Il secolarista è la persona che limita la propria visuale alle cose del mondo, che non vede o si rifiuta di vedere le cose alla luce dell’eternità. È una ristrettezza mentale, anche se liberamente voluta. Il secolarismo significa negazione dell’eternità, rifiuto di credere che una tal cosa sia possibile.

La presenza di santi parroci in questo mondo che rifiuta Dio è necessaria come l’ossigeno per il corpo. La nostra Parrocchia virtuale deve prendersi incarico di pregare ogni giorno per tutti i Sacerdoti del mondo, per la rivitalizzazione spirituale dei tiepidi e la vera conversione dei dissipati.

È necessario per molti Sacerdoti ricominciare con una nuova determinazione, con il convinto proponimento di lavorare nella Vigna di Dio senza preoccuparsi più degli interessi personali e forse opposti alla spiritualità che ci viene dal Vangelo.

Per ricominciare è indispensabile chiedere sempre a Gesù l’umiltà, meditare sulla propria miseria umana per dare piena gloria al Signore.

Tutto il Bene arriva da Lui, noi Sacerdoti siamo solo strumenti nelle sue mani, siamo nulla davanti a Lui e tali dobbiamo considerarci.

Pensare bassamente di sé non è uno svilimento della propria persona o un esercizio autopunitivo, questi pensieri permettono al contrario di capire chi siamo veramente e ci aiutano anche a scoprire i talenti ricevuti da Dio.

Pensare bassamente di sé è la pratica dei forti non dei deboli, i deboli cercano l’orgoglio e cadono nella superbia per ostentare, ma cosa?

Il Santo Curato d’Ars era forse agevolato in questo esercizio spirituale per le incalcolabili umiliazioni subite a causa della scarsa cultura, ma non voglio applicare a Lui questo. Era la sua elevata Fede a permettergli di stare vicino a Dio e di possedere una immensa Luce che illuminava la sua piccolezza e così ricevere tanti doni, tra cui il discernimento degli spiriti e quello di leggere nei cuori.

L’umiltà la può praticare anche un re di questo mondo, un ricco, uno scienziato, ma non come il più grande teologo latino San Tommaso d’Aquino. Il più grande teologo e maestro del Cristianesimo possedeva un’umiltà disarmante. Per questo poteva leggere nei misteri di Dio, almeno quello che gli veniva concesso. Ma nessun teologo più di Lui.

Tutti dobbiamo chiedere ogni giorno l’umiltà e leggere meditazioni su questa straordinaria virtù.

Vi invierò qualcosa per conoscerla e compiere grandi opere animati dalla virtù che santifica, gradita alla Santissima Trinità e che terrorizza i diavoli. Quando siete tentati, fate atti di sincera umiltà e i diavoli fuggiranno immediatamente da voi.

Lo stesso avviene quando obbedite alla Parola di Dio, alla sua Volontà: anche dinanzi all’obbedienza i diavoli sono terrorizzati e lasciano subito la persona tentata, altrimenti rimangono e mettono su casa.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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