+ VANGELO (Mt 21,28-32)

Martedì 15 dicembre 2015
III Settimana di Avvento

+ VANGELO (Mt 21,28-32)
È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità Io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il paragone che fa Gesù sui due fratelli che compiono il contrario di quanto promesso al padre, è la prova che non sempre si rispetta quanto si promette. Tutti i cattolici sono chiamati a lavorare nella Vigna del Signore, ma in pochi effettivamente sono coerenti e rispondono con le loro buone opere.
Va comunque precisato che questa Parola viene rivolta dal Signore soprattutto ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi. “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna”. Questa è la missione di chi ha la vocazione ed è chiamato a lasciare tutto, proprio tutto, per dedicarsi esclusivamente alle cose di Dio.
Il lavoro nella Vigna del Signore è a tempo pieno, ma sono pochi quelli che dedicano incondizionatamente la loro vita a Dio. Bravi Sacerdoti e Religiosi/e ci sono e questi sono il parafulmine di tanti complotti contro la Chiesa di Dio. Lo sono con la loro vita di penitenze, rinunce e contemplazione.
Ci sono inoltre moltissimi laici che hanno compreso il valore della preghiera fatta con il cuore e si dedicano alle cose di Dio con pieno abbandono. Continuano a lavorare e a vivere nelle loro famiglie, ma la mente e il cuore sono rivolti sempre a Dio. Anche quando sono impegnati in attività tra le più svariate, compiono ogni cosa per amore di Dio e ogni opera diventa preghiera.
Non si prega solo con le preghiere tradizionali e con quelle del cuore o spontanee, la vita può diventare preghiera se si purifica la mente dai pensieri umani e dalle inclinazioni peccaminose. Questo cammino è impegnativo e meraviglioso, perché ad ogni sforzo che si compie si ricevono Grazie speciali e illuminazioni, si acquisisce lo Spirito di Dio e la vita è gioia anche nelle prove.
L’esempio portato oggi da Gesù manifesta che con le sole promesse non si va da nessuna parte. Le promesse dei buoni e degli onesti vengono mantenute perché la loro retta intenzione li spinge amorevolmente a mettere da parte tutte quelle cose non importanti ed effimere per osservare i Comandamenti.
Essi ricevono già in questa vita cento volte tanto di quello che lasciano e che si oppone alla Parola di Dio. Si ottiene da Gesù anche quanto umanamente impossibile se ci si dispone a riceverlo, rinunciando a tutti quei pensieri che spingono a peccare o a compiere azioni inutili con perdite di tempo che non si potrà mai più recuperare.
È necessaria la formazione spirituale, e il luogo per eccellenza è la Chiesa. Il catechismo non va insegnato solo ai bambini, anche i giovani e gli adulti hanno necessità di una formazione permanente, partecipando due o tre volte la settimana ad incontri di formazione teologica in parrocchia.
Evidentemente non dipende dai fedeli organizzarli, è compito del parroco avvertire interiormente l’ansia apostolica di salvare le anime di tutti i parrocchiani e non solo… e dedicare molto tempo all’istruzione religiosa dei parrocchiani.
Molti non arrivano a questa decisione perché riflettono poco sulle cose di Dio!
I nostri parrocchiani virtuali hanno le idee chiare sull’importanza della preparazione alla Messa e alla preghiera.
“È buona cosa pregare il Rosario prima della S. Messa però… perché non lasciare almeno 10 minuti di silenzio per una preghiera personale prima del suo inizio? Finiscono le preghiere e poi subito inizia la S. Messa. Poi: il canto durante la Comunione. Non sarebbe anche qui necessario lasciare almeno TRE minuti di silenzio per un colloquio personale con Gesù? e poi fare un canto di adorazione o ringraziamento? Così come per esempio certi celebranti, durante la consacrazione fanno talmente in fretta ad alzare l’Ostia e il calice che se uno volesse dire almeno un’invocazione non riesce… Lidia Ceolotto”.
“Grazie Padre Giulio, è vero manca la formazione anche nel partecipare alla Messa. Con AFFETTO Mauro Tolomei”.
Il primo figlio alla richiesta del padre si rifiuta di lavorare nella vigna ma poi meditando cambia decisione. «Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò».
Ecco l’importanza della riflessione, della preghiera per ricevere da Dio la forza di compiere opere che ci sembrano all’inizio difficili.
Non hanno alcun valore le buone parole su Gesù e la Madonna se poi non si compie la volontà di Dio, come il secondo figlio che promette di lavorare nella vigna mentre poi fa tutt’altro. «Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò».
Il nostro cammino è impegnativo e abbiamo gratificazioni giornaliere. È sufficiente riflettere sugli aiuti misteriosi che si ricevono costantemente da Dio e la protezione materna dell’Immacolata, che non lascia mai soli i suoi figli che ogni giorno recitano il suo Rosario.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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