+ VANGELO (Mt 6,7-15)

Martedì 3 marzo 2020

I Settimana di Quaresima

+ VANGELO (Mt 6,7-15)

Voi dunque pregate così.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei Cieli,

sia santificato il tuo Nome,

venga il tuo Regno,

sia fatta la tua volontà,

come in Cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei Cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù ha insegnato a pregare agli Apostoli con una preghiera tutta rivolta al Padre. Essi non avevano alcuna conoscenza della presenza del Padre, la religione ebraica non contempla la presenza di un Padre e di suo Figlio. Chiesero a Gesù di aiutarli a pregare bene.

Nella spiritualità dei cristiani è assente l’adorazione del Padre.

La Quaresima è il Tempo per una preghiera più intima e fiduciosa, un sentire più intensamente e interiormente la presenza di Dio nella nostra vita. Questo rimane impossibile se non c’è la convinzione che siamo noi ad avere bisogno dell’aiuto del Padre, mentre se rimaniamo illusi dell’autosufficienza non riceviamo nulla da Lui.

L’indicazione di non sprecare parole quando si prega, indica il raggiungimento di una buona tappa del cammino spirituale. L’essenzialità delle parole favorisce la comunione con Gesù ed è opportuno nel cammino fare delle salutari soste per ritemprare lo spirito. Il cammino di Fede deve prevedere i tempi della contemplazione, della giornaliera meditazione, della preghiera recitata con amore.

Arrivare a pregare senza sprecare parole è una conquista straordinaria, qui emerge la forza spirituale del cristiano e la sua capacità di controllo.

Il modo sbagliato di pregare e che non produce mai frutti è la preghiera senza amore, improvvisata e recitata senza decidersi per la conversione, nella turbolenza della vita dissipata. Il modo migliore è quello indicato da Gesù: «Voi dunque pregate così».

La preghiera non deve essere parolaia e deve nascere dal cuore. Non è importante parlare molto, è bene ascoltare molto e fare silenzio davanti al Tabernacolo o davanti un’immagine sacra. «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole».

Le parole che Gesù pronuncia oggi non devono trarre in inganno, perché il Signore non dice di non pregare molto e sarebbe una contraddizione, precisa che molto spesso nelle preghiere si ripetono parole vane o richieste inopportune o si prega senza amore.

Ci sono tantissime preghiere potenti, ricordo il Santo Rosario, vanno bene gli atti d’amore, di ringraziamento e di lode da ripetere nella giornata.

I cristiani con la Grazia di Dio devono raggiungere l’equilibrio psicofisico, non è facile ma è possibile a tutti. Innanzitutto occorre la vigilanza interiore, il controllo dei pensieri e l’intuizione della loro provenienza per restare alla presenza di Dio. In questo modo si trasmette all’anima la serenità e la gioia. Gradualmente si diventa capaci di evitare le occasione di peccato.

È vero che si impara a pregare pregando, ma bisogna conoscere alcune nozioni.

È vera preghiera quando il credente si distacca con il cuore dai beni materiali, anche se continua ad utilizzarli. Questo distacco aiuta a liberare il cuore anche dagli affetti disordinati, ed è la lotta contro i vizi e i peccati volontari. Si arriverà poi a commettere i peccati a causa della debolezza e non della volontarietà.

Chiediamo aiuto anche noi a Gesù, Lui ci insegna a pregare, agli Apostoli fece conoscere il Padre Nostro come sintesi della vera preghiera.

Dobbiamo soffermarci sul valore che diamo al Padre Nostro quando lo recitiamo, se pensiamo alle parole oppure le ripetiamo meccanicamente senza avvertire interiormente un senso di riconoscenza al Padre. È bene meditare su ogni frase del Padre Nostro, in questo modo diventerà la preghiera più amata ed efficace, perché avvertita interiormente.

Dipende da noi l’avanzamento spirituale e la comunione con Gesù.

Il Signore vuole sentire da ognuno di noi anche poche parole: «Gesù Ti amo, confido in Te», piuttosto che lunghi discorsi inutili.

L’essenzialità della preghiera sta nell’apertura del cuore a Dio, e se Lui vi trova vero amore ci dona grandi Grazie. Sta qui il «segreto» per ottenere da Gesù quanto chiediamo, d’altronde anche voi donate con gioia qualcosa di prezioso alle persone che lo meritano, che vi hanno amato o vi amano sinceramente.

La precisazione che fa oggi Gesù non è quella di non parlargli quando si prega, bisogna invece dirgli tutto ma che siano cose sostanziali e non parole frivole. Per esempio, serve a poco pregare o parlare con Gesù se c’è incapacità di perdonare una persona, o si vive con molta superbia, o si commettono gravi peccati senza confessarli o si confessano senza il proposito di vincerli.

Gesù vuole vedere innanzitutto puro il nostro cuore, questo è l’impegno che dobbiamo prendere sul serio e lottare di continuo per purificarlo.

Quando Lui vede che siamo interiormente sinceri e buoni, ci dona gratuitamente molte Grazie particolari, ci libera dai nemici e dai persecutori, ci guarisce dalle malattie, ci libera dalle negatività sataniche che si attaccano a noi per diverse ragioni e che da soli non riusciamo a vincere e ad allontanare.

Giorno dopo giorno i cristiani che pregano con amore e umiltà riescono a distaccarsi da quelli che erano capricci inutili e acquistano una nuova mentalità che fa vedere la realtà in modo nuovo e, soprattutto, autentico. Il punto è di compiere con amore e interesse questo meraviglioso cammino spirituale che conduce alla vera comunione con Gesù.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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