VITILIGINE, GUARIRE SI PUÃ’, ECCO COME

 

In Italia un milione di persone soffre di vitiligine, la più devastante malattia della pelle non mortale. Ma una nuova scoperta accende la speranza di guarire. Ecco quale.

Vitiligine, guarire si può, ecco come
C´è una speranza in più per tutti coloro che soffrono di vitiligine, la malattia della pelle che altera la pigmentazione della cute rendendola a chiazze. Una sostanza contenuta nel pepe nero riuscirebbe a restituire alla pelle un colore scuro in poco tempo, “riempiendo” le zone rese più chiare dalla patologia.
Lo hanno scoperto alcuni ricercatori del King´s College di Londra (Gb), al termine di uno studio condotto su modello animale pubblicato sulla rivista “British Journal of Dermatology”.
Gli esperti hanno effettuato alcune applicazioni di piperina e di alcuni suoi derivati sintetici sulla cute di topi da laboratorio, abbinandole o meno alla fototerapia con raggi Uv.
Utilizzata da sola, la piperina ha reso più scura la pelle dei roditori in sei settimane, mentre combinando il trattamento con i raggi Uv l´effetto è stato più evidente, veloce e duraturo.
I risultati lasciano intendere che, una volta sperimentata sull´uomo, questo mix di terapie potrebbe fare la differenza per quei pazienti che non giovano delle terapie classiche, e cioè la maggior parte, senza interventi invasivi, ma solo con terapie topiche.
La piperina sembra infatti in grado di stimolare direttamente i melanociti della pelle, cellule responsabili della sua colorazione che vengono danneggiate in presenza di vitiligine.
Amplificando l´effetto della fototerapia, inoltre, l´uso di questa sostanza potrebbe diminuire il tempo di esposizione ai raggi Uv, che come effetto collaterale hanno quello di aumentare il rischio di tumori della pelle.

Cos’è la vitiligine

La vitiligine è una malattia della pelle che crea sulla superficie cutanea di chi ne è affetto la presenza di chiazze di colore bianco dove viene a mancare la presenza della melanina, spiega il dermatologo Matteo Bordignon.

Nonostante non ci siano dati sicuri circa la prevalenza della malattia, si stima che la vitiligine colpisca circa lo 0,5-2% della popolazione mondiale, con punte dell’8% in alcune regioni dell’India. Per quanto riguarda l’Italia, si stima che circa lo 0,7-1% della popolazione ne sia affetto. Tradotto in numeri, significa che circa 70-100 milioni di persone al mondo ne sono affette, di cui circa 700mila-1 milione solo in Italia.

Sebbene l’insorgenza della vitiligine possa avvenire a qualsiasi età, la fascia di popolazione più colpita va dai 10 ai 30 anni, con un picco attorno ai 20 anni. Dagli ultimi studi, sembra che non ci siano differenze sostanziali tra pazienti affetti di sesso maschile e di sesso femminile.

Tipi di vitiligine

La forma di vitiligine più comune (chiamata non-segmentaria) è purtroppo la forma più sfigurante poiché nella maggioranza dei casi si localizza al volto, mani e piedi, oltre che in altre sedi cutanee quali gomiti, ginocchia e diffusamente nel tronco. Talvolta la vitiligine può colpire anche capelli o peli, con il conseguente sbiancamento del fusto pilifero coinvolto.

La vitiligine si può associare a malattie autoimmunitarie. E’ stato calcolato che circa 1/3 dei pazienti affetti da vitiligine soffre di problemi alla tiroide. Altre associazioni sono state riportate con la celiachia e altre patologie autoimmuni, ma in misura molto minore.

Come curare la vitiligine

Le terapie ad oggi disponibili per la vitiligine purtroppo sono spesso del tutto inefficaci e sono rappresentate sostanzialmente da immunosoppressori (sia per via locale che da assumere per bocca), oltre che dalla fototerapia (vale a dire l’esposizione del corpo ad una fonte di luce ultravioletta, normalmente del tipo UV-B). Esistono inoltre una serie di trattamenti chirurgici (eseguiti solo in pochi centri in Italia), i cui risultati non sono tuttavia ancora standardizzati.

Leggi anche: Vitiligine, curarla con la fototerapia
Il costo della vitiligine è sostanzialmente a carico dei pazienti. Il trattamento di tale patologia non è ancora completamente riconosciuto dal sistema sanitario nazionale e i pazienti hanno accesso al massimo alle sedute di fototerapia (ma non in tutte le regioni d’Italia) e a qualche crema corticosteroidea. Questo fatto comporta la conseguenza che molti pazienti rinunciano alle cure.
Nonostante sia considerata una patologia solo “cosmetica” poiché non incide su altri organi del corpo umano e quindi non limita l’aspettativa di vita, la vitiligine è una delle patologie cutanee con i più bassi indici di qualità della vita. Da molti autori, l’impatto psicologico della malattia è stato definito come “devastante”. A causa dell’espressione della malattia in siti visibili (volto e mani), i pazienti affetti da vitiligine sono spesso oggetto di discriminazione e scherno e tendono a nascondere con varie metodiche (dagli indumenti ai correttori) le chiazze sul loro corpo.

La difficoltà nella terapia e l’impatto psicologico elevato creano una continua ricerca da parte del paziente affetto da vitiligine di terapie “alternative”, spesso molto fantasiose oltrechè scarsamente o per nulla efficaci.

La difficoltà terapeutica della vitiligine è dovuta sostanzialmente al fatto che la sua causa è ad oggi ancora ignota. Una miglior definizione della causa potrebbe certamente portare chiarezza e nuove speranze terapeutiche a tutti i pazienti affetti da questa malattia.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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