XI Domenica tempo ordinario (C)

Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché molto ha amato!

“Commento di don Franco Galeone”

(francescogaleone@libero.it)

Noi siamo convinti che i buoni meritano rispetto e i cattivi  condanna. La legge è buona, purché non diventi motivo di presunzione. Cosa è in sostanza il fariseismo? Non è, come spesso si dice, ipocrisia, falsità, doppia vita; il fariseismo è la puntigliosa e scrupolosa osservanza della legge. I farisei osservavano la legge con scrupolo ed erano persone degne di rispetto, solo che – in loro – la legge diventava fine a se stessa, motivo di sicurezza davanti a Dio. Il peccato del fariseo è quello di mettersi davanti a Dio da pari a pari, con la mentalità sacro-mercantile del “do ut des!”. E’ morta nel fariseo la com-passione. La legge penale è forse una necessità: essa appartiene all’ordine politico; ma i cristiani, in quanto cristiani, non conoscono le leggi penali; la legge che essi conoscono e da cui non possono mai prescindere è quella dell’amore e del perdono. Il cristianesimo è una religione di peccatori; solo i peccatori si trovano bene in chiesa. Il Cristo è venuto solo per essi, i soli capaci di comprenderlo.

* Siamo cristiani non perché crediamo o ci credono migliori  degli altri, ma perché  ci crediamo sinceramente peccatori, perché accettiamo di occupare gli ultimi posti. La più bella definizione del cristiano forse è questa: <<uno perdonato da Dio che perdona gli altri, uno amato da Dio che ama i fratelli, uno servito da Dio che serve il prossimo>>. Se Dio dovesse far piovere solo sui giusti o fare sorgere il sole solo per gli onesti, la terra sarebbe un deserto, e tutti resteremmo al buio! Quale sollievo se tutti i cristiani, durante la messa domenicale, si riconoscessero peccatori! Quale respiro, nella generale ipocrisia che ci soffoca! Cristo mangiava lietamente con i peccatori, ma non poteva sopportare le menzogne dei farisei. Forse questa è una della principali ragioni per cui ci si annoia durante la messa: facciamo tutti finta di riconoscerci peccatori, di sentirci perdonati, e la messa si perde in questa ipocrisia. La gioia di sentirsi amati e perdonati! La meraviglia di scoprire che Dio è infinitamente migliore di quanto pensiamo! Dio ci ama non per le nostre virtù! Ma, nonostante i nostri peccati, ci ama per niente, per sempre.

*  Molte donne hanno amato Gesù. E’stato amato dalle donne quanto nessun altro mai. Egli che condannò l’adulterio e l’impurità, ha il fascino dell’innocenza. La Peccatrice ha amato Gesù più di tutte le altre. E’ conosciuta in paese perché esercita il mestiere più antico del mondo. E’ venuta per ringraziare chi l’ha strappata dal marciapiede. Entra nella sala del banchetto come una bambina per la prima volta a scuola: non vede, ma sente tutti gli occhi degli uomini addosso al suo bel corpo. Parla con il pianto: il pianto è la più bella parola. Durante il pianto avrà ripensato alla sua povera vita sporcata dai maschi: a tutti ha dovuto sorridere e mostrare un piacere a quei mercenari che odiava. Ora piange … ma … di … gioia perché la verginità dell’anima è riscattata ed ogni condanna è stracciata. Vuole ricominciare daccapo perché ha trovato finalmente un uomo superiore, una gioia più bella del piacere. Ha compreso che la vera purezza non è questione di pelle ma di cuore, che si può avere il corpo vergine e la mente divorata da squallidi desideri, come anche un corpo insudiciato dalle voglie dei clienti ed un’anima pulita e adorante. Non dice una parola. La sua liturgia è fatta di silenzio, di lacrime, di tenerezza. Gli oggetti sacri sono un vaso di profumo e i suoi capelli. Scioglie le trecce, sfila le forcelle e la massa nera dei capelli copre il suo rossore, asciuga i piedi bagnati di pianto e di profumi. Oh, il dono delle lacrime! Oggi, le lacrime sono guardate con sospetto, quasi ci si vergogna di esse. Una debolezza del nostro occidente senza cuore. Dobbiamo riscoprire la beatitudine evangelica che proclama: “Beati voi che adesso piangete!”.

*  La liturgia penitenziale è finita, nessuno ha compreso, ma tutti rispettano in silenzio, tutti eccetto uno, Simone “il giusto”. Simone, vecchio ipocrita, appartiene allo sconfinato cimitero dei sepolcri imbiancati, a quelle persone devote che, non potendo più fare il male perché vecchi, si danno alle pratiche di bene; ha, per le meretrici, il ribrezzo di quelli che le hanno molto praticate o non le hanno mai potuto conoscere. Cristo non la perdona perché ha molto amato gli uomini, ma perché ha molto amato Cristo. Se vogliamo sapere qualcosa sul conto di Gesù, dobbiamo rivolgersi a questa donna. Questo è il mestiere più bello del Signore: trasformare le nostre colpe in felici colpe!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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